PIEDIMONTE
MATESE – Il prossimo sarà un fine settimana all’insegna della
cultura con il giovane scrittore emergente Francesco Lutri (nella foto) che Venerdì
3 novembre alle ore 18,00 nella saletta “Cotton Club” del Centro
Commerciale Cotton Village di Piedimonte Matese presenterà la trilogia di “Partenope”.
Francesco, ormai lo conoscono un po tutti nel campo artistico, anche se giovanissimo,
ha al suo attivo varie esperienza che vanno dal teatro, alla recitazione e il
cinema. Orgoglioso delle sue origini siculo-napoletane, che gli hanno
trasmesso l’amore per il mare, recentemente ha rivalutato la storia e la
cultura della nostra terra, che ha cercato di trasmettere attraverso le sue
prime opere letterarie.
Nella sua trilogia parla di Partenope, ragazza vivace e ribelle che ha vissuto
tutta la sua vita in Sicilia in assoluta spensieratezza. Ma con l’arrivo di
Garibaldi, la sfortuna di essere imparentata con i Borbone delle Due Sicilie la
costringe a ritirarsi a Napoli. Qui si innamorerà della
città, ma non avrà abbastanza tempo per goderne: presto le dinamiche politiche
e ambigue del nascente governo la spingeranno a riconsiderare la sua identità e
ad affrontare la decadenza della sua vita idilliaca, proprio come il regno di
cui, a suo malgrado, è… una “principessa”. Abbiamo chiesto a Francesco qual
è stata l’idea che lo ha ispirato alla trilogia “Partenope”. “Per rispondere, ha ribadito l’autore, devo brevemente parlare del
mio percorso post liceale. La scelta dell’Università fu un pretesto per andare
a Napoli, lo dico con sincerità. Il punto è che dopo il liceo avevo una grande
voglia di “evadere” dal mio borgo selvaggio, questa bella e maledetta
Piedimonte Matese. Sapevo che Napoli sarebbe la meta ideale della mia evasione.
E ci avevo azzeccato, perché Napoli mi ha dato tutto. Mi ha rigenerato
fisicamente e spiritualmente, ho imparato a cucinare, a suonare il mandolino, a
contemplare gli scorci e la natura, ad amare la storia della mia terra e delle
mie origini. E avendo nelle mie vene sangue siciliano
e napoletano, sono rimasto davvero amareggiato dal fatto che il
nostro passato sia stato così oscurato dalla storiografia accademica,
coerentemente ad un processo di “damnatio memoriae”, etichettando il
Mezzogiorno come da sempre povero e arretrato. Invece ho scoperto che il Regno
delle Due Sicilie è stato in realtà un regno ricco e florido, avanzato sotto
molti punti di vista. Basta vedere i primati sociali, culturali e tecnico
amministrativi dei Borbone di Napoli. Poi vengo a sapere che l’Unità d’Italia
ha preso il nostro Sud e ne ha fatto una colonia. E non lo dico io, ci sono
documenti che lo attestano. Non è un caso che, dopo l’Unità d’Italia, nel Sud
inizi la diffusione della criminalità (dovuto al fatto che i Piemontesi hanno
concesso cariche istituzionali ai camorristi , fatto che ho inserito e che
svolge un ruolo importante nell’intreccio del
racconto), l’emigrazione di massa dei meridionali, la
chiusura delle fabbriche fino ad arrivare al fenomeno
del brigantaggio. Non è una coincidenza. Ho pensato che il miglior
modo di trattare un argomento così delicato fosse attraverso un racconto di mia
invenzione, con tutti gli elementi che ne facessero una storia avvincente,
“cinematografica”, in modo da rendere la cosa completamente avulsa da
orientamenti meridionalisti predeterminati ed evitare un malinteso che potrebbe
etichettarmi come filoborbonico, secessionista e nostalgico. “Partenope”,
conclude Francesco Lutri, cerca di essere anche “autobiografico” in
certi punti, soprattutto quando parla della Sicilia e di Napoli, dei loro
scorci e delle loro atmosfere, cose che infatti conosco bene essendo legato a
vita a questi due posti. Per il resto, ripeto, ho cercato di scrivere un
racconto quanto più bello e avvincente possibile. Spero di esserci riuscito, in
modo che il libro piaccia, anche ai giovani, che spesso quando sentono la
parola “Storia” pensano a qualcosa di noioso. Ma qui la Storia, nonostante sia
molto importante, è solo un palcoscenico, una scenografia nel quale
prendono forma personaggi, intrecci e soprattutto emozioni: rabbia, tradimento,
tristezza, gioia, amore, cose che da sempre travalicano ogni arco
spaziotemporale. Inoltre non bisogna mai avere vergogna di sapere quello che
siamo stati: L’infinita guerra tra Nord e Sud Italia è proprio ciò
che quella “damnatio memoriae” intendeva evitare. Ma è evidente che non è
tenendo nascoste le scomode verità che si tiene unito un popolo. L’ignoranza
divide, solo la conoscenza unisce.
Pietro Rossi