17 maggio 2021

La tappa di Guardia Sanframondi del Giro d’Italia 2021 è stata vinta da Victor Lafay che ha preceduto Francesco Gavazzi e Nikias Arndt.


GUARDIA SANFRAMONDI - Con la vittoria di Victor Lafay si è chiuso l’indimenticabile evento che ha legato Guardia Sanframondi al 104esimo Giro d’Italia. Il corridore francese è scattato a 3 km dal traguardo (proprio sulla salita del Calvese maledetta da Alfredo Binda nel lontano 1925) e, nell’arrivo di Via Parallela della cittadina sannita, ha preceduto Francesco Gavazzi di 36” e Nikias Arndt di 37”; mentre, la maglia rosa è rimasta sulle spalle dell’ungherese Attila Valter. Fra le curiosità di questa affermazione spicca che Victor Lafay è nato a Lione e, in quella città, agli inizi del 1800 si affermò lo scienziato guardiese Sebastiano Guidi che, per i suoi studi sulla Omeopatia meritò una medaglia d’oro con la sua effige dalla Società Omeopatica Gallicana e, nel secolo scorso, anche un monumento. 

È calato così il sipario sulla sempre attesa ed esaltante competizione che ha trovato un paese trasformato dall’ondata rosa e idoneo a offrire squarci di particolare suggestione per un appuntamento che negli anni ha conservato intatto il suo fascino e la sua immensa capacità di aggregazione. Ora è tempo di bilanci e di espressioni di gratitudine. “Innanzitutto voglio ringraziare la cittadinanza – ha detto Raffaele Di Lonardo, sindaco di Guardia Sanframondi - per il notevole contributo, l’entusiasmo e la genuina collaborazione nell’accogliere il 104esimo Giro d’Italia. Grazie per aver saputo esprimere ancora una volta, nei momenti che contano, il senso di comunità, di aver saputo superare divisioni, contrapposizioni piccole e grandi e restituito un’immagine di accoglienza e ospitalità da sempre presente nella nostra città”. “Sia, questa esperienza – ha aggiunto il primo cittadino guardiese -, occasione di una nuova ripartenza per lasciarci alle spalle un periodo duro e difficile. Sarà compito di tutti noi tradurre questo evento in un momento di rilancio dei nostri prodotti, della nostra economia e del nostro territorio”. Un Giro d’Italia che sarà ricordato anche per altre esperienze e testimonianze, come l’emozionante attività di Simona Nicolina Masotta, del Liceo delle Scienze Umane I.I.S. Galilei-Vetrone di Guardia Sanframondi, che per il progetto “Reporter per un giorno”, promosso da RCS Sport con il supporto de La Gazzetta dello Sport, ha vissuto momenti da aspirante cronista. “Il percorso per le “nostre bici” – ha scritto, tra l’altro, nel suo commento Simona Nicolina Masotta - si è fatto arduo con la salita verso Guardia Sanframondi, dove si è conclusa la tappa. In questo paese misto di fede e superstizioni, anche l’emblema di questa cittadina si è tinto di un nuovo colore: nel buio della notte brilla di luce rosa il castello medievale, per dare il benvenuto al Giro d’Italia. Questo territorio, dominato da vaste distese di vigneti e caratteristico per il suo centro storico, famoso per i Riti Settennali in onore della Madonna dell’Assunta, vanta una chiesa in stile barocco, una delle più belle nella zona. I corridori quasi giunti alla fine di questa tappa verso le 17, hanno fatto trapelare e percepire agli spettatori le loro sensazioni… il cuore batte forte. La fatica si fa sentire. I pedali diventano più pesanti. Il sudore scivola incessantemente sulle fronti. Le voci gioiose dei guardiesi spingono a tenere duro; l’arrivo della tappa è stato accompagnato dalla felicità e dal calore di un popolo che ha tanto atteso e agognato questo momento. Ed è stato Victor Lafay a tagliare il traguardo, regalando a tutti un’emozione fuori dal “raggio” comune!”. Ora non resta che dare seguito a questa memorabile pagina di storia. In cantiere non mancano le idee. Alcune sono di sicuro interesse, altre molto ambiziose e altre ancora da valutare. Fra queste spicca un invito a Victor Lafay con l’intento di creare un collegamento con la città di Lione. Un dato è certo: Guardia Sanframondi deve continuare a vivere questi bei momenti, di vera comunità e in tale direzione andranno gli impegni futuri.

Pietro Rossi