02 maggio 2021

IL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA UNA OPPORTUNITA’ CHE PIEDIMONTE MATESE NON DEVE PERDERE.


PIEDIMONTE MATESE  - La ripartenza socioeconomica di Piedimonte Matese ha una opportunità unica rappresentata dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che è il programma di investimenti che l'Italia deve presentare alla Commissione europea nell'ambito del Next Generation EU. 

I fondi verranno ripartiti su diverse aree, ribadisce Agostino Navarra del Direttivo locale del Partito Democratico, sarà possibile intervenire per esempio, sull'efficientamento energetico di tutta l'illuminazione e l'edilizia pubblica, sull'adeguamento sismico degli immobili pubblici ed in particolare delle scuole e dell'edilizia popolare, sul territorio per prevenire il dissesto idrogeologico e migliorare fortemente sia la mobilità ferroviaria che stradale. Sarà possibile intervenire come? Arriveranno soldi a pioggia da tutte le parti e per tutte le parti? No! Sarà possibile intervenire essenzialmente sulla base di una progettazione. E questa progettazione deve arrivare dal territorio. Ebbene il PNRR può servire a Piedimonte Matese? Si! perché Piedimonte è a un bivio, se non inverte la rotta è un paese destinato ad un lento ed inesorabile declino insieme al territorio di cui è capoluogo. La curva demografica parla chiaro, la popolazione decresce rapidamente ed il rapporto giovani/anziani è fortemente disarmonico, se non cerchiamo di trattenere qui i giovani che abbiamo ancora la fortuna di possedere, la concentrazione di popolazione diventerà sempre più scarsa per cercare di mantenere sul territorio un livello sufficiente di economia privata, nonché adeguati servizi pubblici direttamente sul territorio. Ciò sarà a svantaggio di chiunque, giovani e vecchi, lavoratori privati e lavoratori pubblici. Ma fare un buon progetto per ottenere il fondo per l'adeguamento di una strada, oppure per sistemare un costone che frana, il tetto di una scuola o mettere in sicurezza antisismica un edificio pubblico, pur essendo di per sé un traguardo, possono bastare per arginare un sempre più veloce spopolamento e conseguente marginalizzazione? No! Tutto ciò necessita essere inserito in una visione di sviluppo che crei economia. I singoli progetti, continua Navarra, devono essere parte di un progetto unico che tende ad un unico fine. Ricordo ciò che disse a Piedimonte Francesco Todisco, ex responsabile aree interne della Regione Campania, a proposito della strategia nazionale aree interne. Divisi tra tutti, i fondi assegnati per la sperimentazione aree interne, non sono tanti e non sono a prescindere. 

La sperimentazione permette però di ragionare su un area specifica in relazione ai suoi particolari problemi. Quindi permette una visione di insieme su cui poi ogni singola azione si deve iscrivere. Questa è importante, la visione di uno sviluppo futuro del paese e dell'area, in cui il Piano Nazionale di Ripresa, il coordinamento e la coadiuvazione pubblica del bonus 110% per l'edilizia privata, tutti gli altri fondi nazionali, regionali ed europei che incidono sul recupero edilizio, dei centri storici, sulla valorizzazione delle eccellenze agricole, l'istituendo Parco Nazionale del Matese e molto altro ancora, devono integrarsi. A mio avviso, conclude Agostino Navarra, su questi temi bisognerà fondare un nuovo percorso politico, bisogna partire necessariamente dalle idee e solo su queste, persone dotate di buona volontà, non nomi, potranno trovare la sintesi necessaria non a se stessi ma alla collettività. Di liste fatte per sommatorie di voti, portate avanti nei bar della città a suon di caffè ed aperitivi e che investono sulle necessità personali piuttosto che sulle urgenze collettive, francamente non se ne sente il bisogno.

Pietro Rossi