TEANO - La
cronaca ci porta a conoscenza di episodi che sfuggono ad un ragionamento logico
come lanciarsi da un balcone a 11 anni. Forse per avere un ruolo in un gioco
perverso, dove una voce irreale ci spinge a comportamenti drammaticamente reali.
Comportamenti che possono, di colpo, porre fine alla nostra esistenza. Il
gruppo di ricerca del Centro di Riabilitazione e Fisiokinesiterapia l’Incontro
di Teano S.r.l. diretto dal Neuropsicologo Dott. Giuseppe Guglielmo Leggiero (nella foto) fondatore e coordinatore del nuovo gruppo di ricerca T.I.M. CODE, ha dimostrato che oltre agli eventi manifesti
ovvero di cui si ha consapevolezza, anche le informazioni trasmesse attraverso
un linguaggio al di sotto del livello
cosciente, potessero lasciare una traccia di un apprendimento, influenzando
e modificando risposte a compiti di
carattere cognitivo date da bambini con QI ai limiti della norma. Da questo
studio seguito dal Dott. Leggiero et al, è stata approfondita la ricerca
sull’importanza e l’efficacia degli apprendimenti subliminali, soprattutto
rispetto alle fasce più deboli in termini di maturità mentale, che potessero
essere maggiormente influenzabili da un tipo di apprendimento “sotto-soglia”. Attraverso
uno studio osservazionale attivato presso il presidio di ricerca del T.I.M.
CODE, sull’utilizzo dei cellulari costantemente connessi alla rete da parte di
una categoria di soggetti in età evolutiva preadolescenziale, che manifestano
in particolar modo una sintomatologia depressiva, aggressiva, comportamenti
oppositivi-provocatori, abbiamo riscontrato che nelle preferenze di questi
giovani ricorrono con particolare frequenza contenuti di carattere violento, in
particolar modo di tipo autolesionistico, spesso e volentieri trasmessi
sottoforma di linguaggi particolarmente coinvolgenti, effetti sonori o visivi
accattivanti che attraggono fortemente i ragazzi di questa fascia d’età. La
forza seduttiva della rete permette di strutturare una relazione “fittizia” con
un mondo fortemente manipolato e manipolatorio allontanando sempre più i ragazzi
dall’esperienza concreta della realtà e di conseguenza privandoli della
capacità di porsi criticamente nei confronti della vita reale accettando
passivamente ciò che la rete ha da offrire. Abbiamo
iniziato a monitorare adolescenti con sindromi di dipendenza da videogiochi e o
la più invalidante sindrome di Hikikomori. Sfortunatamente le notizie di
cronaca pongono sotto la nostra attenzione molteplici situazioni in cui ragazzi
vengono “sedotti” dal linguaggio multimediale della rete inducendoli in forme
di dipendenze che sfociano in gesti inconsulti di media o grave entità. Blue
Whale, Fire Challenge e Choking Game sono
solo alcune delle folli sfide che dilagano sul web e trovano terreno fertile di
coltura, a fini emulativi, tra i ragazzi di età compresa tra i 9 e i 17 anni,
che subiscono pressanti manipolazioni psicologiche, al limite del sadismo, al
fine di oltrepassare i propri limiti psico-fisici in uno spirito di costante
competizione con sé stessi e con gli altri. Resta agghiacciante il fatto che
abbiamo verificato come il web propone in modo semplice e diretto la
possibilità di scaricare direttamente sul cellulare video con riferimenti
all’utilizzo di alcool, droghe e autolesionismo come tentativi di superamento
di sfide, difficoltà e situazioni traumatiche proponendo spesso modelli
adolescenziali che sviluppano condotte fortemente devianti. Personalmente
stiamo provvedendo al rintracciamento di siti che probabilmente per effetto di
qualche algoritmo vanno a colpire giovani fragili bersagli per denunciarli agli
organi preposti. È opportuno che i genitori non si facciano prendere da remore,
non siano troppo fiduciosi nei confronti dei figli preadolescenti e che
controllino di tanto in tanto i contenuti dei loro cellulari.
Pietro
Rossi