“Il divario tra le
due Italie fotografato dai risultati delle prove Invalsi dimostra soprattutto
due cose. Il Paese non può crescere senza massicci investimenti in istruzione e
formazione. Servono risorse per insegnanti e dirigenti, per le dotazioni
tecnologiche, per l'edilizia, per gli asili nido, per il tempo scuola, per il
rapporto scuola-lavoro, per il diritto allo studio.” Lo afferma l'On. Camilla
Sgambato (nella foto), responsabile Scuola della segreteria nazionale del Pd. “D’altronde –
prosegue Sgambato – lo diceva già Don Milani: “La scuola è un ospedale che cura
i sani e respinge i malati. Se perde loro (gli ultimi) la scuola non è più
scuola.” Se non si investe, i ragazzi, al Nord come al Sud, che hanno alle
spalle famiglie colte o benestanti continueranno ad avere risultati positivi,
mentre quelli che provengono da contesti deprivati avranno sempre maggiori
difficoltà. Il problema non è affatto o soltanto un problema del
Mezzogiorno. Se la scuola non torna ad essere centrale nelle politiche del
Governo, se i ragazzi non avranno nella scuola l’unica possibilità per una
giusta ed equa mobilità sociale, sarà l’intero sistema Paese a
soccombere. I dati che emergono, inoltre, mettono una pietra tombale sul
progetto di regionalizzazione della scuola avanzata dal Governo. Alla luce
della fotografia Invalsi, infatti, proseguire su questa strada sciagurata,
significherebbe consegnare gran parte del Paese a una desertificazione di
prospettive senza precedenti. Il Governo non può far finta che questo problema
non esista, a meno che il suo obiettivo non sia proprio quello di avere
cittadini con scarso spirito critico, facili prede di un linguaggio demagogico
e populista”, continua la componente della Segreteria nazionale del Pd. “Siamo
tutti d’accordo che la qualità della democrazia passi dal suo sistema di
istruzione? Di Maio stamattina dice che l’unità del sistema scolastico
non può essere messa in discussione e fa saltare il tavolo. Ed allora –
conclude Sgambato – perché continua a sostenere un Governo a trazione leghista
che invece sulla regionalizzazione si sta giocando tutto?”, conclude Sgambato