La Senatrice di Forza Italia, Sandra Lonardo (nella foto), ha
presentato oggi una interrogazione parlamentare, sottoscritta anche dalla
Senatrice Alessandra Gallone e dal Senatore Roberto Berardi, al Ministro
dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Marco Bussetti, per
chiedere di sapere “se non ritenga necessaria una riflessione sull'urgente
bisogno di cambiamento del sistema dell'istruzione italiano e se non
ritenga ragionevole e conveniente per lo Stato introdurre, nell'ordinamento
scolastico, l'applicazione del costo standard di sostenibilità per allievo,
ossia l’ammontare minimo di risorse da riconoscere a ciascuna scuola
pubblica - statale e paritaria - sulla base di parametri certi”. “L’Italia,
infatti, - spiega - è tra gli ultimi paesi in Europa a riconoscere il ruolo
nel sistema statale alle scuole non statali; basti pensare che lo Stato
riconosce alle scuole paritarie un contributo di circa 500 milioni di euro
annui (circa 500 euro all’anno a studente), a fronte di una spesa di circa
50 miliardi per la scuola statale (circa 10.000 euro all’anno a studente)”.
“Un modo per sostenere economicamente l'educazione di tutti i cittadini, -
prosegue - anche di quelli che non frequentano la scuola statale, e allo
stesso tempo far risparmiare risorse allo Stato, sarebbe l’applicazione del
costo standard di sostenibilità per allievo, applicabile ugualmente a tutte
le scuole pubbliche, paritarie e statali”. “Si potrebbe ipotizzare
l'assegnazione alla famiglia di una quota (che si colloca su 5.500 annui
per studente) da spendere per l’istruzione dei figli, lasciando i genitori
liberi di decidere dove spenderla, se in una scuola pubblica statale o in
una scuola pubblica paritaria, sotto la garanzia ed il controllo da parte
dello Stato: solo in questo modo il sistema scolastico italiano potrebbe
riuscire ad emergere da una situazione di costante allarme rosso, facendo
risparmiare soldi allo Stato, garantendo il diritto fondamentale
all'istruzione, senza discriminazioni economiche, e restituendo alla
famiglia la responsabilità educativa in una piena libertà di scelta, con
l'obiettivo di innalzare la qualità dell'istruzione italiana, portandola
allo stesso livello degli altri Paesi europei”. “Sarebbe anche il caso,
infine, - scrive - di lasciare gli insegnanti liberi di scegliere dove
esercitare la propria professione - nella scuola pubblica statale o in
quella pubblica paritaria - con uno stipendio uguale, come avviene nel
resto dell’Europa, in modo che non possano più verificarsi discriminazioni,
come invece avvenuto nell'ultimo concorso straordinario che, nella riserva
prevista, considera unicamente il servizio svolto presso le scuole
statali”.
Comunicato Stampa
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