07 marzo 2014

Lettera dell'Assessore alle Politiche Sociali di Mondragone alle donne.

Dott.ssa Anna Barbato
Care concittadine,
In qualità di donna, di madre e di Assessore alla Cultura e Politiche Sociali del nostro comune, sento di scrivervi pubblicamente un pensiero per riflettere assieme sul significato dell'8 Marzo, giornata mondiale della donna. Non una festa, non un compleanno, ma un appuntamento con i luoghi della memoria, per ricordare quanto la donna abbia lottato e sacrificato se stessa per il progresso della società. Molto sangue è stato ingiustamente versato e molte lotte sono state promosse e condotte in nome di un'uguaglianza riconosciuta dalla ragione. L'incendio della fabbrica Triangle, avvenuto a New York il 25 marzo 1911, fu il più grave incidente industriale della storia di New York. Causò la morte di 146 persone, per la maggior parte giovani operaie di origine italiana e dell'est europeo. Il Novecento inaugura con questa tragedia la trasformazione del ruolo della donna nella società, un ruolo quasi in rottura con i vecchi schemi e i vecchi stereotipi, che vogliono nella donna un simbolo di fragilità e gentilezza, un emblema di eterna bellezza. Sono finalmente la forza d'animo e la grinta le qualità che alla donna vengono riconosciute, soprattutto abilità lavorative e di indipendenza. Dal punto di vista socio-culturale la figura femminile si è affermata come soggetto essenziale della società e della cultura. Ciò che caratterizza l'emancipazione femminile sarà, senza dubbio, il pieno riconoscimento alla donna dei diritti politici, quindi diritto di voto e di partecipazione alle cariche dello stato. Le donne italiane dovranno aspettare il 1946 per poter avere il diritto di voto. È l'Italia che dal secondo dopoguerra guiderà la "rivoluzione femminista", riuscendo ad ottenere il raggiungimento di numerosi obiettivi, come ad esempio la possibilità di poter accedere alle cariche pubbliche. La figura femminile che fino a pochi anni prima vestiva esclusivamente il grembiule domestico ora si trova a vestire abiti nuovi, rifiutando quella condizione di sottomissione che fino a poco tempo prima accettava passivamente. Non si trattava infatti soltanto di contestare una legge dello stato, una gerarchia, ma di saper vedere anche nella propria vita di ogni giorno i segni del predominio maschile. Dal femminismo viene la proposta entusiasmante di abbattere strutture inaccettabili per lasciare posto ai veri pensieri ed ai veri sentimenti. Le donne non devono più adattarsi alle opinioni altrui. È proprio da questo momento che vedremo nascere e mettersi in luce figure femminili che saranno poi ricordate tra le pagine dei libri, in ogni ambito, dall'economia alla politica, dalla medicina alle istituzioni scolastiche. La nostra società si tingerà sempre più di rosa, ma quello che abbiamo oggi e che avremo domani lo dobbiamo alle donne che ci hanno preceduto e che hanno fatto la storia. C'è chi prima di noi ha lottato per un futuro fatto di diritti e doveri. Maria Montessori, la prima donna medico in Italia, pedagogista e scienziata, la cosiddetta donna della "mille lire", portò avanti il proprio impegno per l'emancipazione femminile. Altra figura di rilievo è stata Rita Levi Montalcini, scienziata e donna italiana, Alfonsina Strada, prima donna a gareggiare con gli uomini nel Giro d'Italia, Alessandra Germi, la prima donna pubblico ministero, Tina Anselmi, la prima donna ministro. Il giorno dell'8 Marzo deve rappresentare per le mondragonesi (e non solo!) un giorno di riflessione e di ricordo anche per quante hanno perso la vita in nome di un diritto. Sono e sarò sempre vicina a tutte le donne della nostra terra.



Assessorato alle Politiche Sociali
Dott.ssa Anna Barbato