19 giugno 2013

Sosteniamo il made in Italy contro le frodi alimentari e garantiamo la biodiversità


On. Aldo Patriciello

Due interrogazioni presentate alla Commissione europea dall’On. Aldo Patriciello pongono all’attenzione comunitaria altrettanti questioni strettamente legate al settore agricolo e in particolare alla tutela dei prodotti italiani e alla garanzia della biodiversità delle colture. La prima riguarda la richiesta di maggiore tutela dell’olio d’oliva italiano da pericoli di frode e sofisticazione alimentare. In particolare Patriciello chiede alla Commissione, a seguito del ritiro della proposta di normativa che vietava l’utilizzo di olio sfuso sulle tavole dei ristoranti, di intraprendere un percorso legislativo che possa “tutelare la qualità, la trasparenza e la sicurezza dell’olio d’oliva, al fine di rafforzare la posizione sui mercati mondiali, incoraggiando una produzione di alta qualità di cui possano beneficiare coltivatori, trasformatori, commercianti e consumatori europei. Il dibattito circa il divieto di utilizzo di oli sfusi  - commenta - risulta essere un elemento essenziale per la lotta alle frodi, soprattutto per i nostri prodotti italiani leader in tutto il mondo, e garantisce quella tutela dei consumatori che rappresenta uno dei principi fondanti del mercato comune e che è stata ulteriormente rafforzata di recente con il regolamento 1169/2011. In Europa si è diffusa la pratica, portata avanti da produttori e intermediari del commercio, di miscelare oli comunitari con quelli extracomunitari e di vendere poi il prodotto finito con simboli e marchi italiani e con un conseguente inganno ai danni del consumatore finale. Ebbene questa pratica penalizza fortemente il nostro made in Italy e così come fatto dalla legge Mongiello anche l’Europa deve inasprire le regole sull’etichettatura dei prodotti. Il percorso normativo era stato avviato ma il Commissario all’Agricoltura ha annunciato il ritiro della proposta nonostante sia stata sostenuta da ben 14 Stati membri inclusa l’Italia. Questo ha, ovviamente, permesso ai ristoranti ed esercizi vari di servire olio sfuso, in bottiglie prive di etichetta e non sigillate a danno di noi consumatori. Per questo ho presentato questa interrogazione, certo che l’Europa abbia bisogno di ripristinare un percorso normativo di tutela di un settore che con 450 milioni di valore annui costituisce un fiore all’occhiello del comparto agricolo del nostro paese”. ‘Plant Reproductive Material’ è invece il nome della proposta di legge che intende registrare tutte le piante, i semi, gli ortaggi e i giardinieri comunitari tramite la dichiarazione di ‘coltivazione illegale’ di tutti quei semi di ortaggi non analizzati e approvati dall’Agenzia delle varietà vegetali europee. Patriciello pone all’attenzione della Commissione europea la reale bontà della proposta che non garantirebbe, se approvata, la biodiversità e il libero commercio dei semi. “Pur essendo indirizzata per lo più ai grandi produttori - ha affermato nel testo dell’interrogazione - con tale proposta si stabilisce un precedente che, prima o poi, porterà anche i piccoli coltivatori a dover rispettare le stesse regole; credo quindi che tale proposta di legge se approvata ucciderebbe qualsiasi sviluppo per i piccoli coltivatori diretti dell’intera comunità europea, avvantaggiando così i grandi monopoli sementieri. La diversificazione è sempre stata la strategia di innovazione agricola più diffusa e di successo, non dobbiamo eliminarla. In gioco vi è la libertà dei contadini di conservare le sementi, di scambiarle, di sviluppare nuove varietà; perciò, in contrasto con l’attuale tendenza verso la monocultura e l’erosione genetica, proprio la diversità deve tornare ad essere strategia di punta per lo sviluppo futuro delle sementi”.

Bruxelles, Ufficio Stampa On. Aldo Patriciello