08 giugno 2013

NODULO POLMONARE, SE È PICCOLO TI SALVI



Dott. Luigi Ferritto

In Italia il cancro al polmone è la prima causa di morte per tumore per gli uomini e la terza per le donne. In Campania si calcolano 83 nuovi casi all’anno su 100.000 uomini e 21 su 100.0000 donne. L’elevata mortalità è dovuta al fatto che la grande maggioranza delle neoplasie viene diagnosticata in fase troppo avanzata. La chirurgia ottiene  il 77% di sopravvivenza a 5 anni dopo la resezione in stadio iniziale; la sopravvivenza decresce al 24% se la neoplasia ha metastatizzato ai linfonodi regionali. Dunque individuare modalità di diagnosi sempre più precoci e precise è la chiave di volta per salvare un numero sempre maggiore di vite umane.  Questo è l’obiettivo dei medici e in particolar modo di Pneumologi, Oncologi, Chirurghi toracici, Radiologi che hanno sviluppato tecniche diagnostiche molto sofisticate ma hanno posto particolare attenzione, anche,  ai delicati aspetti psicologici connessi con l’attesa di una diagnosi che, fino a prova contraria, può essere nefasta. Lo ha ben spiegato il Dott. Luigi Ferritto, pneumologo presso la Clinica Athena-Villa dei Pini di Piedimonte Matese (CE): «Con le strumentazioni attualmente a disposizione, anche presso le strutture sanitarie accreditate presenti sul nostro territorio, è possibile identificare nel polmone noduli di dimensioni millimetriche. Ciò permette di scoprire neoplasie latenti, con eccellente possibilità di cura. Ma per arrivare alla diagnosi il paziente deve sottostare a un iter anche relativamente lungo, che può mettere a dura prova il suo equilibrio interiore. Di qui la necessità di porsi il problema di come comunicare con questo tipo di paziente e supportarlo in questo delicato frangente». Accertata la presenza di un nodulo polmonare, si può utilizzare la TAC per calcolarne il volume e il tempo di accrescimento – parametri fondamentali perché la massa neoplastica ha ritmi di sviluppo molto più elevati di quelli delle formazioni benigne. Ma risultati ancora più affidabili si ottengono con la TAC-PET, esame che in molti casi può dirimere fin da subito ogni dubbio. Ed è allo studio la possibilità che questa avanzatissima tecnologia venga utilizzata come esame d’elezione. Allo studio anche la possibilità di attivare programmi di screening rivolti a fasce di persone a rischio. «Si tratta di test che richiedono un notevole impegno economico e organizzativo – puntualizza il Dott. Ferritto – ma necessari, una volta comprovati i benefici in termini di prevenzione e cura».  «Il nostro obiettivo - conclude il medico - è quello di costruire percorsi diagnostico-terapeutici volti a garantire la massima efficienza, con risposte rapide e totalmente affidabili, integrando le professionalità e le tecnologie già presenti».  Più che una dichiarazione di intenti, un vero e proprio impegno, da onorare sfruttando al massimo la sinergia tra pubblico e privato.