20 aprile 2013

In primavera, se il naso prude, il medico è il migliore alleato


Luigi Ferritto

Piedimonte Matese,  Neppure il tempo di assaporare i primi giorni di primavera che la rinite allergica ha già fatto la sua comparsa, talvolta associata ad altri disturbi della stessa natura come l'asma bronchiale. Gli ultimi dati italiani riportano che circa un italiano su sei soffre di questa infiammazione della mucosa nasale, mentre nella popolazione mondiale la prevalenza è stimata tra il 15 ed il 25 per cento. L'identikit del soggetto che ne soffre è una giovane donna (lieve prevalenza rispetto agli uomini) con un'età compresa tra i 15 ed i 30 anni e fattori ereditari allergici nel 20 percento dei casi. Secondo gli esperti, inoltre, c'è la tendenza a non considerare la rinite allergica come una patologia vera e propria: nella maggior parte dei casi il paziente fa autodiagnosi e gestisce il disturbo in autonomia, mentre un paziente su tre si presenta dal medico solo quando i sintomi sono giudicati intollerabili.  «Arrivare alla corretta diagnosi di rinite allergica non è difficile - dichiara Luigi Ferritto, pneumologo alla Clinica Athena-Villa dei Pini di Piedimonte Matese  - Il medico di medicina generale, l'allergologo, lo pneumologo e l'otorinolaringoiatra sono le figure professionali di riferimento. La visita può porre anche un sospetto di otiti, poliposi nasale, rinosinusiti, disturbi del sonno e la sindrome rinobronchiale». La rinite allergica rappresenta poi un'importante spia di allarme per l'asma, dato che dietro una rinite si nasconde spesso una forma di asma ignorata. «Diagnosticare e curare correttamente la rinite allergica - spiega Ferritto - significa tenere sotto controllo una patologia ancora più impattante e costosa come l'asma. Le nuove linee guida in corso di definizione confermano e sottolineano la validità del trattamento della rinite allergica per via topica intra-nasale». I disturbi agli occhi e al naso che accompagnano la rinite peggiorano in modo sostanziale la qualità di vita, compromettendo la capacità di studiare, lavorare e fare sport. Senza contare l'assenteismo lavorativo: gli ultimi dati fanno registrare una calo di produttività che va dall'1 al 4% per assenza sul posto di lavoro, mentre un ulteriore calo che va da circa l'11% fino al 40% si ha con il cosiddetto 'presenteismo' lavorativo, ovvero quando il soggetto, pur presente al lavoro o a scuola, non riesce ad essere produttivo come dovrebbe per via della rinite allergica. Gli individui che ne soffrono, geneticamente predisposti, producono particolari anticorpi che innescano una reazione immunitaria quando vengono a contatto con le proteine rilasciate dai pollini. Ma non tutti i soggetti con rinite producono anticorpi contro gli stessi pollini. Per questo è importante effettuare un'indagine che caratterizzi ogni singolo paziente e possa condurre a una cura personalizzata.

Pietro Rossi