25 dicembre 2012

2° INCONTRO BIBLICO – SPIRITUALE: LA NASCITA DI GESU’


Un’antica immagine di Maria SS. delle Grazie,

CANCELLO ED ARNONE – Mercoledì 19 dicembre u.s. nella Parrocchia Maria Regina di tutti i Santi, Don Sabatino Sciorio ha tenuto il 2° incontro Biblico-Spirituale relativo alla nuova stagione 2012/2013. In prossimità del Santo Natale, opportunamente, è stato affrontato il tema della “Nascita di Gesù”. La dottrina mariana è tutta costruita in riferimento a Cristo e al suo mistero di salvezza, leggiamo dal foglio che Don Sabatino ci fornisce, per fare seguire al meglio la Parola di Dio. Poi prosegue: essa guida ad una fede più profonda in Cristo. Il concepimento di Gesù fu verginale senza concorso umano. Maria ha generato (biologicamente) il corpo umano in cui Dio infonde, nel medesimo istante, l’anima (umana) creata: dall’unione del corpo generato da Maria e dall’anima creata da Dio si costituisce una natura umana concreta, individuale. Ma essa nello stesso momento in cui questa natura umana comincia ad essere, è assunta dalla Persona del Verbo: è la stessa Persona del Verbo che l’assume come sua propria natura. Questo significano le parole: “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. E così, Maria è la madre, vera e propria, di questo nuovo membro della razza umana, questo uomo nuovo nato nel mondo. Essa è la Madre del Verbo, poiché questo uomo nuovo non è altri che il Verbo. Nella natura umana Egli è stato generato da Maria. La relazione di maternità che intercorre fra Maria ed il Verbo fattosi carne è unica, singolare. In forza di questa relazione, Maria ha raggiunto una dignità unica: ha toccato con l’opera del suo concepimento i limiti della divinità. Ogni maternità è costituita da una relazione interpersonale ricca di conoscenza, amore affezione, donazione, confidenza reciproca: questo è “naturale”. E dobbiamo pensare che tutto questo fu presente nella relazione Maria – Cristo. Ma nel caso di Maria si tratta di un figlio che è Dio. Ed allora questa maternità è “piena di grazia” e di santità. La grazia è prima di tutto l’amore stesso eterno con cui il Padre ama la creatura umana: da questa fonte scaturiscono tutti i doni che divinizzano la persona umana in cristo. Avendo il Padre deciso di inviare il Verbo nella nostra umanità, nello stesso atto ha simultaneamente voluto che Maria Gli fosse madre: per questo Ella è stata arricchita della più alta santità. Strettamente connessa col mistero della divina maternità, è la fede nella verginità di Maria. Maternità e verginità sono talmente collegate che bisognerebbe dire sempre: la maternità verginale di Maria. E’ una verginità reale e perpetua. Reale, perché essa riguarda veramente l’intera persona di Maria, anche il suo corpo. Perpetua, cioè prima del parto di Gesù, durante il parto e dopo il parto. Maria, nella dottrina della fede e nella nostra esperienza cristiana, non è una figura marginale. All’origine di tutto sta l’imperscrutabile decisione del Padre di comunicare la sua vita divina all’uomo, nel Figlio mediante il dono dello Spirito Santo (=predestinazione in Cristo). La realizzazione di questa decisione è l’incarnazione del Verbo, il Verbo incarnato, nel quale ogni cosa sussiste ed ad immagine del Quale ciascuno di noi è stato creato. Nella stessa decisione di inviare il suo Figlio, è inclusa la persona di Maria come pre-destinata a generare nella natura umana il Verbo – Unigenito Dio. L’esperienza di fede della Chiesa ha progressivamente approfondito il mistero del Cristo, vero Dio e vero uomo. In dipendenza da questa progressiva scoperta, la Chiesa vive la progressiva scoperta del mistero di Maria dentro al Mistero del Verbo incarnato: una scoperta che ebbe la sua “pietra miliare” nella definizione dogmatica della divina e verginale maternità di Maria. In vista di questa singolare missione, il Padre la preservò dal peccato originale, la ricolmò dell’abbondanza dei doni di grazia (piena di grazia) e, nel suo sapiente disegno, “volle…che l’accettazione di colei che era predestinata a essere madre precedesse l’Incarnazione” (LG 56; EV 1/430). In forza di questo consenso, Ella “quasi plasmata dallo Spirito Santo” (cfr. LG 56; EV1/430), consacrò totalmente se stessa all’opera e alla persona del suo Figlio, presentandolo al Padre nel tempio e soffrendo con Lui morente sulla Croce. In tal modo, Maria, sotto di Lui e con Lui, servì al mistero della nostra redenzione, partecipando al mistero della Risurrezione del Cristo in modo unico, essendo stata assunta nella Gloria in corpo e anima, appena terminato il corso della sua vita.

Matilde Maisto