18 novembre 2012

Il Consiglio di Stato ha bloccato il trasferimento presso il Consorzio di Bonifica del Sannio Alifano dei 15 dipendenti del disciolto ente consortile della Valle Telesina.

Prof. Pietro Andrea Cappella
PIEDIMONTE MATESE. Con proprio provvedimento emesso nei giorni scorsi, anche il Consiglio di Stato ha bloccato il trasferimento presso il Consorzio di Bonifica del Sannio Alifano dei 15 dipendenti del disciolto ente consortile della Valle Telesina. Il massimo tribunale amministrativo era stato chiamato ad esprimersi direttamente dalla Regione Campania che, nelle scorse settimane, aveva presentato ricorso per la parziale riforma dell’ordinanza cautelare della prima sezione del Tar Campania dello scorso mese di settembre con cui era stata sospesa l’applicazione della legge regionale n.11 del 12 maggio scorso e sollevata, nel contempo, la questione di legittimità costituzionale dell’art.3 della norma votata dal Consiglio regionale della Campania dinanzi alla Corte Costituzionale. In particolare, con proprio ricorso in appello, la Regione aveva chiesto di riformare la parte dell’ordinanza in cui veniva sospesa l’esecutività delle note regionali con cui si intimava il presidente dell’Ente di viale della Libertà Prof. Pietro Andrea Cappella di assumere i 15 dipendenti, pena la nomina di un commissario ad acta e lo scioglimento degli organi statutari. I giudici della quinta sezione del Consiglio di Stato presieduta da PierGiorgio Trovato, in sede giurisdizionale, hanno però respinto l’appello dell’Ente Regione, accogliendo in pieni la tesi difensiva del Consorzio sostenuta dagli avvocati Luigi Maria D’Angiolella ed Eleonora Marzano e  ritenendo “nei limiti della delibazione sommaria, propria della fase cautelare, di dover condividere l’impostazione del primo giudice (Tar Campania) in quanto la pendenza della questione di costituzionalità della norma in esecuzione della quale è stato adottato il provvedimento impugnato rende necessario il proseguimento, da parte della Regione, nella gestione del personale di cui si tratta, secondo le modalità seguire fino ad ora”. Quindi, in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale sul rispetto o meno degli articoli 3 e 97 della Costituzione Italiana da parte della legge regionale, la Regione Campania dovrà continuare a gestire i 15 dipendenti e a preoccuparsi di garantire loro lo stipendio mensile ed il trattamento salariale previsto dalla normativa vigente, come accaduto negli ultimi dieci anni, a partire dal 2002 quando i lavoratori passarono dalle dipendenze del consorzio sannita, poi sciolto per debiti, alla gestione liquidatoria retta tuttora da un commissario nominato dalla Regione. Ancora una volta, dunque, il massimo organo giurisdizionale amministrativo riconosce la legittimità dell’operato sin qui svolto dalla deputazione amministrativa presieduta da Cappella e boccia il tentativo della Regione di scaricare sul Sannio Alifano un fardello di 15 dipendenti senza un’adeguata disciplina e distribuzione, in capo ai vari soggetti interessati (regione, gestione liquidatoria, consorzio) degli oneri previdenziali ed assistenziali pregressi nonché degli accantonamenti per il trattamento di fine rapporto, senza contare la mancata copertura finanziaria del trasferimento e le conseguenze contabili sul bilancio dell’ente consortile che potrebbero condurre ad uno stato di dissesto o, comunque, di grave deficit economico-finanziario dello stesso.

Pietro Rossi