04 maggio 2012

Medici senza ricettari, si rischia il mancato servizio


MARCIANISE - Come in altri comuni della regione campania lunghe file agli sportelli delle Asl, questo volta sdono i medici, che reclamano la dose quotidiana dei classici blocchetti per le ricette, quelli bianchi e rossi. Ma detta così potrebbe sembrare una lieve inadempienza da parte di chi dovrebbe invece garantire il perfetto funzionamento della macchina sanitaria. Ma qui invece i toni sono diversi: si parla di pericolo di interruzione di pubblico servizio. A esserne maggiormente colpiti gli anziani, i malati cronici costretti a ripetuti controlli e ad assumere tanti farmaci con tante ricette. Ad intervenire lo SMI provinciale (sindacato medici italiani)  con i dirigenti Giuseppe Rivellini e Giulio Letizia. I blocchetti, qualli incriminati, contengono appena cento ricette e non sono sufficienti nemmeno per una giornata per i medici di medicina generale. Invero tanti i medici che per porre rimedio alle carenze, e garantire un servizio adeguato devono recarsi quotidianamente agli sportelli dell’amministrazione sanitaria locale per ritirare un singolo blocchetto e entro le 12,30.  Il rischio? Quello di rimanerne sprovvisti e dover prescrivere su carta bianca. Ma da qui poi i problemi veri di ordine legale e professionale. “I blocchetti di ricette vengono stampati dal Poligrafico di Stato su richiesta della Regione e, continua il comunicato dello Smi, ogni anno si verifica questa carenza. Si tratta infatti di una programmazione sbagliata della Regione che si basa sul numero di ricettari consumati l'anno precedente, senza tenere conto che quello stesso numero è stato insufficiente.” “Molti colleghi non possono ottemperare agli obblighi prescrittivi. Nell’attesa di pronti e solleciti riscontri su comportamenti da assumersi in merito alla vicenda, hanno dichiarato inoltre il dottori Rivellini e Letizia, lo SMI si riserva di adempiere ad atti legali in difesa della categoria per modalità prescrittive diverse dalle normative vigenti soprattutto per l’urgenza e l’emergenza contingenti e tutto ciò per non incorrere in interruzione di servizio pubblico.”

Ernesto Genoni