Fabrizio Frosio |
Nasce da una
necessità e non da un’ideologia. Vuole rappresentare le realtà produttive più
piccole. Nasce in Veneto ma ha ambizioni nazionali, fin dal prossimo autunno. Si
chiama Partito delle Aziende (PdA). Parla il suo fondatore Fabrizio
Frosio.
Quando e perché ha
deciso di costituire il PdA?
Io e
Kim Carrara (segretario amministrativo nazionale) siamo i fondatori del progetto
politico PdA.
PdA è sinonimo di
partito dell’ascolto e/o addirittura di partito della famiglia. Abbiamo deciso
di costituire il PdA quando ci siamo resi conto che tutti i partiti politici
parlano di lavoro e di famiglia, ma nessuno si è ancora veramente reso conto che
la famiglia italiana vive e sopravvive grazie a un sottobosco sconosciuto di
autonomi, ditte individuali, ditte familiari e piccole aziende artigiane che
sommate formano l’85% del tessuto economico nazionale e che, se sommate a tutte
le famiglie dei loro dipendenti e collaboratori, sono maggioritarie nel Paese.
Parlando con amici comuni che lavorano nelle piccole imprese del Nord ci siamo
resi conto che la lotta tra dipendente e datore di lavoro non esiste nelle
nostre strutture, e tutti sanno che sia il datore di lavoro sia il dipendente
sono legati da uno stesso destino che cambia, peggiora e muore se l’azienda sta
male e muore a sua volta.
Da qui è nata la
riflessione sul fatto che nessuno, nemmeno le associazioni di categoria,
tutelano questa moltitudine di lavoratori che – non dimentichiamoci- sono coloro
che hanno reso possibile il rinascimento nel dopoguerra degli anni ’50 e che ora
sono lasciati allo sbando di una politica fallimentare, delle scelte incoscienti
di Confindustria che parteggia solo e comunque per i propri interessi e non per
quelli della piccola impresa, pur se rappresenta si e no il 5% del tessuto
lavorativo. Da qui è nata la necessità di costruire un partito politico che
finalmente parteggi per quelli che sono i veri contribuenti della crescita e
dello sviluppo, portando esponenti propri in Parlamento per decidere in prima
persona le sorti del proprio futuro.
Ecco perché ci dichiariamo diversi dagli altri
partiti, nasciamo da una società e non da un’ideologia, e siamo prima
imprenditori e amministratori delle nostre aziende che vogliono portare la
propria esperienza e capacità individuale al servizio della comunità e del
Paese, per cambiare un sistema ormai in preda all’immobilismo e alla
disperazione.
Coma si colloca il
PdA nei confronti dei partiti di centrodestra (PdL e Lega) che finora hanno
intercettato gran parte del voto di questo
elettorato?
Come sempre quando
si parte, e si parte con le idee chiare, un po’ di fastidio lo si dà,
soprattutto a chi ha delle poltrone che stanno leggermente cominciando a
vacillare. Gli scambi di veduta e i rapporti di dialogo sono comunque già
avviati con ambedue le formazioni politiche maggioritarie del centrodestra. La
Lega ci teme perché siamo un progetto nazionale che crede nel Tricolore e vuole
uno Stato forte che delinei le autonomie, federalismo alla tedesca, mentre loro
predicano un federalismo alla carlona…l’importante è far baccano, ma i risultati
in vent’anni li stiamo ancora aspettando. Il PdL è nella fase mistica, sta
aspettando il salvatore che – calato dal cielo – plachi le loro bugie interne,
ma con esponenti come Scilipoti, Santanché e La Russa sarà molto difficile la
redenzione, neanche con l’avvento del buon piccolo Angelo Alfano. Noi intanto ci
portiamo a casa tutti i loro malcontenti e tutte le persone che avevano perso la
speranza, che trovano in noi un appiglio su cui fare affidamento. Anche perché
essendo un partito di gente tosta, abituata a lavorare con la propria faccia e
il proprio denaro, non abbiamo paura di nessuno.
E come si pone nei
confronti del centrosinistra? In particolare nel Veneto, dove c’è un esponente
(Bortolussi della Cgia si Mestre) molto attento al mondo delle
Pmi?
Se Bortolussi fosse
attento, capirebbe che il centrosinistra non è la postazione migliore per
tutelare la piccola impresa del Nord o del Sud che sia, poiché chi crede nella
propria azienda sente il prurito solo a sentire la parola sinistra. Pur essendo
una persona capace e dotta, non ha mai capito che la battaglia si fa sul campo e
sul campo ci si schiera con i tuoi e non con chi ti offre la miglior paratoia.
Detto questo, se la situazione nazionale è così disastrosa molta responsabilità
è dell’opposizione che, pur di andare sempre e comunque contro Berlusconi, ha
perso i propri valori – che non condividevo, ma rispetto – e perciò ha perso
anche la credibilità e la forza aggressiva. Ultimo esempio, gli scandali: tutti
addosso ai ladri del PdL, poi si scopre che loro ne hanno combinate di molto più
pesanti e lì ci casca solo e sempre l’asino.
È un partito
prevalentemente territoriale (Nord Est) o ha ambizioni
nazionali?
Siamo nati a Verona
da imprenditori veneti e lombardi, ma in tre mesi di vita abbiamo già costruito
una struttura nazionale che, escluse Valle d?Aosta e Basilicata, ha un
organigramma quasi completo in tutte le regioni. Da qui dico: il progetto è
talmente forte e sentito che entro pochi mesi (29-30 ottobre) faremo
un’assemblea costituente a Roma, con delegati di ogni provincia italiana, isole
comprese, e da lì cominceremo il nostro lavoro
concretamente.
Quali sono i punti
principali del vostro programma?
Tutelare la piccola
impresa per tutelare la famiglia italiana. Imprenditore e dipendente: rendere
più facile la vita alle piccole e piccolissime aziende per poter migliorare il
tenore di vita dei propri dipendenti, dividendo con loro anche una parte degli
utili. Meno burocrazia, una fiscalità più rapida e comprensibile. Accesso al
credito facilitato soprattutto nei periodi di crisi, dove le banche vengono
aiutate dallo Stato solo per rimpinzare le proprie fondazioni. Professionalità
dei lavori per arginare la concorrenza sleale. Un controllo meno oppressivo e
usuraio da chi, essendo organo dello Stato, dovrebbe essere al servizio del
cittadino-lavoratore in quanto è colui che paga anche i loro stipendi.
L’istituzione come in Germania, di un tutor che sia incaricato dall’espletamento
dell’enorme bagaglio di appuntamenti fiscali a cui siamo
sottoposti.
Taglio degli
sprechi e dei costi di tutte le caste, non solo politiche, istituendo la
distribuzione forzata di buon senso. Per finire, il ritorno a un’Italia degna
del nome che rappresenta, esempio di fasti e di gloria di cui nessuno si ricorda
più.
La nostra rovista
si rivolge soprattutto ai professionisti autonomi, che “confinano” con le
imprese ma giuridicamente non lo sono. C’è qualcosa di loro specifico interesse
nel vostro programma?
Queste figure
lavorative sono proprio quelle che noi andremo a rappresentare, in quanto io
personalmente sono un agente di commercio che conosce quali siano gli enormi
ostacoli di chi vive l’azienda e di chi ne subisce dall’esterno i riflessi
positivi o negativi.
Nel corso della mia
non grandissima esperienza lavorativa, in quanto non ho ancora 40 anni, mi sono
imbattuto in famiglie disperate che, dopo una storicità d’azienda
pluridecennale, si sono ritrovate senza casa e con tutti i beni di una vita di
lavoro sfumati a causa di una crisi che non abbiamo creato noi, ma chi vive di
finanza di carta e non di sudore e di lavoro vero. Nasce il Partito delle
aziende. Rinasce l’Italia di un
tempo.
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PARTITO DELLE AZIENDE
Via Primo Maggio 37
37012 Bussolengo VR
045 6717584 366 3159767
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