14 settembre 2011

Un partito diverso.

Fabrizio Frosio
Nasce da una necessità e non da un’ideologia. Vuole rappresentare le realtà produttive più piccole. Nasce in Veneto ma ha ambizioni nazionali, fin dal prossimo autunno. Si chiama Partito delle Aziende (PdA). Parla il suo fondatore Fabrizio Frosio.
Quando e perché ha deciso di costituire il PdA?

Io e Kim Carrara (segretario amministrativo nazionale) siamo i fondatori del progetto politico PdA.
PdA è sinonimo di partito dell’ascolto e/o addirittura di partito della famiglia. Abbiamo deciso di costituire il PdA quando ci siamo resi conto che tutti i partiti politici parlano di lavoro e di famiglia, ma nessuno si è ancora veramente reso conto che la famiglia italiana vive e sopravvive grazie a un sottobosco sconosciuto di autonomi, ditte individuali, ditte familiari e piccole aziende artigiane che sommate formano l’85% del tessuto economico nazionale e che, se sommate a tutte le famiglie dei loro dipendenti e collaboratori, sono maggioritarie nel Paese. Parlando con amici comuni che lavorano nelle piccole imprese del Nord ci siamo resi conto che la lotta tra dipendente e datore di lavoro non esiste nelle nostre strutture, e tutti sanno che sia il datore di lavoro sia il dipendente sono legati da uno stesso destino che cambia, peggiora e muore se l’azienda sta male e muore a sua volta.
Da qui è nata la riflessione sul fatto che nessuno, nemmeno le associazioni di categoria, tutelano questa moltitudine di lavoratori che – non dimentichiamoci- sono coloro che hanno reso possibile il rinascimento nel dopoguerra degli anni ’50 e che ora sono lasciati allo sbando di una politica fallimentare, delle scelte incoscienti di Confindustria che parteggia solo e comunque per i propri interessi e non per quelli della piccola impresa, pur se rappresenta si e no il 5% del tessuto lavorativo. Da qui è nata la necessità di costruire un partito politico che finalmente parteggi per quelli che sono i veri contribuenti della crescita e dello sviluppo, portando esponenti propri in Parlamento per decidere in prima persona le sorti del proprio futuro.
 Ecco perché ci dichiariamo diversi dagli altri partiti, nasciamo da una società e non da un’ideologia, e siamo prima imprenditori e amministratori delle nostre aziende che vogliono portare la propria esperienza e capacità individuale al servizio della comunità e del Paese, per cambiare un sistema ormai in preda all’immobilismo e alla disperazione.

Coma si colloca il PdA nei confronti dei partiti di centrodestra (PdL e Lega) che finora hanno intercettato gran parte del voto di questo elettorato?
Come sempre quando si parte, e si parte con le idee chiare, un po’ di fastidio lo si dà, soprattutto a chi ha delle poltrone che stanno leggermente cominciando a vacillare. Gli scambi di veduta e i rapporti di dialogo sono comunque già avviati con ambedue le formazioni politiche maggioritarie del centrodestra. La Lega ci teme perché siamo un progetto nazionale che crede nel Tricolore e vuole uno Stato forte che delinei le autonomie, federalismo alla tedesca, mentre loro predicano un federalismo alla carlona…l’importante è far baccano, ma i risultati in vent’anni li stiamo ancora aspettando. Il PdL è nella fase mistica, sta aspettando il salvatore che – calato dal cielo – plachi le loro bugie interne, ma con esponenti come Scilipoti, Santanché e La Russa sarà molto difficile la redenzione, neanche con l’avvento del buon piccolo Angelo Alfano. Noi intanto ci portiamo a casa tutti i loro malcontenti e tutte le persone che avevano perso la speranza, che trovano in noi un appiglio su cui fare affidamento. Anche perché essendo un partito di gente tosta, abituata a lavorare con la propria faccia e il proprio denaro, non abbiamo paura di nessuno.

E come si pone nei confronti del centrosinistra? In particolare nel Veneto, dove c’è un esponente (Bortolussi della Cgia si Mestre) molto attento al mondo delle Pmi?
Se Bortolussi fosse attento, capirebbe che il centrosinistra non è la postazione migliore per tutelare la piccola impresa del Nord o del Sud che sia, poiché chi crede nella propria azienda sente il prurito solo a sentire la parola sinistra. Pur essendo una persona capace e dotta, non ha mai capito che la battaglia si fa sul campo e sul campo ci si schiera con i tuoi e non con chi ti offre la miglior paratoia. Detto questo, se la situazione nazionale è così disastrosa molta responsabilità è dell’opposizione che, pur di andare sempre e comunque contro Berlusconi, ha perso i propri valori – che non condividevo, ma rispetto – e perciò ha perso anche la credibilità e la forza aggressiva. Ultimo esempio, gli scandali: tutti addosso ai ladri del PdL, poi si scopre che loro ne hanno combinate di molto più pesanti e lì ci casca solo e sempre l’asino.

È un partito prevalentemente territoriale (Nord Est) o ha ambizioni nazionali?
Siamo nati a Verona da imprenditori veneti e lombardi, ma in tre mesi di vita abbiamo già costruito una struttura nazionale che, escluse Valle d?Aosta e Basilicata, ha un organigramma quasi completo in tutte le regioni. Da qui dico: il progetto è talmente forte e sentito che entro pochi mesi (29-30 ottobre) faremo un’assemblea costituente a Roma, con delegati di ogni provincia italiana, isole comprese, e da lì cominceremo il nostro lavoro concretamente.

Quali sono i punti principali del vostro programma?
Tutelare la piccola impresa per tutelare la famiglia italiana. Imprenditore e dipendente: rendere più facile la vita alle piccole e piccolissime aziende per poter migliorare il tenore di vita dei propri dipendenti, dividendo con loro anche una parte degli utili. Meno burocrazia, una fiscalità più rapida e comprensibile. Accesso al credito facilitato soprattutto nei periodi di crisi, dove le banche vengono aiutate dallo Stato solo per rimpinzare le proprie fondazioni. Professionalità dei lavori per arginare la concorrenza sleale. Un controllo meno oppressivo e usuraio da chi, essendo organo dello Stato, dovrebbe essere al servizio del cittadino-lavoratore in quanto è colui che paga anche i loro stipendi. L’istituzione come in Germania, di un tutor che sia incaricato dall’espletamento dell’enorme bagaglio di appuntamenti fiscali a cui siamo sottoposti.
Taglio degli sprechi e dei costi di tutte le caste, non solo politiche, istituendo la distribuzione forzata di buon senso. Per finire, il ritorno a un’Italia degna del nome che rappresenta, esempio di fasti e di gloria di cui nessuno si ricorda più.

La nostra rovista si rivolge soprattutto ai professionisti autonomi, che “confinano” con le imprese ma giuridicamente non lo sono. C’è qualcosa di loro specifico interesse nel vostro programma?
Queste figure lavorative sono proprio quelle che noi andremo a rappresentare, in quanto io personalmente sono un agente di commercio che conosce quali siano gli enormi ostacoli di chi vive l’azienda e di chi ne subisce dall’esterno i riflessi positivi o negativi.
Nel corso della mia non grandissima esperienza lavorativa, in quanto non ho ancora 40 anni, mi sono imbattuto in famiglie disperate che, dopo una storicità d’azienda pluridecennale, si sono ritrovate senza casa e con tutti i beni di una vita di lavoro sfumati a causa di una crisi che non abbiamo creato noi, ma chi vive di finanza di carta e non di sudore e di lavoro vero. Nasce il Partito delle aziende. Rinasce l’Italia di un tempo.

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