24 agosto 2011

CASERTA-ATTESA PER LO SPETTACOLO DI GIOBBE COVATTA AL BELVEDERE DI SAN LEUCIO


CASERTA.Venerdì  26 agosto, presso il complesso monumentale del Belvedere di San Leucio, irrompe l’acuta e sferzante ironia del grande artista teatrale napoletano Giobbe Covatta, che, acuto  testimonial dei problemi e delle difficoltà patite dalle popolazioni del cosiddetto Terzo Mondo sulla via dello sviluppo, porterà in scena il suo nuovo recital. L’evento è molto atteso, sia in città che in provincia. Infatti, quella di Covatta non è affatto una comicità in se stessa. Anzi! La sua naturale vis comica è una specie di arma dalla cui bocca fuoriescono non pallettoni assassini, ma fiori di stimolo e riflessione sulle estreme condizioni di povertà e degrado in cui navigano le popolazioni meno fortunate del Pianeta, specialmente quelle africane, e, per contro, frecciate ironiche avverso la superficialità e il menefreghismo con cui i ricchi e gli opulenti signori del cosiddetto Mondo Civile affrontano l’importante e sempre più sentita problematica. Facendo leva sull’acutezza e la scanzonatezza che gli sono sempre stato consoni, l’autoproclamatosi paladino dei poveri della Terra ci sbatte in faccia, in maniera lucida ed impietosa, l.e nostre responsabilità verso chi, nel mondo, soffre anche per colpa nostra, che abbiamo creato un sistema economico mondiale assolutamente perverso, in base al quale, per di vivere noi nekll’agiatezza, milioni e milioni  perone devono morire di fame e di stenti. Insomma, Covatta, forte di un umorismo molto apprezzato e fantasioso e, ovviamente, della sua incontenibile e prorompente “napolitanità”, starà lì a spingerci a riflettere sul nostro infinitesimale modo di porci su una delle più grandi e sentite problematiche del mondo, cosiddetto civile, quale è la fame nel mondo. La “disperata” denuncia covattiana anche nell’ottica di far capire chi fa sistematica mente finta che il problema no sua di sua pertinenza che le disparità tra i “grandi” e i “poveri” del globo terracqueo sono state sempre estremamente pericolose, anche per quanto concerne la tanto cercata e desiderata stabilità politica mondiale. 

Daniele Palazzo