23 giugno 2011

NUOVE FRONTIERE PER LA VERTEBROPLASTICA LO STENT IN TITANIO ABBATTE I RISCHI DI COMPLICANZE POST-OPERATORIE


Osseofix, l’evoluzione della vertebroplastica - L’ultima frontiera per la riparazione delle fratture vertebrali traumatiche si chiama Osseofix. Si tratta di una procedura che rappresenta l’evoluzione della vertebroplastica tradizionale (iniezione di cemento nella vertebra fratturata) e della cifoplastica (iniezione di cemento previa espansione della vertebra con palloncino), due tecniche neuroradiologiche interventistiche consolidate in campo traumatologico vertebrale. A differenza di queste tecniche, l’OsseoFix permette di stabilizzare permanentemente la vertebra con una sorta di gabbia in titanio che, una volta applicata con un intervento percutaneo, viene riempita di cemento acrilico solidificato. Apprendere la tecnica in Neuromed - Il dispositivo, di ultima generazione, è stato  di recente importato in Italia dagli Stati Uniti dal dott. Marcello Bartolo, Responsabile della Neuroradiologia diagnostica e terapeutica dell’IRCCS Neuromed di Pozzilli (IS), che ne è stato anche il primo utilizzatore in Italia e che oggi ha al suo attivo più di venti casi trattati. Oggi sono pochissimi gli specialisti italiani che hanno avuto l’opportunità di conoscere questa nuovissima tecnica, per questo motivo presso l’Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed, grazie al know-how del dott. Bartolo, pioniere della tecnica, è partito nel mese di giugno un workshop semestrale di aggiornamento aperto a quattro specialisti alla volta (come ortopedici, neuroradiologi e neurochirurghi) che potranno approcciare questa nuova tecnica attraverso la discussione delle indicazioni al trattamento per via percutanea e, in seguito, assistendo ad uno o più interventi in diretta con il sistema percutaneo Osseofix.
Le fratture trattabili e la riduzione dei rischi - L’applicazione dello stent in titanio risolve fratture particolarmente difficili da trattare, quali quelle di origine traumatica in soggetti giovani, garantendo la consolidazione di una nuova e valida impalcatura per la vertebra che regga nel tempo con una ristrutturazione vertebrale per un’adeguata stabilizzazione del rachide. La vertebra pertanto risulta essere rialzata, solida e, soprattutto, non dolente. Non solo, questo sistema evita il pericolo di fuoriuscita del cemento, riducendo notevolmente la possibilità di complicanze dovute allo stravaso del cemento stesso. L’Osseofix è dunque la nuova arma a disposizione degli specialisti anche contro la lombaggine da crollo vertebrale e, in taluni casi, nei cedimenti vertebrali da osteoporosi, nonostante la  procedura sia più indicata nei pazienti di media età soggetti a crolli vertebrali da trauma. Rapidità e garanzia di guarigione - “Questa procedura neuroradiologica interventistica – spiega il dott. Marcello Bartolo - permette al neuroradiologo di alleviare il dolore di quei pazienti sofferenti per crollo vertebrale, riparando il segmento fratturato in poco tempo,  spesso senza procedure anestesiologiche totali e, soprattutto, con una tecnica interventistica-chirurgica mini invasiva che comporta l’introduzione nel corpo della vertebra fratturata di uno/due stent espandibili in titanio, fenestrati, con secondaria iniezione di cemento semifluido autosolidificante. La combinazione cemento-stent permette il rialzamento della vertebra crollata, la solidificazione del cemento e la stabilizzazione del corpo vertebrale con immediata risoluzione del dolore.” L’intervento, eseguito quasi sempre  in anestesia locale, dura circa quarantacinque minuti e permette al paziente una ripresa molto rapida, consentendogli di deambulare senza dolore a sole ventiquattro ore dall’inserimento dello stent, con una degenza media di circa 2 giorni e senza necessità di utilizzare busto ortopedico.

Ufficio Comunicazione e Stampa
Cunegonda Zaza d’Aulisio
Resp. Area Stampa