01 maggio 2011

Quel giorno che Giovanni Paolo II ci affidò il compito di vivere il perdono.




PIEDIMONTE MATESE. Oggi 1 maggio 2011, nel giorno della beatificazione di Papa Giovanni Paolo II, il “Papa venuto da lontano”, il “Papa Buono”, il “Papa del rinnovamento”, Il "Papa che cambiò il corso della storia", il "Papa dei giovani" che parlava alle moltitudini di papaboys delle GMG, anche io voglio portarvi la mia piccola testimonianza dell’incontro “ravvicinato” che ho avuto il piacere di fare lungo il cammino della mia vita. Vi affido il compito di vivere il perdono e diffondere il perdono diventando così costruttori di pace” questo in sintesi fu il messaggio che ci affidò nel suo saluto Giovanni Paolo II quando ricevette nella Sala dei Papi in Vaticano sabato 21 dicembre 1996 una Delegazione Nazionale formata da ragazzi e Responsabili Diocesani di A.C.R. (Azione Cattolica Ragazzi) di cui feci parte anche io come Responsabile dei ragazzi della Diocesi di Alife-Caiazzo. Il 21 dicembre 1996 è una data che rimarrà sempre viva nella mia memoria, una esperienza unica che ha segnato il mio impegno associativo in Azione Cattolica e nel campo sociale per molti anni. Come è consuetudine, ogni anno, una delegazione formata da rappresentanti dei ragazzi e dei responsabili di A.C.R. delle diocesi italiane si reca dal Papa per lo scambio di auguri natalizi, quell’anno toccò anche alla nostra Diocesi che fu rappresentata per l’occasione da due ragazzi e da me. Di quell’incontro porto nel cuore il ricordo del sorriso e della calorosa stretta di mano con il Pontefice che mi chiese da dove venissi. Dopo il veloce saluto ci fu lo scambio dei doni, la nostra Diocesi fece dono a Papa Giovanni Paolo II, di un grande cesto di prodotti locali del Matese che lui ricambiò con una targa ricordo che custodisco gelosamente come una reliquia. Ma il ricordo più bello che mi è rimasto se permettete sono le sue parole che vi riporto integralmente:

“Vi ringrazio di cuore, carissimi ragazzi e ragazze dell’Azione Cattolica, venuti da varie parti d’Italia per questo appuntamento – ormai consueto – che ci permette di scambiarci gli auguri di Buon Natale e felice Anno Nuovo. Vi accolgo con gioia: dai bambini, ai ragazzi, agli adolescenti. Vi saluto con affetto, insieme con i vostri responsabili ed educatori, a partire dal Presidente nazionale e dall’Assistente generale. Grazie per le espressioni di affetto che mi avete rivolto. Nell’incontro natalizio dello scorso anno, ho consegnato all’ACR il messaggio “Diamo ai bambini un futuro di pace”. Sono certo che l’avete accolto con molto impegno. So di poter contare sui ragazzi dell’Azione Cattolica! Quest’anno, pensando alla prossima Giornata mondiale della Pace, vi affido il compito di vivere e diffondere il perdono, diventando così costruttori di pace. Guardando il presepe, dove giace il piccolo Bambino nella paglia della mangiatoia, possiamo facilmente comprendere che cos’è il perdono: è andare incontro all’altro che mi ha offeso, avvicinarmi a lui, che si è allontanato da me. Dio è stato fedele con l’umanità peccatrice, fino a venire ad abitare in mezzo a noi. Il bellissimo canto natalizio Tu scendi dalle stelle dice così: “Ahi quanto ti costò l’avermi amato!”. Il Figlio di Dio ha amato noi che l’abbiamo offeso; anche noi dobbiamo voler bene a quelli che ci offendono e così vincere il male col bene. Odiare il peccato ma amare il peccatore: questa è la via della pace, la via che ci insegna il Signore, fin dal mistero del suo Natale. Quando vi guardo, ragazzi e ragazze, vedo in voi quasi i coetanei del giovane Gesù. A questi giovani coetanei di Gesù voglio offrire una Benedizione ed un cordiale augurio di Buon Natale!”

Quell’incontro ravvicinato con Giovanni Paoli II mi ha fatto capire tante cose soprattutto che bisogna andare incontro a chi si è allontanato da noi. Grazie dei tuoi insegnamenti Papa buono, ti porteremo nel nostro cuore e ti ricorderemo nelle nostre preghiere.

Pietro Rossi