27 aprile 2011

Direttive europee reati ambientali.



Il Consiglio dei ministri del 7 aprile u.s. ha recepito le Direttive Europee 2008/99 e 2009/123 mediante l’approvazione del relativo schema di decreto legislativo che dà seguito all’obbligo imposto dall’Unione Europea a favore della tutela penale dell’ambiente ed obbliga gli Stati Membri ad inserire all’interno delle normative nazionali sanzioni pecuniarie per chi scarica sostanze inquinanti nelle acque, in aria e nel suolo, fino ad arrivare a punire la produzione, importazione ed immissione sul mercato, nonchè l’uso, di sostanze che danneggiano lo strato di ozono, secondo il principio del “chi inquina paga”. Da ora in poi, dunque, anche in Italia l’inquinamento e il danneggiamento ambientale verranno puniti come reato, senza tralasciare la responsabilità delle persone fisiche, ed a questo fine, oltre alla rilevazione di una serie di comportamenti illeciti, dovranno essere definiti i margini e gli ambiti per la gestione corretta e legale dei rifiuti: cioè, la raccolta, il trasporto e il recupero dei rifiuti e i danni da essi provocati saranno punibili come reati, così come le persone direttamente responsabili. Tuttavia, nel merito del provvedimento, sul piano sanzionatorio, tale decreto, non prevede sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive (come proposto dall’Unione Europea), quali, ad esempio, la condanna a pene reclusive, crescenti in base alla gravità degli illeciti, per chi inquina, froda, causa disastri, compie il delitto di ecomafia. In Italia, quindi, i crimini ambientali continueranno ad essere puniti solo con sanzioni di tipo contravvenzionale, di scarsa portata, con tempi di prescrizione bassissimi, senza alcuna possibilità di adeguati strumenti investigativi né di rogatorie internazionali (come, invece, richiederebbe la Direttiva Europea). La UIL, se pure tale recepimento può essere considerato un passo avanti per dare una risposta doverosa contro i crimini ambientali e, più in generale, contro l’ecomafia, esprime, al tempo stesso, delusione e forte preoccupazione per un’attuazione non concretamente efficace e seria dell’obiettivo europeo di tutela ambientale.

FONTE: Comunicato UIL C.F.S
http://www.uilcfs.it/index.php?mod=read&id=1303817471