04 gennaio 2011

Stasera presentazione del libro di poesie in vernacolo “ Radici e Memoria“ di Gina Bottone.


Capriati al Volturno- Stasera appuntamento con la cultura per la presentazione del libro di poesie in dialetto siciliano di Gina ( Francesca) Bottone (nella foto) dal suggestivo titolo “ Radici e Memoria”. L’evento, promosso dall’associazione Apas-CV, gode del patrocinio del comune di Capriati al Volturno. L’appuntamento è fissato per le ore 18.00 nell’aula consiliare del comune. Tutta la cittadinanza è invitata ad intervenire. Il sindaco dr. Giovanbattista Viccione e l’arciprete don Davide Vella porteranno il saluto della cittadinanza. Sono previsti gli interventi dell’editore Amerigo Iannacone, dello scrittore Aldo Cervo e della scrittrice Pasqualina Di Lullo Iannitti. Moderatrice dei lavori Antonietta Izzo Capobianco. Sarà presente l’autrice del libro. Così scrive nella prefazione di “Radici e Memoria” Gerlando Cilona: “il titolo racchiude tutta la vita dell’autrice, Gina Bottone, insegnante di scuola elementare. E’ un percorso a ritros fatto di immagini, sentimenti, di aromi, sensazioni fissati per sempre nel cuore e nella memoria. L’itinerario della raccolta è un viaggio andata-ritorno da Favara, un paese della Sicilia, terra ricca d’incanto e di cultura ma povera di occupazione. Le coordinate spaziali s’intrecciano con quelle temporali e diventano ancora di salvezza, porto sicuro per radicare la propria identità e la sua evoluzione. L'opuscolo di poesie, ricco di richiami, presenta una vasta gamma d'emozioni e di dolci abbandoni. Gina( all'anagrafe Francesca) con la memoria tenta di sconfiggere il Tempo e l'oblio. Contro il silenzio ed oltre il silenzio, la poetessa si accosta al passato apparentemente remoto perché esso è sempre presente, impresso dentro la sua anima. Scrive; " Comu da lu fìnistrinu di un treni ca curri, vidi passari l'anni di la primavera... forsi li megli di la vita ca era". Tristezza e nostalgia affiorano nelle parole; in esse v'è la consapevolezza di una malinconica corsa verso il futuro dove "a tia ti tocca sulu taliàri". Ma Gina si ribella, si rifiuta di ammettere che la sua esperienza, la sua Storia non possa ancora essere utile alla gente, ai nipoti, alle future generazioni. Nel "tempo di la china" il passato diventa per la poetessa strumento di vita, consentendo di stimolare i giovani ad avere Radici ed Ali: "radici forti, radici cari, radici ca non si ponnu scurdari"! Le ali di Gina consistono nella volontà di crearsi una famiglia, avere un lavoro, avviarsi verso un migliore avvenire: "u travagliu sicuru, fattu cu passioni, 'na famiglia to ' da ftirmari, u beni unicu, n'amuri ranni coti po' cunzulari". In "Favara di notti " ritorna al concetto scrivendo: "tìnennu a custodia li radici e la memoria, ca è beni priziusi da rispittari". Episodi, vicende scorrono come in un film. Scene di esseri umani che vivono di fatica, di stenti, ma che sono dignitosi e ricchi di correttezza morale; persone che lavorano e faticano per mantenere onestamente la famiglia. I loro volti non sono sbiaditi. Gina recupera elementi storico-ambientali in modo compiuto, minuzioso, paziente, scavando nel fondo della memoria per riportare alla luce episodi che hanno illuminato la sua vita e quella di un'intera collettività. Gli approcci retroattivi, impregnati di nostalgia delle cose passate, che sono il sale della vita, consentono alla memoria affettiva furtivi e confortevoli evasioni di "quel proustiano tempo delle cose che temiamo perdute". Significativa, a tale proposito, è la poesia "A famiglia d'aieri" dove critica la smania di un progresso che travolge perfino le più elementari norme di rispetto. Contro la società "usa e getta" del presente, la poetessa con lucidità ci descrive gli avvenimenti del presente mettendoli a confronto con il mondo della sua infanzia. Ne viene fuori un confronto difficile, complesso dove vivono e convivono slanci d'elevata moralità con atti mostruosi ed ingiustificabili. In questo modo l'ispirazione permette di cogliere e porre in essere la vita del passato trascorsa con ingenuità, immediatezza e spontaneità di sentimenti. Da ciò scaturisce la poesia che vibra nella precisione descrittiva dei luoghi, nella presentazione degli slanci del cuore che ammantano e trasformano tutto in una favola arcana e intramontabile.

Nicola Iannitti