07 ottobre 2010

TUTELARE LE AREE INTERNE SENZA DEMAGOGIA NON CI SONO PIU LE CONDIZIONI PER POTER GARANTIRE LA SCUOLA A OGNI PAESE.


PIEDIMONTE MATESE. Credo che sulle problematiche legate al dimensionamento della rete scolastica e alle pluriclassi, un amministratore pubblico deve avere il coraggio di dire le cose come stanno senza trasformarsi in “capo-popolo”. Se i giovani vanno via, le giovani coppie vanno altrove, ovviamente il numero degli alunni diminuisce sempre più. Tant'è che ci sono le pluriclassi. Anche di fronte a questo contesto dobbiamo avere la forza e il coraggio di dire:non ci sono più le condizioni per poter garantire la scuola a ogni comune, a ogni campanile, a ogni paese. Perchè non ci sono i numeri. La soluzione migliore credo sia quella di ragionare anche qui in termini comprensoriali, di creare poli scolastici, da costruire n un posto più comodo per tutti, senza pensare se sta su un altro territorio, per garantire da un lato una scuola di qualità in grado di formare il ragazzo e dall'altro è chiaro che dobbiamo lavorare per poter garantire a ogni territorio i servizi minimi essenziali. Quindi tutto questo porta un potenziamento di servizi trasporti, un potenziamento del sistema Istruzione, un potenziamento anche per le politiche del tempo libero. Immagino che insieme un comprensorio debba decidere senza penalizzare nessuno, tenendo conto delle esigenze di tutti. In una zona si crea il sistema dell'istruzione, da un'altra parte una struttura per il tempo libero ecc. In maniera tale da far vivere tutte le comunità. In quest'ottica, su questi temi, bisogna confrontarsi senza cadere nel populismo. A questo punto bisogna fare delle scelte anche perchè lo impone la legge 122/2010( legge finanziaria). C'è una precisa norma di legge che impone ai comuni al di sotto dei 5 mila abitanti di accorparsi e di cominciare a coniugare il verbo del federalismo dal basso. I sindaci farebbero bene a spingere affinchè al più presto si approvi la legge sui piccoli comuni che come Matese 2.0 abbiamo presentato e che andrebbe calendarizzata nell'agenda dei lavori del consiglio regionale. Solo con una legge ad hoc si può pensare di dare una prospettiva al Matese intero e a tutti i territori della regione. Il nuovo censimento, quello che fotografa l'ultimo decennio di prossima pubblicazione, per le nostre zone non promette nulla di buono. Avanzano sempre più povertà e spopolamento. Allora, cari amministratori del Matese, di cosa vogliamo discutere? Cari sindaci e amministratori del Matese, si è chiusa la stagione dei comitati locali, delle comunità montane, dei consorzi di bonifica, dei parchi con ristretti confini territoriali. E' ora di introdurre un nuovo paradigma culturale in fatto di gestione delle risorse, occorre unire le forze intorno però a proposte credibili e non a strategie vecchie che, dalle nostre parti, hanno portato solo clientelismo senza creare, per l'area matesina, le condizioni favorevoli per uno sviluppo socio-economico. Progetti costruiti con le vecchie logiche spartitorie . Basta analizzare il PIRAP per rendersi conto di tutto questo. E' ora di girare pagina, è ora che qualcuno si faccia da parte per favorire quel ricambio della classe dirigente più volte auspicato dal capo dello Stato per il rinnovamento e il riscatto del Sud.

MATESE 2.0
Coordinatore Marco Fusco (nella foto)