23 febbraio 2010

Esperti a confronto per la sicurezza e salute nelle pratiche agricole degli hobbisti dell’olio.


Piana di Monteverna. La coltivazione dell’olivo nella zona dell’altocasertano, dalle ottime caratteristiche morfologiche, è stata da sempre la caratteristica che ha contraddistinto la produzione di un ottimo olio dalle alte qualità. In questi ultimi anni, sono aumentati a dismisura i piccoli produttori di olio che coltivano l’olivo più per hobby che per necessità. La compagine degli hobby farmer (il termine anglosassone che indica gli agricoltori amatoriali) è molto variegata: impiegati, liberi professionisti, lavoratori autonomi, dipendenti pubblici, operai, pensionati. Tutti sono accomunati dalla passione di coltivare e praticare l’attività agricola, al fine di ottenere prodotti per l’autoconsumo familiare o da regalare agli amici, ma anche per stare all’aria aperta, per risparmiare nell’acquisto di derrate alimentari o consumare prodotti più sani e genuini. Si tratta di benefici sottostimati o addirittura non riconosciuti dal punto di vista collettivo - alla luce della mancanza di rilevazioni statistiche ufficiali - che però permettono, assieme al contributo preponderante dell’attività propriamente agricola, una conservazione degli spazi rurali i cui vantaggi finiscono con il ricadere sull’intera popolazione. Il fenomeno degli hobby farmer presenta purtroppo anche dei risvolti preoccupanti in materia di sicurezza nei lavori agricoli e di salute nella produzione e conservazione degli alimenti. Di questi temi si parlerà nel corso di un convegno che si terrà il 2 marzo a Piana di Monte Verna, organizzato dal Comune, dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania, dall’Associazione nazionale Città dell’Olio, dall’Associazione Città Paesaggio e dalla condotta Slow Food Volturno, dal titolo “Sicurezza e salute nelle pratiche agricole degli hobbisti dell’olio”. Le statistiche sugli incidenti sul lavoro nel comparto agricolo confermano che le vittime sono soprattutto lavoratori autonomi, estranei al settore agricolo, e persone con più di 65 anni di età. Il livello di pericolosità dell’attività agricola, già di per sé rischiosa, aumenta per gli agricoltori non professionali o hobbisti per la scarsa informazione del funzionamento di una macchina o di un processo produttivo, l’utilizzo di materiali, macchine o processi produttivi non adeguati o lo scarso addestramento ad un loro uso corretto, la mancanza di corrette procedure d’impiego, le modifiche autonome alle funzionalità e alle caratteristiche di un materiale o di una attrezzatura o di un processo; il non effettuare o il non gestire correttamente le operazioni di manutenzione preventiva, ordinaria e straordinaria. Il convegno di Piana di Monte Verna sarà un momento di riflessione e dibattito importante per promuovere finalmente una cultura della prevenzione sui luoghi di lavoro e uno stile di lavoro sicuro anche tra gli appassionati di agricoltura.

Pietro Rossi