26 giugno 2009

UN CASO DI BUONA SANITA’ ALL’OSPEDALE CIVILE DI PIEDIMONTE MATESE.

Piedimonte Matese. La storia che vi raccontiamo oggi è una di quelle tante che accadono tutti i giorni, ma spesso non vengono raccontate. Riguardo i servizi sanitari i media ci hanno abituato a storie di cronaca e di mala sanità, ad appelli, a casi disperati senza risoluzione. Quello che vi presentiamo oggi è un caso risolto e quindi di “buona sanità” , che va un poco contro corrente, a raccontare l’accaduto è una paziente che preferisce rimanere anonima ecco perché la chiameremo con un nome fittizio, signora Maria. La storia inizia un anno fa, la Signora Maria, dopo cinquanta giorni di peripezie e peregrinazioni tra varie strutture ospedaliere e ambulatori della nostra regione, viene ricoverata presso l’Ospedale Civile A.G.P. di Piedimonte Matese (nella foto), dove viene visitata presso il Pronto Soccorso dalla Dott.ssa Fiorillo che intuì subito il problema e ne dispose il ricovero presso il reparto di Chirurgia diretto dal Prof. Olimpio Guerriero. Fatti gli accertamenti del caso dopo due giorni, Maria, fu operata per un intervento d’urgenza salvavita, dal Dott. Ermanno Di Meo e dall’anestesista Dott.ssa Biasucci. Dopo l’intervento, racconta la Sig. Maria, sono stata presa in cura dal Dott. Maurizio Grillo (nella foto) proctologo, che mi ha seguito per mesi prima di arrivare all’intervento risolutore, eseguito con la nuova tecnica chiamata “starr”, dal Prof. Olimpio Guerriero, coadiuvato dai Dottori Grillo, Fumo e dall’anestesista Cecere. In quella occasione ho potuto riscontrare la grande professionalità del personale medico e paramedico del nosocomio piedimontese, oltre alla bravura dei giovani medici sicuramente non “raccomandati”. La mia testimonianza serve per dare fiducia a tutti gli ammalati che ancora non hanno trovato una giusta risoluzione ai loro problemi. Io ci sono riuscita e questo grazie alla competenza di tutto il personale dell’Ospedale Civile di Piedimonte Matese che ringrazio pubblicamente insieme ai donatori di sangue che mi hanno permesso di avere le trasfusioni salvavita.



Pietro Rossi