26 marzo 2009

Concessa la cassa integrazione in deroga ai 700 operai della Ixfin di Marcianise.


Piedimonte Matese. Concessa la cassa integrazione in deroga ai 700 operai della Ixfin di Marcianise. La firma del provvedimento è arrivata nel pomeriggio di oggi, presso il Ministero del Welfare, ad opera del Sottosegretario di Stato con delega al Lavoro Pasquale Viespoli che ha concesso la mobilità anche per l’inero anno 2009 ai dipendenti dello stabilimento marcianisano, la cui società era già stata dichiarata fallita con ben due procedure giudiziarie. La notizia del riconoscimento degli ammortizzatori sociali in favore dei 700 operai e delle relative famiglie è stata accolta con soddisfazione dal Senatore della Repubblica Carlo Sarro (nella foto) che ha seguito passo dopo passo la procedura che ha portato alla concessione della cassa integrazione in deroga. “L’adozione del provvedimento a vantaggio dei 700 operai della Ixfin di Marcianise-dichiara il senatore Sarro-testimonia ancora una vola la grande attenzione riservata dal Governo Berlusconi e dalla maggioranza parlamentare di centrodestra che lo sostiene verso le problematiche che attanagliano la Provincia di Caserta, in primis il grave dramma occupazionale che investe centinaia di famiglie e che ora, grazie al provvedimento del Ministero del Welfare, godranno di un sussidio sociale che garantirà loro di guadare al futuro con maggiore fiducia”. A tal proposito, il senatore Sarro preannuncia che “già a partire dalle prossime settimane, il Sottosegretario Viespoli predisporrà tutti gli atti amministrativi necessari all’avvio dell’iter che permetterà, nell’ambito di un apposto accordo di programma, il reinserimento dei lavoratori Ixfin nel tessuto occupazionale al fine di garantire loro il diritto al lavoro”. Infine, Sarro dà atto “alle organizzazioni sindacali per il grande senso di responsabilità e l’atteggiamento estremamente costruttivo assunto in questa occasione che ha visto politica e sindacato camminare di pari passo nell’interesse esclusivo degli operai”.


Pietro Rossi