02 febbraio 2009

L’IDV di Piedimonte Matese lancia l’allarme per il traffico di organi di bambini.


Piedimonte Matese. Il Dott. Emilio Iannotta (nella foto), presidente dell’ IDV di Piedimonte Matese, responsabile degli eletti in provincia di Caserta, già componente del dipartimento nazionale sanità e diritto alla salute di Italia dei Valori si dice dispiaciuto, alla luce delle affermazioni del Ministro dell’Interno Roberto Maroni, che ha sottolineato nel corso dell’Assemblea dell’Unicef come esistano evidenze di traffici di organi di bambini extracomunitari sul territorio italiano, dover ricordare l’allarme lanciato tempo addietro da lui medesimo e dalla Federazione Italiana dei Medici Pediatri sui cosiddetti “bambini invisibili”. Certo non fa piacere verificare che si era stati facili profeti nel prevedere e denunciare un fenomeno certamente favorito dal clima di intolleranza e dall’introduzione del reato di immigrazione clandestina.
“Dovrebbe costituire motivo di profonda riflessione, dichiara il Dott. Iannotta, innanzitutto per il Ministro Maroni e per le associazioni umanitarie, il saldo negativo, dal Ministro stesso evidenziato, dei minori extracomunitari approdati a Lampedusa di cui si sono perse le tracce: su 1430 minori sbarcati nel 2008, 400 sono spariti.
E’ di tutta evidenza che la clandestinità dei minori favorisce pratiche sanitarie e sociali devianti e fuori da ogni controllo. Il Decreto Sicurezza- almeno nella parte in cui imporrebbe al personale sanitario l’obbligo di denuncia in presenza di pazienti non regolari, così come la determinazione, in esso contenuta, di rendere penale il reato di immigrazione clandestina- favorisce la clandestinità e i fenomeni ad essa collegati.
Oggi è alla ribalta il traffico d’organi ma come far finta di non vedere le morti di minori per circoncisioni rituali effettuate al di fuori del controllo di qualsiasi struttura sanitaria?” L’IDV di Piedimonte Matese ed il Dott. Emilio Iannotta ribadiscono che qualsiasi azione legislativa che incoraggia e quasi induce gli extracomunitari a nascondere i propri minori, a farli divenire di conseguenza invisibili, è foriera di eventi socio-sanitari, veri e propri drammi, di cui un Paese civile e solidale dovrebbe vergognarsi. Al contempo la tutela della salute dei minori, senza alcun distinguo di razza, religione, ceto sociale o che dir si voglia, deve continuare ad essere un caposaldo fermo ed irrinunciabile per un sistema sanitario che si professa equo, solidale ed universale.

Pietro Rossi