18 febbraio 2009

CONVEGNO SULL’OLIO EXTRA-VERGINE D’OLIVA A PIEDIMONTE MATESE.




Piedimonte Matese. Non v’è dubbio. Alla base di una crescita per il commercio dell’olio extravergine di oliva locale c’è la comunicazione. E lo hanno ben ribadito gli esperti che sono intervenuti nel convegno promosso dall’Associazione di produttori olivicoli (A.pr.ol) in merito a “l’impatto ambientale dell’ovicoltura e la qualità dell’olio”. L’incontro moderato dal giornalista Gianfrancesco D’Andrea era diretto tanto ai piccoli produttori quanto ai consumatori. Il territorio matesino è da sempre fabbrica di un olio di eccellenza, dalle proprietà addirittura terapeutiche si dice, ma cos’è che davvero manca affinché questo prelibato e genuino prodotto diventi carro trainante di uno sviluppo economico e turistico? Sono molte le difficoltà incontrate dai produttori nella loro attività e nella sala convegni dell’Istituto Agrario di Piedimonte Matese si è cercato di dar loro qualche risposta. È di “cultura” che ha parlato Antonio Ruggiero, chef enogastronomo: “Bisogna far conoscere al consumatore l’olio di oliva extravergine, così da fargli apprezzare ciò che viene prodotto nelle nostre campagne, anche se questo costa qualche euro in più”, e fermo su questa linea ha lanciato una sfida al sindaco di Piedimonte Avv. Vincenzo Cappello, che ha preso parte all’evento in rappresentanza della sua amministrazione: “Sarebbe interessante istituire dei corsi di formazione enogastronomici, per educare il consumatore già in età giovane”. Tra gli intervenuti anche Vincenzo Nisio, tecnico del progetto regionale CE 2080/05, Vincenzo Russo, coordinatore dello stesso progetto, e Andrea Giomo, docente dell’Università delle Marche. Il professore, concentrandosi sugli aspetti più tecnici della questione, ha rimarcato la necessità di strategie di marketing per riuscire ad agganciare il mercato: l’importanza di “vendere” il territorio assieme all’olio, creare un nome per il prodotto, incrementare la qualità già esistente, ma soprattutto la cooperazione, forse vero punto dolente del sistema produttivo locale, perché dopotutto si sa: l’unione fa la forza.

Michele Menditto