16 ottobre 2008

CON IL DECRETO SULLA SANITA N. 154 SCOMPARIRANNO LE SCUOLE DI MONTAGNA. PERICOLO DI CHIUSURA PER ALCUNE SCUOLE DELL’ALTO CASERTANO.


Piedimonte Matese. Con il Decreto sulla sanità, scompariranno le scuole di montagna, provvedimento che colpisce molti comuni dell’alto casertano preoccupato di ciò il Prof. Marco Fusco (nella foto) ex presidente del Consiglio Generale della Comunità Montana del Matese ha dichiarato in merito “ se passa il Decreto Legge 154, rimetteremo il nostro mandato nelle mani del Capo dello Stato”. Cosa c’entra la scuola con le “Disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le autonomie locali?” La solita “furbata” del Governo Nazionale. E’ in discussione l’intero sistema scolastico. Nelle ultime settimane alcune tematiche sono già state anticipate dalla stampa nazionale e sindacale. L’articolo 3 del decreto-legge 154 prevede, di fatto, come obiettivo fondamentale, la realizzazione di un nuovo dimensionamento delle scuole autonome. Le regioni e gli Enti Locali dovranno entro il prossimo 30 novembre, provvedere a tanto, pena, addirittura, la nomina di un commissario ad acta. Se dovesse passare questo provvedimento, le scuole dei nostri piccoli centri, saranno chiuse, tutte. Quest’anno ha chiuso i battenti la scuola media di Gallo Matese: a ruota seguiranno le scuole dell’infanzia, primaria e primo grado di Fontegreca, Ciorlano, Letino e di altri centri vicinori. Si salveranno in pochi. Tutto questo aggraverà ancora di più lo spopolamento che sta mettendo in ginocchio tutta la fascia dell’alto casertano. Scompariranno le istituzioni con meno di 50 alunni e per conservare l’autonomia occorrerà avere dai 500 ai 900 alunni. Si parla di deroghe per le comunità montane ma nei provvedimenti in discussione non ci sono elementi che possono far stare tranquilli i piccoli comuni. A tutto questo dobbiamo reagire con fermezza, ha ribadito Marco Fusco,anche a costo di rimettere il nostro mandato nelle mani del presidente della Repubblica Napolitano. A tutto questo non possiamo assistere passivamente. La presenza della scuola in un piccolo centro è un baluardo per la crescita democratica, civile, sociale della comunità. Come amministratori, uniamoci alle proteste di questi giorni e se tutto questo non dovesse bastare per cambiare le cose, dovremmo indire assemblee pubbliche permanenti per ottenere tutte le garanzie dal Governo Belrusconi a difesa della sopravvivenza delle nostre istituzioni Scolastiche, già provate pesantemente per il proliferare delle pluriclassi. La mobilitazione è necessaria: ecco perché dobbiamo appoggiare quelle organizzate dai sindacati e dai movimenti studenteschi. A Piedimonte Matese, Caserta, Napoli, sfiliamo insieme amministratori, genitori, studenti, docenti, personale Ata. Tutto questo è una conseguenza inevitabile di un malcontento che coinvolge non solo i docenti, ma anche gli alunni e i genitori. La scuola dei tagli ai servizi non piace a chi vorrebbe che l’istruzione nel nostro Paese occupasse un posto di rilievo. Dovremo dunque scendere in piazza tutti per dire il nostro dissenso a scelte che danneggiano la scuola e mettono a repentaglio la sicurezza democratica e civile nei piccoli centri.

Pietro Rossi