04 settembre 2013

RESPIRARE BENE PER RENDERE AL MASSIMO


PIEDIMONTE MATESE. Negli sport di resistenza, quali il ciclismo, il podismo, lo sci di fondo, il nuoto di fondo, il triathlon ecc., spesso il senso di “dispnea” coincide con l’affaticamento Questa spiacevole sensazione sopraggiunge, quasi sempre, prima della stanchezza muscolare. Fino a pochi anni fa, però, i metodologi e medici sportivi, avvezzi a trovare tecniche di allenamento sempre più innovative, si sono principalmente occupati di affaticamento muscolare. Hanno, difatti, rivolto le loro attenzioni ad allenare le capacità dei muscoli direttamente coinvolti nel gesto atletico per migliorarne la prestazione, tralasciando completamente quella che è la componente respiratoria. La stanchezza dei muscoli periferici, quelli coinvolti nell’esercizio, è da attribuire prima di tutto ad un ridotto apporto di ossigeno agli stessi. Durante l’esercizio tutti i muscoli vengono affaticati, compresi quelli respiratori che, ovviamente, non potendo essere mai fermati per non arrecare danni all’intero organismo, non raggiungono mai un vero stato di affaticamento. Esiste infatti un riflesso neurochimico che, riducendo l’afflusso di ossigeno ai muscoli periferici, quando la richiesta di ossigeno della muscolatura scheletrica non può essere soddisfatta dallo scambio polmonare, determina quella sensazione di stanchezza e dolore ai muscoli. Ciò è dovuto al “blocco” della ossigenazione periferica, che tutti gli sportivi ben conoscono perché porta all’inevitabile diminuzione dell’intensità di esercizio. Un training mirato dei muscoli respiratori permette di ritardarne l’affaticamento e aumentare, di conseguenza, il tempo di esaurimento in esercizi di resistenza di natura sia aerobica che anaerobica. Eliminare il limite respiratorio significa portare la capacità di prestazione fino a raggiungere il vero limite, quello dei muscoli specifici del gesto sportivo. Respirare è il gesto più semplice e naturale che conosciamo, ma sotto sforzo richiede coordinazione e possibilmente coscienza: molti atleti di altissimo livello non sanno nemmeno la differenza tra respirazione diaframmatica e toracica, presentando dei reali deficit coordinativi soprattutto a carico dei muscoli inspiratori. Insegnare la corretta gestualità permette di migliorare la respirazione aumentandone la profondità e di conseguenza migliorando sensibilmente i valori di Capacità Vitale (CV), di FEV1 (volume espiratorio forzato nel primo secondo) e di ossigenazione periferica. La muscolatura respiratoria è un fattore limitante la prestazione e deve quindi essere allenata tanto quanto la muscolatura specifica, recenti studi scientifici lo dimostrano. Oltre alla componente muscolare e coordinativa non dimentichiamo che ci sono altri fattori che possono influenzare negativamente la respirazione, non è difficile infatti incontrare atleti asmatici o sofferenti di bronco costrizione indotta dall’esercizio (Exercise-induced bronchoconstriction, EIB). In entrambi i casi si manifesta una aumento delle resistenze al flusso di aria nelle vie aeree che provoca tosse, dispnea, difficoltà respiratorie ed eccessiva produzione di muco. Diversi studi hanno evidenziato che questa sintomatologia è più diffusa negli sportivi che nella popolazione generale: ciò è dovuto ad una maggior iperventilazione da esercizio, alla prolungata esposizione ad allergeni e sostanze irritanti per i bronchi oltre all’inalazione di aria fredda e secca.
Training ed alimentazione per migliorare la respirazione
La respirazione è vitale per l’uomo, specie quando è impegnato in un esercizio fisico. La muscolatura respiratoria si può allenare in modo specifico con tecniche e con particolari strumenti, mentre l’insorgenza del broncospasmo da esercizio può essere contrastata integrando l’alimentazione con acidi grassi polinsaturi delle serie Omega3. Uno strumento utile per allenare la muscolatura respiratoria si chiama POWERbreathe e permette di allenare la resistenza della muscolatura respiratoria. Tanti sportivi delle più svariate discipline, dall’acqua fino alle alte quote dello skyrunning hanno impiegato questa metodologia. Lo strumento è molto semplice, il controllo elettronico dei parametri dell’allenamento previene una iperventilazione involontaria, permettendo di allenarsi in completa sicurezza e senza controindicazioni. POWERbreathe agisce su diversi parametri:

• Riduzione di episodi di affanno, migliorando la capacità vitale
• Allenamento specifico della muscolatura respiratoria, diminuendo la frequenza ventilatoria e il lattato sotto sforzo
• Migliore mobilità del torace
• Aumentata coordinazione del respiro
• Migliore coordinazione della muscolatura respiratoria.
L’importanza dell’alimentazione
Non solo il training della muscolatura respiratoria aiuta l’atleta sano, asmatico o sofferente di bronco costrizione (EIB), ma anche l’alimentazione può giocare un ruolo altrettanto importante. Secondo una recente ricerca, l’assunzione di acidi grassi polinsaturi della serie Omega3, ad elevato standard di purezza e concentrazione, è di aiuto nel contrastare la sintomatologia dell’EIB, permettendo allo stesso tempo una riduzione del trattamento farmacologico. Sono numerose le letterature scientifiche che evidenziano come gli Omega 3 ad elevato titolo e purezza, ed assunti in dosaggi adeguati, permettono di contrastare il bronco spasmo e coadiuvano la riduzione dei fenomeni infiammatori, di cui spesso soffrono gli sportivi.

Luigi Ferritto
FWL Breathing, Piedimonte Matese (CE)