05 settembre 2008

Campo scuola del volontariato sul tema: Quale futuro per la gratuità?


S.Potito Sannitico – Dal 4 al 7 Settembre si svolgerà a San Potito Sannitico, nell'ambito del progetto "Turismo sociale in Terra di Lavoro" con il patrocinio dell'Assessorato al Turismo della Provincia di Caserta, un campo scuola dal titolo "Quale futuro per la gratuità?". Il campo è rivolto al volontariato campano e organizzato dal Mo.V.I. (Movimento di Volontariato Italiano) federazione provinciale di Caserta. Per capire bene il volontariato bisogna tornare indietro nel tempo. Dopo gli anni della contestazione, stimolanti per i nuovi fermenti di democrazia, ma troppo spesso velleitari, i gruppi di volontariato più maturi avvertirono l'esigenza di sostituire alla protesta e alla partecipazione puramente formale, consentita dalle istituzioni, un impegno operativo nel quotidiano, inteso a costruire una cultura e una prassi della solidarietà . Furono protagonisti di questa scelta associazioni, movimenti, iniziative, gruppi, impegnati con gratuità e disinteresse in servizi - aperti a tutti - sul territorio; essi privilegiarono naturalmente quei cittadini, che non fruendo a pieno dei diritti costituzionali, erano esposti ai rischi dell'emarginazione. In tali attività di volontariato militano persone di diverse matrici culturali, accomunate dallo spirito di libero servizio all'uomo, operanti in iniziative gestite con costume democratico. Per avviare concretamente la costruzione di un costume di solidarietà i gruppi ritennero indispensabile superare anzitutto il passato reciproco isolamento. Quella frammentarietà caratterizzata da concorrenza, conflitti, sovrapposizioni, assenza di comunicazioni, di scambi culturali, di comparazione verifica di esperienze, che aveva indebolita l'incidenza e l'efficacia storica dell'azione volontaria nel Paese. Essi decisero insieme di dar vita ad un processo di collegamento democratico, autogestito, di tipo federativo. Ciò attraverso una formula di aggregazione che, partendo dalle realtà dei gruppi presenti nella comunità territoriale - a livello provinciale e regionale - li unisse, a dimensione nazionale, attraverso un movimento che chiamarono: "Movimento di Volontariato Italiano (Mo.V.I.)". Dopo un triennio di verifica, di confronto, il Mo.V.I. assunse nel 1978 veste giuridica federativa, garante dell'originale identità dei suoi aderenti, come associazione di fatto, non confessionale, apartitica, senza fini di lucro. La sua struttura organizzativa - agile ed essenziale - non costituisce perciò una sovrapposizione esterna, burocratica ai gruppi operanti in loco; essa nasce invece dalla concorde volontà espressa da iniziative di base, spontaneamente collegate, per rimuovere le cause del disagio sociale, che generano ogni tipo di discriminazione. Attualmente il MO.V.I. è impegnato per le seguenti finalità: operare per la promozione e la difesa dei diritti umani; impegnarsi per la coscientizzazione dei cittadini sui doveri della solidarietà nazionale ed internazionale; promuovere un volontariato che veda protagonisti tutti i cittadini, inteso a ricercare e a realizzare quanto occorre per un nuovo progetto di solidarietà; stimolare il processo di democratizzazione delle strutture pubbliche e il loro corretto funzionamento anche al fine di evitare che il volontariato assuma ruoli di supplenza; contribuire allo sviluppo di una comunità pluralistica nella quale le componenti sociali vedano riconosciuti- dallo Stato e dalle istituzioni pubbliche- autentici spazi di libertà d'azione favorire la crescita culturale, il coordinamento dell'azione e l'efficacia operativa dei gruppi e organizzazioni di volontariato; collegare e rappresentare a livello locale, nazionale ed internazionale i gruppi e le organizzazioni aderenti .

Pietro Rossi