Felice Colella |
MARCIANISE. Una vera e propria bonifica
ambientale potrà esserci solamente quando i marcianisani si riapproprieranno
della loro terra. Su questo concetto si basa l’idea di Arzente, l’associazione di “cittadini attivi” che si propone di
mettere in campo progetti concreti per la propria città. Fino a quando i nostri
fertilissimi terreni resteranno abbandonati a se stessi, saranno sempre meta di
criminali e gente senza scrupolo per sversarvi rifiuti anche pericolosi. La
nostra proposta è quella di mettere a disposizione dei giovani imprenditori che
vogliono investire nel lavoro agricolo, le competenze necessarie al fine di
ripopolare la nostra vasta zona agricola.
Per far ciò bisognerà procedere
al monitoraggio ambientale dei potenziali terreni e controllare la genuinità
degli stessi assieme alla qualità della falda acquifera. Bisognerà quindi
procedere alla eventuale bonifica dei terreni inquinati e poi, con l’ausilio dell’Università
di Agraria, mettere in piedi un progetto di riorganizzazione dei terreni
dividendoli, a secondo dei casi, in area a coltura “food” e area “no food” in
base alla tipologia di produzione agricola ed alle caratteristiche degli stessi.
Un ripristino della destinazione agricola delle terre marcianisane avrebbe il
duplice effetto di salvaguardare la risorsa naturale “vera” della città e nel
contempo creare occasioni di lavoro per i giovani.
Terreni di proprietà del comune potranno essere messi a disposizione di cittadini e/o gruppi di cooperative agricole, che perseguiranno produzioni specifiche, magari vendendo anche sul posto le loro derrate, i cosiddetti prodotti a “ KM zero”. Risulta evidente che tutto ciò non può accadere dalla sera alla mattina, ma attraverso specifici corsi di formazione che abiliteranno la nuova classe di lavoratori/imprenditori. Consapevoli che la logica del posto fisso è qualcosa che non riesce a garantire l’assorbimento “in toto” della disoccupazione, i giovani devono affidarsi alla loro creatività puntando sulla tradizionale vocazione naturale locale. “Per fare ciò – spiega Felice Colella, presidente di Arzente – bisognerà che la città si doti di una certificazione di qualità dei terreni rilasciati da organismi terzi ed affidabili. Per questo motivo sarà necessario coinvolgere associazioni ambientaliste come Slow Food e Legambiente. La nostra idea è semplice e dettagliata ma soprattutto fattibile, rispettando così il nostro intendimento principe che è quello di proporre non “chimere” ma idee facilmente realizzabili. Dopo la crisi industriale, del terziario avanzato e della finanza vogliamo scommettere sulle nostre origini con spirito cooperativo/imprenditoriale?”.
Terreni di proprietà del comune potranno essere messi a disposizione di cittadini e/o gruppi di cooperative agricole, che perseguiranno produzioni specifiche, magari vendendo anche sul posto le loro derrate, i cosiddetti prodotti a “ KM zero”. Risulta evidente che tutto ciò non può accadere dalla sera alla mattina, ma attraverso specifici corsi di formazione che abiliteranno la nuova classe di lavoratori/imprenditori. Consapevoli che la logica del posto fisso è qualcosa che non riesce a garantire l’assorbimento “in toto” della disoccupazione, i giovani devono affidarsi alla loro creatività puntando sulla tradizionale vocazione naturale locale. “Per fare ciò – spiega Felice Colella, presidente di Arzente – bisognerà che la città si doti di una certificazione di qualità dei terreni rilasciati da organismi terzi ed affidabili. Per questo motivo sarà necessario coinvolgere associazioni ambientaliste come Slow Food e Legambiente. La nostra idea è semplice e dettagliata ma soprattutto fattibile, rispettando così il nostro intendimento principe che è quello di proporre non “chimere” ma idee facilmente realizzabili. Dopo la crisi industriale, del terziario avanzato e della finanza vogliamo scommettere sulle nostre origini con spirito cooperativo/imprenditoriale?”.