Sono aperte le iscrizioni alla seconda edizione del Caserta Night Music Fest. L’Associazione Teatro e Musica Frequenze Positive con il Patrocinio dell’Amministrazione del Comune di Caserta , indice un concorso musicale per gruppi emergenti con lo scopo di favorire la diffusione della cultura musicale e di creare uno spazio per far esibire i giovani in cerca di visibilità. L’evento avrà luogo il 25 giugno 2011 in Piazza Dante a Caserta. Il concorso è aperto a tutti i gruppi musicali, di ogni genere. E’ possibile presentare sia cover sia brani inediti, anche se non scritti dal candidato stesso. Per la partecipazione al festival non è richiesta nessuna quota d’iscrizione. Ogni partecipante dovrà inviare entro il 03 giugno 2011 all’indirizzo Associazione Frequenze Positive Casella Postale 155 Caserta Centro 81100 Caserta, a mezzo posta prioritaria o raccomandata A.R. , il modulo di iscrizione, una fotocopia del documento di riconoscimento, biografia del gruppo musicale, scheda tecnica, una o più foto del gruppo, file video o audio su supporto dvd o cd in duplice copia. Il regolamento è interamente scaricabile ed a disposizione delle band interessate sul sito www.casertanightfest.it. Durante la prima fase, quella di preselezione, verranno scelti gli 8 gruppi partecipanti ammessi al concorso. Tale valutazione sarà effettuata da un’apposita commissione artistica designata dall’organizzazione che, esaminerà tutto il materiale pervenuto e deciderà ad insindacabile giudizio coloro che avranno accesso alla fase successiva. L’associazione, successivamente, provvederà a comunicare telefonicamente e/o mezzo posta, ad ogni gruppo selezionato, l’eventuale passaggio alla fase successiva del concorso. Il giorno 25 giugno 2011 i gruppi scelti si esibiranno alla presenza di una giuria tecnica ed al termine della manifestazione saranno proclamati i vincitori. L’Associazione Teatro e Musica Frequenze Positive dal 2001 si occupa di impegnare i nuovi talenti che si affacciano sul mondo della musica e del teatro per la realizzazione di spettacoli musicali e teatrali nel territorio campano. Essa muove i suoi primi passi a Caserta e provincia ma, in virtù dei grandi successi riscossi, dell’ambizione dei suoi componenti e della bravura degli artisti coinvolti, le sue prospettive si sono ampliate molto negli ultimi tempi, e sono destinate ad ampliarsi ancora oltre. L’esperienza pregressa dei soci fondatori li ha indotti a mettere in piedi il progetto di valorizzare il territorio casertano dal punto di vista artistico, sotto questo aspetto trascurato, benché molto fertile. E così l’embrionale disegno dei ragazzi, sospinto dall’immancabile sostegno di pubblico e critica, si è presto trasformato in qualcosa di molto più concreto, fino ad arrivare alla creazione dell’ente non profit, costituitosi col nome di ‘FREQUENZE POSITIVE’.
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06 maggio 2011
INCONTRO DI FRANCO DE MICHELE CON GLI ELETTORI.
Franco De Michele
*Nella foto Franco De Michele
La lista “Insieme per Alife” incontra i commercianti alifani. Alife.
Cirioli guarda al recente passato garantendo, come prima cosa, alle imprese locali, che avanzano dal Comune ingenti pagamenti, la giusta e doverosa retribuzione, mentre per le categorie commerciali in genere pensa – da esperto in materie economiche– ad un Progetto di marketing territoriale attivabile grazie a i finanziamenti dell’Unione Europea: “Per far crescere la domanda dei nostri prodotti dobbiamo alimentarla anche attraverso il turismo culturale; una più ragionata dislocazione del mercato settimanale, al fine di favorire una migliore circolazione di clienti nei negozi; semplificare la burocrazia e attivare al Comune l’Ufficio relazioni col pubblico e lo Sportello unico delle imprese (Suap) che sono due modalità che permettono con un’unica e-mail di attivare tutte le richieste necessarie per risolvere i problemi dei cittadini e delle imprese e avere le dovute risposte; attivare l’Agenzia delle imprese che è un collante tra gli enti locali e le imprese”. Costruttivo e propositivo il confronto con il gruppo di commercianti presenti, segno di una possibile e proficua collaborazione. Intanto, queste sono le date dei prossimi Comizi: stasera a Totari alle ore 21,00; domani sempre alle ore 21,00 a S. Michele; domenica in Piazza Vescovado ore 21,00.
IL PARTITO DELLE AZIENDE FA PAURA ANCHE AL SUPER MINISTRO TREMONTI.
Lucio Maurino, il grande atleta casertano, pluricampione del mondo ed europeo nel karate.
Caserta - Lucio Maurino, il grande atleta casertano, pluricampione del mondo ed europeo nel karate, punta ad entrare nella storia di questo sport in occasione della 46^ edizione del Campionato Europeo Seniores che si svolgerà dal 6 all’ 8 maggio presso la Kolping-Arena (Zentrum Schluefweg-Zürich-Kloten), a Zurigo in Svizzera.
37 anni, laureato in Scienze Motorie, Guardia di Finanza, formato nella Polisportiva Portichese, allievo del papà, il maestro Domenico Maurino, da anni punta di diamante del Gruppo Sportivo Fiamme Gialle, dove è allenato dal Maestro Claudio Culasso, Lucio Maurino dal ’91 a oggi ha preso parte a tutti i campionati europei, individuali e a squadre, salendo sempre sul podio con un eccezionale palmares di sette medaglie d’oro e sette di argento.
E c’è grande attesa per lui e per la squadra azzurra che a Zurigo, dovrà difendere anche il primo posto nella classifica per Nazioni, conquistato nella precedente edizione di Atene 2010. In quella occasione , infatti, l'Italia ottenne ben 11 medaglie (4 oro, 4 argento e 3 bronzo) con gli ori di Luca Valdesi nel kata individuale (undicesimo titolo europeo individuale consecutivo), con la squadra di kata " il Dream Team" anche Campione del Mondo, composta dallo stesso Valdesi assieme a Lucio Maurino e Vincenzo Figuccio. Grandi campioni di recente applauditi a Caserta in occasione del riuscito “Karate All Stars” ospitato al Palazzetto dello Sport di Casagiove.
L’Italia è reduce da successi di analoga, prestigiosa portata quanto alla classifica nel medagliere già a Bratislava (2007), Belgrado (1998), Genova (1988), Glasgow (1987), Madrid (1986), Parigi (1984), Venezia (1981), Barcellona (1980) a testimonianza di un’eccellenza tecnico-agonistica in grado di spezzare il duopolio Francia - Spagna a lungo dominatore del prestigioso campionato continentale.
“Lucio Maurino è ormai, come Ennio Falco, uno dei miti della storia dello sport casertano –sottolinea il presidente del Comitato Provinciale Coni Michele De Simone- e la sua longevità sportiva evidenzia la serietà ed il rigore di vita di un atleta che ormai punta a traguardi esaltanti sia sul piano tecnico che dirigenziale, visti i suoi meriti di animatore attraverso l’ultima sua creatura, la Sportivart, impegnata in una attività di promozione socio-culturale a tutto campo”.
Salvatore Candalino
LIMATOLA E IL BORGO STORICO: OLTRE AL DANNO LA BEFFA
Nel mese di luglio dell’anno scorso, scrissi un articolo avente ad oggetto il borgo storico di Limatola. In verità, per non dimenticare gli errori del passato, iniziai col rammentare la nota vicenda della perdita del Castello da parte del Comune che, però, subito archiviai in favore del tema che volevo trattare qual era, per l’appunto, il borgo. Anche in tal caso, per non dimenticare gli errori del passato, evidenziai le responsabilità negli anni da parte del Comune per lo stato di incuria e degrado in cui esso versa e il conseguente fenomeno di abbandono e spopolamento da parte dei residenti. Evidenziai l’importanza dell’intervento di riqualificazione, allora in fase di avvio e a tutt’oggi in corso di esecuzione, augurandomi che almeno per il borgo il Comune recuperasse il ruolo centrale di governo del territorio che gli compete. Sollecitai la pianificazione di una strategia di sviluppo futuro, una serie di azioni coordinate e programmate nel tempo che, in uno alla valorizzazione del borgo, incentivassero lo sviluppo di quelle attività economiche legate al turismo necessarie a diversificare l’economia locale, anche alla luce della forte crisi che vivevano e che tuttora vivono le attività industriali (come peraltro confermato soprattutto dagli ultimi avvenimenti). Invitai, inoltre, sulla base di considerazioni legate alla natura del borgo, la stessa Amministrazione ad invogliare i cittadini a ritornare nelle antiche case, a sollecitare restauri e/o ricostruzioni nel rispetto della tradizione locale, anche mediante la concessione di mirati bonus volumetrici necessari ad adeguare le stesse alle moderne esigenze, a mettere in campo tutte le possibili azioni per il ripristino delle condizioni di vivibilità dei luoghi e per la ricerca e divulgazione di tutte le opportunità di sviluppo legate alle fonti di finanziamento comunitarie, statali e regionali perseguibili anche dai privati. Rimando a quell’articolo la disamina di tali argomenti volendo invece, con le presenti riflessioni, occuparmi dell’ultima interessante novità riguardante il borgo e i suoi abitanti. Pochi giorni fa son venuto a conoscenza che il Comune, per conto della Soprintendenza di Caserta e Benevento, ha notificato a tanti proprietari di suoli ed edifici del borgo, un Decreto del Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania avente ad oggetto l’apposizione del vincolo di tutela indiretta sui propri immobili, teso alla salvaguardia delle condizioni di prospettiva e di luce, di cornice ambientale e di decoro del Castello. Tale vincolo impone per tutti gli immobili interessati le seguenti prescrizioni:
1) È vietata la realizzazione di nuovi volumi fuori terra con eccezione di volumi tecnici, che dovranno comunque essere di altezza non superiore alle quote dell’edificio di cui sono al servizio;
2) per l’edificato esistente è vietato l’uso di materiali estranei alla tradizione locale;
3) è vietata la modifica delle destinazioni d’uso dei terreni agricoli;
4) è vietata la modifica dell’assetto viario pubblico;
5) qualsiasi intervento di trasformazione dello stato esteriore è sottoposto al parere preventivo della competente sovrintendenza, incluso le opere di ripristino o rinnovo delle coloriture esterne.
Trattasi di un vincolo di tutela definito “indiretto” perché non è teso a salvaguardare direttamente gli edifici del borgo da possibili trasformazioni, ma è teso a salvaguardare il Castello dalle alterazioni all’ambiente circostante che quelle trasformazioni potrebbero arrecare.
È un vincolo, quindi, notevolmente limitativo del diritto di proprietà che impone grandi sacrifici ai proprietari dei suoli e degli edifici del borgo, a favore del castello, di notevole pregio e interesse storico-artistico e soggetto a vincolo “diretto” già dal 1988.
A parte alcune prescrizioni condivisibili (perché una forma di tutela ci doveva pur essere), con tale decreto l’edilizia esistente del borgo è destinata a rimanere cristallizzata nel tempo così com’è potendo i proprietari, previa autorizzazione della Soprintendenza, effettuare sugli immobili i soli interventi di conservazione dell’esistente, senza possibilità di ampliamenti o realizzazione di nuovi volumi abitabili, ad eccezione dei volumi tecnici (centrali termiche, cabine idriche, comignoli, etc..).
Come mi hanno confermato alcuni interessati, pare che il vincolo cada su di loro come una tegola, nel senso che finora mai eran venuti a conoscenza dell’esistenza di un simile procedimento in atto e non hanno, pertanto, potuto mostrare opposizione prima dell’emissione del decreto come previsto per legge.
Eppure, dalla lettura del decreto e dei suoi allegati, si rileva che:
- già in data 09.02.2010 funzionari della Soprintendenza si recavano in sopralluogo nel borgo effettuando riprese fotografiche già inventariate;
- già in data 12.02.2010 il Comitato Regionale di Coordinamento della Campania approvava, con modifiche, la proposta della Soprintendenza relativa alle prescrizioni da adottarsi nei confronti degli immobili del borgo;
- già in data 09.06.2010 la Soprintendenza dava comunicazione dell’avvio del procedimento e della immediata efficacia del vincolo.
Ma, notifica a parte, a tutt’oggi il decreto è stato emanato e, probabilmente, già trascritto a carico di ogni immobile presso la Conservatoria dei Registri Immobiliari.
Quel che più duole è che tale vincolo arriva nel momento meno opportuno. Fosse arrivato 3 o 4 anni fa probabilmente non sarebbe stato neanche meritevole di attenzione.
Arriva infatti a poca distanza dal restauro e rifunzionalizzazione del castello da parte dei nuovi proprietari, che ha suscitato attenzione anche per il sottostante borgo. Arriva proprio mentre il Comune sta spendendo ingenti fondi comunitari per l’esecuzione dei lavori di riqualificazione del borgo che hanno già interessato la pavimentazione della strada di accesso al Castello. Arriva proprio nel momento in cui, dopo anni e anni di abbandono totale:
- i proprietari degli edifici vedono finalmente materializzarsi un diffuso interesse verso il borgo sia da parte del Comune sia da parte di numerosi visitatori che, incuriositi, cominciano a spingersi oltre la visita al castello.
- l’intervento di riqualificazione in atto sta attivando in alcuni proprietari, finora scoraggiati dall’oggettiva svalutazione dei fabbricati dovuta al contorno degradato, il giusto stimolo e una rinata voglia di investire nel restauro e/o ricostruzione dei fabbricati diruti, anche alla luce dell’intervenuta possibilità, almeno per alcuni di essi, di beneficiare degli incrementi volumetrici introdotti dal Piano Casa approvato ad inizio anno dalla Regione.
Arriva, quindi, proprio nel momento in cui, dopo anni e anni di abbandono totale, si comincia ad intravedere all’orizzonte uno spiraglio di futuro per il borgo e i suoi edifici.
Il Decreto stronca definitivamente tutte queste aspettative e, almeno per la prescrizione in cui vieta la realizzazione di nuovi volumi fuori terra, condanna il borgo e i suoi edifici a rimanere così come sono, congelati nel tempo.
Quel che più mi preoccupa è però il silenzio dell’amministrazione comunale che sta accompagnando le notifiche dei provvedimenti di vincolo ai proprietari interessati.
Ho l’impressione che la sua attività si stia limitando alla sola verifica del corretto svolgimento delle operazioni di notifica, come prescrittogli dalla sovrintendenza.
Quasi come se il provvedimento fosse in linea con gli obiettivi prefissatisi per il futuro del borgo.
È un atteggiamento talmente strano che mi vien da porre i seguenti interrogativi:
- Si saranno resi conto i nostri amministratori che il decreto è calato dall’alto da un Ente che, oltre a non prefigurare alcuna ipotesi di sviluppo, ha relegato il borgo a semplice cornice del Castello?
- Si saranno resi conto i nostri amministratori che il decreto pregiudica in maniera decisiva il futuro edilizio, economico e sociale del borgo che si comincia appena ad intravedere, in quanto l’edificato è costituito da tanti piccoli fabbricati che, dati i costi degli interventi di restauro, consolidamento, adeguamento antisismico, etc.. (notevolmente maggiori di quelli per le nuove costruzioni), nessuno andrà a recuperare se non avrà la possibilità di adeguarli alle moderne esigenze?
- Si saranno resi conto i nostri amministratori che in tutto il borgo non esiste alcun edificio che senza il minimo ampliamento e/o adeguamento funzionale possa essere utilizzato per una qualsiasi attività capace di produrre reddito?
- Si saranno resi conto i nostri amministratori che in vigenza di tale decreto gli edifici del borgo saranno oggetto di una notevole svalutazione e, per l’esiguità degli spazi a disposizione, finiranno con l’essere venduti a persone non residenti per un utilizzo temporaneo e occasionale riservato a poche settimane l’anno?
- Si saranno resi conto i nostri amministratori che il provvedimento rende vano anche quanto si sta realizzando con i lavori di riqualificazione in corso, limitandone i benefici al solo castello e ai pochi abitanti rimasti?
- Si saranno resi conto i nostri amministratori che gli edifici del borgo stanno subendo dalla Soprintendenza un trattamento diametralmente opposto a quello riservato per il castello che, nonostante sia soggetto a vincolo diretto perché riconosciuto di notevole pregio e interesse storico-artistico (specifico che il vincolo diretto è, per definizione, ancora più limitativo del diritto di proprietà di quello indiretto apposto per gli edifici del borgo), è stato oggetto di notevoli ampliamenti, modifiche, rifacimenti, adeguamenti, ammodernamenti e quant’altro, necessari per adattarlo alla nuova destinazione d’uso?
Io non so cosa abbia finora fatto l’amministrazione comunale per bloccare questo provvedimento. So per certo, però, quello che poteva e avrebbe dovuto fare ben prima dell’emissione del decreto, se non altro appena preso conoscenza della comunicazione di avvio del procedimento da parte della Sovrintendenza che, se anche non direttamente inviata agli interessati, sicuramente è stata trasmessa al Comune già in data 09.06.2010 o giù di lì. Doveva accorgersi del tenore delle prescrizioni, avvisare gli interessati e attivarsi subito nel mostrare opposizione. Sarebbe stato tutto più facile a procedimento in corso. So per certo, altresì, quello che l’amministrazione comunale ancora oggi, nonostante le amplificate difficoltà derivanti dall’avvenuta emissione del decreto, potrebbe fare nell’interesse dei cittadini colpiti dal provvedimento e, comunque, dell’intera cittadinanza interessata alle sorti del borgo, e in particolare:
1) Verificare, in primo luogo, quale forma di comunicazione è stata utilizzata dalla Soprintendenza per dare notizia agli interessati dell’avvio del procedimento per la tutela indiretta, valutandone l’idoneità rispetto all’importanza del provvedimento. L’assenza di comunicazione potrebbe, se non altro, produrre una sospensione temporanea del provvedimento permettendo, almeno, di guadagnare tempo.
2) In considerazione dell’interesse pubblico, oltre che privato, per la modifica del provvedimento, fare proprie le ragioni dei cittadini e fornire agli stessi la necessaria assistenza e consulenza, anche legale, nella predisposizione dei singoli ricorsi avverso il provvedimento di vincolo (penso convenga andare al TAR), facendo redigere appositi studi di settore e avallando i ricorsi con la propria diretta partecipazione.
Ma al di là dei ritardi, le ragioni per essere ottimisti ci sono ancora in quanto le motivazioni addotte per l’adozione del provvedimento (salvaguardia delle condizioni di prospettiva e di luce, di cornice ambientale e di decoro del Castello) presentano una manifesta illogicità e irrazionalità. Con un attento studio e adeguata documentazione non sarà, infatti, difficile dimostrare come, per la particolare orografia dei luoghi e il posizionamento plano-altimetrico del castello (la sua quota d’imposta è notevolmente superiore rispetto a quella dell’edificato sottostante ed è ubicato a debita distanza dalla cinta muraria che lo avvolge), nessun fabbricato può incidere in maniera determinante sulle condizioni di prospettiva e di luce del castello in quanto sono tutti posti notevolmente al di sotto del livello della cinta muraria (a meno, forse di qualche raro edificio isolato che al massimo raggiunge il livello della cinta muraria e, comunque, non supera la quota d’imposta del castello) e a debita distanza dal castello (infatti sono tutti al di fuori della cinta muraria). Inoltre, in considerazione del notevole degrado in cui versano molti degli edifici gravati dal vincolo, il divieto di realizzare nuovi volumi fuori terra non produrrà affatto la salvaguardia della cornice ambientale e di decoro del castello in quanto andrà a disincentivare il recupero dei fabbricati e, quindi, tenderà a lasciare inalterata la cornice ambientale che, come sicuramente noto alla Sovrintendenza, tanto decorosa non appare. Nei ricorsi bisogna chiedere con forza la sostituzione della prescrizione n.1 “È vietata la realizzazione di nuovi volumi fuori terra con eccezione di volumi tecnici, che dovranno comunque essere di altezza non superiore alle quote dell’edificio di cui sono al servizio” a favore di una prescrizione che preveda, oltre ai volumi tecnici, la possibilità di un minimo di incremento della volumetria esistente (20-30%) per altri usi connessi all’utilizzo dei fabbricati, nel rispetto delle distanze minime e delle altezze massime previste dal D.M. 1444/68 per i fabbricati ubicati in aree urbanizzate e, motivare il tutto con studi e relazioni riguardanti la forma e dimensioni delle unità immobiliari più rappresentative, a dimostrazione che il riutilizzo dei fabbricati deve gioco forza passare per i minimi interventi di ampliamento necessari ad adeguarli alle moderne esigenze. A riguardo dimostrare che, per le motivazioni di cui al punto 2), i limitati ampliamenti che si intendono proporre non pregiudicheranno le condizioni di prospettiva e di luce del castello. In merito alle altre prescrizioni, penso convenga accettarle in quanto pienamente condivisibili per gli effetti sulla tutela della cornice ambientale. Questo e quant’altro ritenuto opportuno e necessario, ritengo sia in dovere dell’Amministrazione comunale intentare affinchè nel prossimo futuro possano crearsi per il borgo storico quelle condizioni atte al completo recupero dei fabbricati, al ristabilirsi della normale vita sociale nonchè all’implementazione delle attività economiche legate al turismo. Solo adesso mi rendo conto che alcune riflessioni fatte a proposito del rapporto borgo-castello nel precedente articolo del luglio scorso, scritto ovviamente senza aver la minima conoscenza del provvedimento di vincolo in fase di formazione, mi furono dettate dal sentore che, come già avvenuto per il castello, qualcosa stesse accadendo anche per il borgo. Infatti, quando scrivevo della necessità di riequilibrare il divario oggi esistente tra il borgo e il suo castello e tra pubblico e privato, proprio questo tipo di atteggiamenti e provvedimenti temevo.
arch. Paolo Aragosa
paoloaragosa@gmail.com
*Nella foto l'arch. Paolo Aragosa
DOMANI SABATO 7 MAGGIO IL CENTRO SOCIALE POLIVALENTE CELEBRA LA FESTA DELLA MAMMA CON L’INTERVENTO DI AMMINISTRATORI ED AUTORITA’
PIEDIMONTE MATESE – Sabato 7 maggio con inizio alle ore 18, presso il Salone dell’Istituto Salesiano, il Centro Sociale Polivalente retto dal presidente Antonio Corbo (nella foto), celebra la Festa della Mamma. Dopo il successo della Festa del Papà, festeggiata in occasione della ricorrenza della festa di S. Giuseppe, anche la festa della Mamma sarà al centro dell’attenzione di tutti i componenti del Sodalizio degli Anziani il cui direttivo è da tempo all’opera per organizzare l’evento in modo esemplare. Come è prassi saranno presenti le maggiori autorità cittadine e, seguendo la via tracciata nella ricorrenza della festa del Papà, sarà premiata la Mamma più anziana tra gli iscritti. La Festa della Mamma, che quest’anno cade nella giornata di Domenica 8 maggio, è stata anticipata a sabato per la concomitanza della ricorrenza della Festa del Santo Rosario di Pompei , osservata da tantissimi cittadini piedimontesi . La festa della mamma è una ricorrenza civile diffusa in tutto il mondo. Non esiste una data del calendario comune in grado di accomunare tutti gli Stati in cui l'evento è festeggiato. Essa Costituisce una festa molto antica, legata al culto delle divinità della fertilità degli antichi popoli politeisti, che veniva celebrato proprio nel periodo dell'anno in cui il passaggio della natura dal freddo e statico inverno al pieno dell'estate dei profumi e dei colori (e della prosperità nelle antiche civiltà contadine) era più evidente. Con l'andare del tempo questa festività dal tono religioso si è evoluta in una festa commerciale, talvolta anche in sagra.
Nicola Iannitti