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Antonio Papa |
S.MARIA LA FOSSA - Nel discorso di
Papa lemergenza ambientale.
Santa Maria la Fossa - La terra dei fuochi, la lotta contro chi
indiscriminatamente ha avvelenato con lo sversamento di rifiuti tossici
queste terre, hanno trovato spazio principe nel discorso tenuto dal
sindaco Antonio Papa in occasione delle commemorazioni del 4 Novembre.
La brama di potere della camorra ha detto il sindaco Papa -,
lindifferenza e la corruzione di autorevoli esponenti del nostro Stato,
il silenzio della paura della gente hanno contaminato il nostro
territorio e, di conseguenza, la nostra stessa vita. E ora di
riprendere in mano le redini del nostro destino e lasciare ai nostri
figli un mondo pulito e il diritto a nascere e vivere sani!!!
Di seguito il discorso.
Buongiorno a tutti e benvenuti,
rivolgo un caro saluto, alle autorità militari, religiose e civili, a
tutti i cittadini ed in particolare a voi ragazzi presenti in
rappresentanza delle scuole di Santa Maria la Fossa.
Anche questanno ci troviamo qui a celebrare la ricorrenza del 4
novembre.
Questa data ricorda la battaglia di Vittorio Veneto, che sanzionò la
fine dell'Impero austro-ungarico e la vittoria dell'Italia nella Grande
Guerra: oggi celebrando questa ricorrenza, ricordiamo i caduti che si
sono sacrificati per dare vita al nostro Paese. Oggi festeggiamo anche
le Forze Armate, che nella nostra Repubblica sono dedicate alla
sicurezza interna e alla ricerca della pace a livello internazionale.
Sul manifesto, affisso dallAmministrazione Comunale, che mi onoro di
presiedere, per le strade del nostro paese, sono citati alcuni versi di
Bertold Brecht:
Alla fine dell'ultima
c'erano vincitori e vinti.
Fra i vinti la povera gente
faceva la fame. fra i vincitori
faceva la fame la povera gente egualmente
Leggendo questi versi, capiamo che la guerra è un male che si ripercuote
dall'inizio dei tempi di cui le popolazioni ne sono sempre rimaste
vittime.
Il tema della pace e, di conseguenza, il rifiuto della guerra, è
presente in maniera molto chiara nella nostra Costituzione, la nostra
Legge più importante. E la pace è uno dei pilastri su cui si è voluta
edificare la nostra Nazione.
Ma la pace deve nascere soprattutto dai nostri comportamenti quotidiani:
noi tutti in prima persona possiamo e dobbiamo essere costruttori di
pace! Oggi nel nostro Paese si è radicata questa convinzione per cui
sono più bravi, più furbi,
da imitare, coloro che non stanno alle
regole, che con il loro comportamento si sentono legittimati a fare
qualunque cosa, impunemente, cioè senza pagarne le conseguenze.
Negli anni scorsi, ho ricordato, nei discorsi commemorativi di questa
giornata, la ferocia e la criminalità dei nazisti, a partire dal loro
capo Hitler fino a tutti i suoi collaboratori più fidati, e la
complicità del regime fascista da Mussolini ai suoi più stretti
gerarchi. Ho ricordato le guerre che si sono combattute in tanti paesi
del mondo dallAfghanistan allIraq, dal Kossovo alla Somalia.
Questanno, lasciando da parte la storia, cè la necessità di parlare di
attualità.
Cè la necessità di parlare di una guerra, ancor più pericolosa, che
purtroppo stiamo combattendo oggi, anche in questo momento; una guerra
subdola i cui effetti devastanti emergono solo a distanza di anni,
lasciando una scia di morte, dolore e rabbia.
Lemergenza ambientale che stiamo vivendo, la paura della sua indomabile
crudeltà, labbandono del nostro territorio dalle Istituzioni più
alte, le cui responsabilità sono pari se non addirittura superiori
allingordigia di chi ha avvelenato la nostra terra, devono farci
riflettere e darci la forza di combattere contro questo grande male.
Combattere per salvare il nostro futuro e soprattutto quello dei nostri
figli
combattere perché noi siamo un popolo che non si arrende e che
deve essere unito, più che mai, nel momento della lotta.
A tal proposito ricordo a tutti le belle parole di Papa Francesco, che
nella semplicità del suo linguaggio e nellumiltà del suo tono riesce a
raggiungere i cuori di ognuno di noi, infondendo un grande senso di
responsabilità nei confronti del mondo in cui viviamo e di coloro che ci
circondano.
Il vero potere è il servizio. Bisogna custodire la gente, aver cura di
ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro
che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro
cuore.
Papa Francesco ci esorta, dunque, a rompere quella calotta che ci chiude
in noi stessi e ci spinge a badare ai nostri soli interessi; bisogna
rompere il velo dellindifferenza nei confronti di chi è più sfortunato
di noi e nei confronti di ciò che abbiamo in custodia nella nostra vita,
vale a dire, anche il territorio in cui nasciamo, cresciamo e lasciamo
le nostre orme. Il luogo in cui vi sto parlando, del quale io, da primo
cittadino, mi sento pienamente parte, è un bene che noi abbiamo in
custodia nel breve tempo della nostra vita e che, una volta compiuto il
nostro viaggio sulla terra, lasceremo ai nostri figli. Tutto ciò che
costruiamo, tutto ciò che otteniamo lottando è leredità che io e voi
tutti lasceremo ai posteri. Per questo motivo, per il bene del nostro
Paese e per lamore verso i nostri figli, dobbiamo averne cura, dobbiamo
lottare e farci sentire da coloro che si fingono sordi al nostro grido
di aiuto. Uno dei diritti fondamentali dell
uomo è il diritto alla vita ed è per questo motivo che nessuno deve
avere la possibilità di deciderne. La brama di potere della camorra,
lindifferenza e la corruzione di autorevoli esponenti del nostro Stato,
il silenzio della paura della gente hanno contaminato il nostro
territorio e, di conseguenza, la nostra stessa vita. E ora di
riprendere in mano le redini del nostro destino e lasciare ai nostri
figli un mondo pulito e il diritto a nascere e vivere sani!!!
E arrivato il momento di una seria e dolorosa presa di coscienza. Non
si può, e non si deve, tacere nel momento in cui si vede abbandonare
immondizia indiscriminatamente o appiccare fuochi alla stessa; stiamo
nella terra dei fuochi, ma se un fuoco dobbiamo alimentare, deve
essere solo quello della nostra coscienza nel combattere fino alla
morte, così come hanno fatto i nostri concittadini, i cui nomi sono
incisi su questa lapide.
Non possiamo delegare ad altri ciò che è nostro dovere civico, morale,
istituzionale.
A tal proposito e prima di concludere ricordo dei bellissimi versi di S.
Agostino:
"Quelli che ci hanno lasciato non sono assenti, sono invisibili, tengono
i loro occhi pieni di gloria fissi nei nostri pieni di lacrime."
E questi eroi di Santa Maria la Fossa, invisibilmente ci guardano e dal
Cielo ci proteggono.
Viva i nostri caduti in guerra, viva le Forze Armate, viva la
Repubblica, viva l'Italia, viva Santa Maria la Fossa.
IL SINDACO
Dr Antonio Papa