CASERTA - “Ho inteso far passare qualche giorno da
una sconcertante seduta del Consiglio Comunale di Caserta, per esprimere il mio
pensiero in merito al rifacimento dello Stadio Pinto. Dico “sconcertante” sia
per il clima in cui esso si è svolto, dove l’intervento di alcuni consiglieri
aveva più di una “mozione”di affetti per l’edificio da abbattere, che non di
osservazioni sulle modalità dell’iniziativa. È sembrato, da questo punto di
vista, invece che questi imprenditori che si accingono a realizzare l’opera,
siano delle Dame Vincenziane mandate a regalare a Caserta quasi 50 milioni di
euro per fare un’opera di bene. Nessuno ha evidenziato che, in buona sostanza,
questi vengono ad “acquistare” la più vasta e più bella area omogenea di
Caserta per costruire un ulteriore Centro Commerciale e così distruggere definitivamente
non solo gli sport cosiddetti “minori” ma di grande prestigio e di splendida
storia per la Città come il tennis, ma anche il commercio Casertano già messo
in ginocchio da varie sciagurate attività. Uso il verbo “acquistare” perché
nonostante l’istituto giuridico cui si farebbe ricorso non sia la
compravendita, quando un bene immobile viene concesso per ben 90 anni è molto
più che se lo si vendesse”. A dichiararlo Riccardo Ventre (nella foto), capo dell’opposizione
nel Consiglio comunale della Città di Caserta. “Quanto poi alla presa in giro
dei tifosi, così come sostiene l’amministrazione comunale, secondo cui uno
stadio più nuovo e più capiente farebbe balzare la nostra cara Casertana addirittura
nella coppa dei campioni, trattasi di una bugia che anche un bambino di 5 anni
può capire. Non è certamente lo stadio che crea una grande squadra. Enzo Cuccaro
e gli amministratori della Casertana di allora, dimostrarono come si potesse
fare una squadra degna di questo nome con questo stesso stadio. La durata e le
altre modalità potrebbere a mio avviso spingere la Corte dei Conti ad
instaurare nei confronti della maggioranza un giudizio per danno erariale. In
Consiglio, prima di abbandonare in maniera disgustata la seduta mi sono
limitato a dire, cosa ribadita anche da qualche consigliere di maggioranza, che
noi teniamo bloccato immotivatamente lo strumento di pianificazione (PUC) che
dovrebbe costituire il presupposto per scelte tanto significative. La delocalizzazione, poi, degli sport purtroppo
ed immotivatamente considerati figli di un Dio minore, allontanano ancora di
più anche fisicamente i Casertani, ed in special modo i giovani, dallo sport
per eccellenza che è il calcio”, continua il consigliere di opposizione di
Primavera Casertana. “Mi preme, infine, a questo punto precisare, come inizio
di una battaglia che porteró avanti con l’aiuto di altri Consiglieri e
cittadini che la pensano alla stessa mia maniera sull’argomento, che non sono
affatto contrario, anzi, all’ammodernamento del Pinto, ma certamente senza
limitarsi solo formalmente ad applicare la legge, ma ad Amministrare in maniera
saggia i beni che i cittadini ci hanno affidato. Ritornerò sull’argomento con
un intervento analitico sullo spreco, sulla inopportunità, anzi sulla dannosità,
per la città di questa ennesima manifestazione di miopia pianificatoria di
questa maggioranza”, conclude Ventre.