15 ottobre 2008

Il grazie da parte della Comunità Diocesana a Padre Etienne che il 30 Ottobre ritornerà in Camerun.


ALIFE - PADRE ETIENNE (NELLA FOTO) E’ ARRIVATO NELLA NOSTRA DIOCESI NELL’ESTATE DEL 2002 , PER COADIUVARE NEL PERIODO ESTIVO IL PARROCO DON SALVATORE ZAPPULO DELLA PARROCCHIA S. MARCELLO DI SEPICCIANO IN PIEDIMONTE MATESE. ERA ANCORA DOTTORANDO PRESSO L’ECOLE BIBLIQUE DI GERUSALEMME. DA ALLORA E’ TORNATO IN PARROCCHIA ANCHE IN OCCASIONE DEL NATALE E DELLA PASQUA E, ALL’INDOMANI DELLA DISCUSSIONE DELLA TESI DI DOTTORATO, DOPO UN PERIODO TRASCORSO NELLA DIOCESI DI CHIETI COLLABORANDO CON MONS. BRUNO FORTE, SI E’ POI STABILITO NELLA NOSTRA DIOCESI, CON L’INCARICO DI VICEPARROCO DELLA PARROCCHIA DI SEPICCIANO. HA CURATO LA LECTIO DIVINA, A LIVELLO DIOCESANO, PER UN INTERO ANNO E L’INIZIATIVA DI ALFABETIZZAZIONE BIBLICA “A SCUOLA DELLA PAROLA”. ASSIDUO FREQUENTATORE DELLA BIBLIOTECA DIOCESANA, DURANTE LA PERMANENZA DA NOI, DON ETIENNE, ABUNA ETI, COME LO CHIAMANO IN PATRIA, HA CONTINUATO I SUOI STUDI, CURANDO LA PUBBLICAZIONE DEL SUO LAVORO DI TESI, PUBBLICATO POI IN FRANCIA, E CURANDO ALCUNI CORSI DI SACRA SCRITTURA PRESSO L’ISTITUTO DI SCIENZE RELIGIOSE. COME GIA’ RICONOSCIUTO ANCHE DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI PIEDIMONTE, ETIENNE HA ARRICCHITO TUTTI NOI “CON LA SUA CARICA DI UMANITA’ , SEMPLICITA’ E PROFONDA SPIRITUALITA’ “. PER IL RITORNO IN PATRIA ETIENNE HA PRENOTATO UN INTERO CONTAINER DA RIEMPIRE DI BENI “NECESSARI”: IL SUO PENSIERO VA AL PAESE NATALE CHE HA SACCHE DI POVERTA’ E FAME CHE COLPISCONO SOPRATTUTTO I BAMBINI. PER QUESTO ANCHE LA DIOCESI HA DECISO DI ADERIRE ALLA SUA RICHIESTA DI MATERIALE DIDATTICO (PENNE QUADERNI, ZAINI, ECC.), ABBIGLIAMENTO E CALZATURE ESTIVE PER BAMBINI, ALIMENTI E MEDICINALI A LUNGA CONSERVAZIONE. PER INFORMAZIONI E CONSEGNA DEL MATERIALE RIVOLGERSI A: BIBLIOTECA DIOCESANA - 0823543624 - PARROCCHIA SAN MARCELLO - DON SALVATORE ZAPPULO - 3358170894 - www.parrocchiasepicciano.it COMUNE DI PIEDIMONTE MATESE –

Fonte: Comunicato della Diocesi di Alife-Caiazzo

Caiazzo - Alvignano. La guerra al microscopio.







Caiazzo. Commemorato l’eccidio di Monte Carmignano. E martedì, sempre a Caiazzo, presentazione del volume di Mauro Nemesio Rossi sulla guerra ad Alvignano. Manifestazione soft, poco pubblicizzata, dal Comune di Caiazzo per commemorare il sessantacinquesimo anniversario dell’eccidio di Monte Carmignano, perpetrato da un manipolo di tedeschi in ritirata la sera del 13 ottobre 1943. Nella mattinata di lunedì alcune autorità si sono recate al cimitero per deporre una corona di alloro davanti alla lapide delle ventidue (in effetti sono ventitrè perché fu aggiunto anche il corpo di un altro uomo trovato morto nella zona) vittime della furia bellica, allorché i tedeschi in ritirata, dopo che l’Italia aveva preferito allearsi agli Stati Uniti, seminarono terrore e morte anche nelle amene campagne caiatine, perfino nelle masserie che avevano ospitato il loro quartier generale. Presente anche il console tedesco in Italia. Di seguito al palazzo Mazziotti il giudice Paolo Albano - pubblico ministero nel processo al primo responsabile dell’eccidio, Lenhig Emden - ed il ricercatore italo americano Joseph Agnone – che insieme al compianto storiografo Giuseppe Capobianco si è occupato in modo approfondito dell’efferato eccidio, unitamente al sindaco Stefano Giaquinto, al suo fidato vicario ed assessore alla cultura Tommaso Sgueglia, al presidente del Consiglio Antonino Puorto ed al presidente del forum Giovani Antonio Cervera, hanno illustrato agli studenti locali gli orrori della guerra. Nel pomeriggio di martedì, invece, sempre al palazzo Mazziotti, il presidente dell’associazione storica del Caiatino, Aldo Cervo, presenterà un libro di Mauro Nemesio Rossi sui danni provocati dalla guerra nella vicina in Alvignano. Non si hanno notizie, invece, di messaggi o fiori fatti pervenire dai “gemelli” di Ochtendung, paese tedesco in cui è morto Emden, nonostante il ritorno alla guida dell’associazione “Amici di Caiazzo” dell’ex presidente Wagner

A Castel di Sasso l“Arte della Cultura”. Mostra fotografica e pittorica.


Castel di Sasso. Nel tardo pomeriggio di sabato 18 ottobre, presso il suggestivo scenario di Villa Capitelli nella contrada S. Marco di Castel di Sasso, si terrà la manifestazione denominata l’Arte della Cultura che culminerà in una mostra fotografica e pittorica avente ad oggetto i beni culturali di cui tanto ricco è il territorio. L’evento è stato concepito dall’Amministrazione Comunale come mezzo per veicolare verso l’esterno l’anima della cultura locale, nell’articolazione dei suoi valori e linguaggi, dove protagonista assoluto è il territorio nelle sue molteplici espressioni antropologiche ed ambientali.Il tema ruota intorno agli interventi di riqualificazione e ristrutturazione dei borghi medioevali di “Sasso” e di “Vallata”; il primo, perfettamente ristrutturato, ha dato la spinta per la riscoperta della Chiesa di S. Biagio extra moenia risalente all’anno 979, caratterizzata dai resti di affreschi di notevole pregio che verranno esposti in occasione della manifestazione. Il borgo medioevale “Vallata”, anch’esso di recente restaurato nell’ambito dei PIT Monti Trebulani, è ricco di elementi architettonici particolari, anche catalani, dove il perno centrale diventa il Teatro di Pietra e di Verzura; lo scopo è quello di rivitalizzare il Borgo conservandone i caratteri tipici della civiltà agreste ed incentivando le attività produttive. Un aneddoto storico culturalmente rilevante riporta ad una visita che il maestro Pier Paolo Pasolini, entusiasta, fece in questo borgo nel 1960 in occasione delle riprese cinematografiche del Decamerone. Da questa circostanza è nata l’idea progettuale di concepire il borgo come una scenografia permanente del mondo medioevale, realtà incantevole e suggestiva, ma soprattutto unica nel suo genere. L’obiettivo specifico è l’assunzione di un ruolo attivo nella salvaguardia del patrimonio culturale attraverso un codice di comportamento improntato al rispetto, alla conoscenza delle emergenze artistiche e delle tradizioni locali, ma anche della conoscenza delle attività produttive tipiche della filiera enogastronomica del territorio. In tal senso, il Comune di Castel di Sasso in collaborazione con l’Istituto Settembrini, ha organizzato delle visite guidate per gli alunni del plesso scolastico di Strangolagalli presso i borghi medioevali alla riscoperta del senso di appartenenza ad un contesto territoriale unico per la sua storia e per le sue peculiari caratteristiche culturali ed ambientali.

Fonte:caiazzorinasce

GELMINI: Maestro unico,voto in condotta e formazione dei docenti per una scuola di qualità


L’intervista del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini (nella foto) al quotidiano online "ilsussidiario.net" di mercoledì 15 ottobre 2008
Ministro Gelmini, ora che il testo del decreto è stato approvato in aula le vorrei chiedere di spiegare a tutti, studenti, famiglie e docenti qual è sinteticamente il contributo utile e positivo che la scuola italiana ottiene da questa legge: cioè, in che cosa potrà migliorare la nostra scuola?
Parto dalla novità più contestata: la reintroduzione del maestro unico, anzi, come occorrerebbe dire, del maestro al posto del modulo. Mi è stato contestato di essere partita a cambiare un sistema di eccellenza, ma è proprio così? Cosa misurano i test internazionali? La capacità di lettura di un testo. Ebbene, è una competenza che viene rapidamente persa, come mostrano le prove degli anni successivi. Resta un fatto: e cioè che i “figli” della riforma del 1990 hanno visto crollare la loro capacità di leggere, scrivere, far di conto. Insomma, le basi, le fondamenta su cui poi costruire un percorso di istruzione in grado di andare anche oltre gli anni di scuola o di università. Il contrario di quanto capita. Il maestro è una scelta pedagogica forte, che torna a individuare una figura di riferimento per i bambini, mentre la scelta del 1990, quando il modulo venne introdotto, fu occupazionale ed ebbe anche il risultato di bruciare miliardi di risorse che sarebbero potuti servire per gli investimenti, a partire dall’aumento degli stipendi per gli insegnanti. Secondo punto, la duplice previsione dell’insegnamento di “Cittadinanza e costituzione” e la reintroduzione del voto in condotta vogliono innestare un processo vero di alfabetizzazione civile, che parte dalla conoscenza delle regole e dal loro rispetto. Terzo, la reintroduzione dei voti in decimi vuole contribuire a ridare chiarezza alla scuola. Quarto, è previsto un nuovo impulso all’edilizia scolastica. Ogni edificio scolastico è, in fondo, il biglietto da visita con cui la Repubblica si presenta ai futuri cittadini. Se una scuola, per usare una fortunata espressione che vorrei un giorno consegnare alla storia, è “sgarrupata”, anche l’istituzione pubblica e l’istruzione verranno considerate “sgarrupate”.
Il fronte sindacale sembrava fino a qualche giorno fa unito intorno alla proposta di sciopero generale; ora invece sembra che alcuni posizioni siano ancora aperte. È possibile secondo lei che si arrivi a trovare un accordo almeno con una parte del sindacato?
Io spero ancora che il richiamo alla ragionevolezza vinca sul richiamo della foresta e sulla paura del cambiamento. E’ stato così per la vicenda Alitalia, del resto, dove le frange conservatrici del sindacato sono rimaste isolate. Capisco che sul terreno della scuola, che coinvolge milioni di persone, questo processo sia più complicato. Ma non mi arrendo e guardo con attenzione sia alle aperture del segretario generale della CISL Raffaele Bonanni che del segretario generale della Uil Angeletti. La scuola deve passare da essere terreno di scontro privilegiato a terreno di confronto privilegiato. Si tratterebbe di una vera rivoluzione culturale, per attuare la quale sarebbe necessario mettere da parte da un lato gli interessi corporativi e la difesa della situazione attuale, dall’altro di utilizzare la scuola per altri scopi: e cioè per dare fiato a una opposizione a tutt’oggi in crisi di idee e proposte. Ci sono due slogan che rendono difficile il processo riformatore in Italia. E cioè il benaltrismo (“ma la questione è ben altra!”) e il “piùsoldismo”, l’illusione che ogni problema si risolva concedendo più risorse. La storia italiana è piena di esempi dove “benaltrismo” e “piùsoldismo” hanno prodotto spreco di risorse e incancrenirsi dei problemi. Se un motore è guasto, è inutile e controproducente mettere più benzina nel serbatoio. Io dico aggiustiamo il motore, restituiamo alla scuola i compiti che le sono propri, innalziamo il livello di qualità avendo al centro i nostri ragazzi e il loro futuro.
Guardiamo al futuro, e alle prossime scelte che lei affronterà. In alcune dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi lei ha rilanciato il tema della trasformazione delle scuole in fondazioni: quale sarà il percorso concreto per arrivare a questo modello di governance delle scuole, la cui positività è testata a livello internazionale?
La possibilità di trasformare le scuole in fondazioni è attualmente oggetto di dibattito alla commissione cultura della camera dei deputati a partire dal progetto di legge presentato da Valentina Aprea. Io spero che il confronto metta per una volta da parte le lenti delle ideologie e affronti il dibattito nei suoi termini reali. Per intenderci, farneticare di fondazioni come forma di “privatizzazione” della scuola mi sembrerebbe assolutamente fuori tema e frutto della volontà di disinformare. La domanda giusta è un’altra. Si tratta o meno di una opportunità per le “scuole dell’autonomia”, una autonomia, peraltro, rimasta in larga parte sulla carta? E’ in grado di attrarre nuove risorse dalla società? Ci consente di creare un nuovo rapporto, anzi, di tornare a gettare un ponte tra scuola e società? Io credo di sì. Il presupposto per un dibattito sereno e costruttivo è che si parta dalla realtà, non dalle sovrapposizioni ideologiche o peggio dietrologiche.
Un aspetto positivo delle scuole paritarie è che in molti casi sono scuole costituite in fondazioni dove il dirigente ha il potere di decidere, dove gli insegnanti sono adeguatamente motivati. Guardo pragmaticamente alla realtà, agli esempi positivi per declinarli in tutto il paese.
Il discorso della governance delle scuole e dell’autonomia va di pari passo con quello della positiva concorrenza fra scuole e quindi della libera scelta da parte degli utenti. Lei ha più volte usato parole di apprezzamento per il sistema lombardo della “dote scuola”: come questo sistema può diventare un modello anche a livello nazionale?
La Regione Lombardia è da sempre una delle punte di lancia dell’innovazione. Vorrei ricordare quanto realizzato, in materia di secondo ciclo dell’Istruzione, da Marino Bassi, che arrivò a sperimentare in Lombardia quanto poi è confluito nella Legge Moratti: e cioè la possibilità reale di innalzare il livello di scolarizzazione valorizzando anche la formazione personale. Un approccio pragmatico che ho fatto mio, in base al principio che occorre valorizzare il talento di ognuno, cercare percorsi personalizzati che facciano sì che ogni ragazzo stia bene a scuola e trovi a scuola gli strumenti per realizzare il proprio progetto di vita. La dote scuola ha rappresentato una importante innovazione, partita dal precedente buono scuola e da un sistema di borse di studio e contributi assolutamente all’avanguardia. Si tratta di esperienze estremamente positive, soprattutto perché partono da due presupposti: la libertà di scelta delle famiglie e la loro valutazione “dal basso” dei servizi.
Quale percorso prevede invece per introdurre quella differenziazione di carriera per i docenti che può essere la sola base della valorizzazione di questa tanto importante quanto snobbata professione?
Uno dei miei obiettivi di legislatura è di ridare agli insegnanti uno status sociale ed economico all’altezza della loro missione. L’inverso di quanto purtroppo è successo in Italia, dove si è preferito dare poco a molti chiedendo poco in cambio. Nella scuola che ho in mente sarà del tutto normale che un docente preparato, impegnato e responsabile sia destinato ad avere un premio per il proprio lavoro. Io ritengo realistico pensare a riconoscimenti fino a 7 mila euro l’anno, per dare un ordine di grandezza, che verranno erogati gradualmente già a partire dal 2010-2011, a un numero di docenti inizialmente più limitato ma che entro la fine della legislatura coprirà una percentuale rilevante. Ai tantissimi docenti che in questi anni hanno mandato avanti la scuola, spesso anche con sacrifici, penso che dobbiamo guardare con riconoscenza, e non solo a parole, come si è fatto finora, ma finalmente con iniziative concrete. Le risorse necessarie deriveranno da un recupero di efficienza del sistema scolastico e amministrativo e dai risparmi, il 30 per cento dei quali - come ha previsto la recente legge n. 133 - verranno reinvestiti per lo sviluppo della carriera. In particolare attraverso l’eliminazione degli sprechi e la riqualificazione della spesa realizzeremo economie per 7.8 miliardi di euro entro il 2012. Ne reinvestiremo oltre 2 miliardi di euro nel triennio 2010-2012, e in particolare 956 milioni a partire dal 2012. E in prospettiva ci poniamo l’obiettivo di arrivare a stipendi più elevati. Ma c’è un altro aspetto del problema da mettere al centro dell’agenda politica. Per troppo tempo si è ritenuto che chiunque potesse fare l’insegnante e per troppo tempo si sono riempite le graduatorie, creando sacche di centinaia di migliaia di precari. Occorre intervenire sui meccanismi di formazione degli insegnanti e di selezione, per impedire che persone inadeguate entrino in aula e mettere fine allo sconcio di docenti che entrano di ruolo a quarant’anni. E occorre dare agli insegnanti una prospettiva di carriera legata al merito e non agli scatti di anzianità. Il che non può essere fatto senza un sistema di valutazione serio e condiviso dei risultati della didattica, che tenga conto delle situazioni di partenza e misuri i progressi fatti.
Quali altre novità ci potranno essere nel prossimo futuro? Si è parlato anche di un cambio per quanto riguarda la maturità…
Una commissione ministeriale è già all’opera e attendo il risultato del loro lavoro. Le proposte, comunque, potranno vedere la luce a partire dalla maturità 2009/2010. C’è invece un aspetto su cui vorrei concentrami. E’ riassunto dalla parola semplificazione. Abbiamo meccanismi burocratici che appesantiscono la vita dei docenti. Il docente non è chiamato più solo a insegnare, ma ha una serie di incombenze, di riunioni, di adempimenti burocratici che non servono a nulla. E non parliamo dei dirigenti scolastici, soffocati dalle scartoffie. Allora diamo un taglio alla burocrazia, semplifichiamo il linguaggio anche delle circolari, riduciamo il numero delle norme che nel corso dei decenni si sono stratificate dando vita a una legislazione farraginosa, contraddittoria, spesso incomprensibile. Soprattutto, ricostruiamo un linguaggio comune alla comunità scolastica, comprensibile per i genitori e per gli stessi studenti.


Fonte: comunicato inviato da Domenico Russo

Interviene il consigliere di opposizione avv. Amedeo Insero sulla questione trasparenza e sul suolo "donato" dalla Casa dello Studente al Comune.


Caiazzo.Si è fatto un gran parlare nei giorni scorsi, fino a diventare argomento da bar, della lite avvenuta nel corso del consiglio comunale del 1 ottobre u.s., tra il presidente del consiglio comunale avv. Antonino Puorto ed il capogruppo del gruppo consiliare Caiazzo Città Viva, avv. Ciro Ferrucci. Con l'auspicio che la presente possa aiutare a fare chiarezza sul punto anche al fine di "passare avanti", va evidenziato che, seppur con toni sopra le righe, la denuncia fatta dall'avv. Ferrucci, nel merito e nei contenuti, ciò che dovrebbe più essere a cuore dei cittadini, non può che essere ampiamente condivisa. Ed infatti, anche se in maniera accesa, l'avv. Ferrucci ha evidenziato alcune anomalie che hanno preceduto l'iter amministrativo che ha poi generato l'incarico al caro e stimato amico avv. Pasquale Marotta, che nella vicenda, non c'entra assolutamente nulla, salvo ad essere parente (cugino) con l'avv. Puorto, circostanza, quest'ultima, nel bene e nel male, non addebitabile all'avv. Ferrucci.
Passando al merito della questione il capogruppo di Città Viva ha nel corso del suo intervento, ha semplicemente voluto mettere in evidenza che non bisognava attendere la nomina di un commissario ad acta (che pagherà il comune di Caiazzo) per una licenza, De Julio, che attendeva di essere evasa da oltre un anno. Il parere richiesto dal commissario ad acta alll'UTC, che ha poi incaricato l'avv. Marotta (che pure sarà pagato del comune di Caiazzo) doveva essere dato dal commissario stesso, il quale, se proprio voleva un parere sulla vicenda, ben poteva visionare quello già a disposizione dell'Ufficio Tecnico, e redatto dal tecnico comunale ing. Marra. E' stato poi rilevato che alcun requisito di urgenza aveva la nomina del legale, atteso che la pratica giaceva da oltre un anno, il cui bando è stato affisso per un tempo (due giorni) inferiore a quello stabilito dal regolamento anche per i casi di urgenza (5 giorni). La diffusione e giusta pubblicità del bando avrebbe dato la necessaria trasparenza lamentata dal gruppo di opposizione. Questi sono i fatti, verificabili da chiunque poiché provenienti da atti a rilevanza pubblica, il resto sono solo chiacchiere da bar. A ben vedere, la vicenda ha avuto un grande merito, ovvero quello di far passare (sarà un caso ??) in assoluto silenzio la trattazione di un'altra vicenda ben più spinosa discussa in consiglio comunale, ovvero quella riguardante l'approvazione di un progetto definitivo dei lavori di realizzazione di una struttura per disabili in località Ponte della Vecchia. Dalla proposta di deliberato portata in consiglio dalla maggioranza, si legge che tale struttura dovrebbe nascere su suolo "donato" dalla Fondazione Casa dello Studente al comune di Caiazzo. Sul punto, al di là della lodevole iniziativa, è stato evidenziato che l'atto di donazione, così come confermato più volte nel corso della seduta consiliare dal sindaco Giaquinto, è un atto che non solo non rispecchia la volontà testamentaria del Rev. Gregorio Mormile, ma esula completamente da quanto previsto dallo statuto stesso della Fondazione. Tale situazione pone il comune di Caiazzo e con esso la maggioranza che ha votato favorevolmente, in una scomoda posizione poiché l'atto (di donazione) potrebbe, e mi auguro che ciò non accada, essere in ogni momento impugnato da chiunque vi abbia interesse con inevitabili e gravi conseguenze per il comune (leggi caiatini) e per gli amministratori stessi. E ciò al di là della opinione espressa in consiglio comunale, assolutamente non condivisa, di qualche autorevole voce della maggioranza, che vorrebbe far ricadere, in maniera veramente poco nobile, tutti gli eventuali effetti negativi della vicenda, sulla persona del Vescovo S. E. Mons. Pietro Farina, quale legale rappresentate la Fondazione.

Caiazzo 14/10/2008

Il consigliere di opposizione

Avv. Amedeo INSERO

Venerdì prossimo il Pd potrebbe eleggere il coordinatore cittadino. In auge anche Domenico Ferraiuolo?

Piedimonte Matese. Andamento lentissimo per l’elezione del direttivo misura “large” avvenuta la scorsa estate in un torrido mese di giugno, poi adempiuto in una riunione nell’aula consiliare con la formazione del direttivo a quaranta, più o meno.
Andamento lento, lentissimo, quasi fermo , in surplace per l’elezione del coordinatore cittadino del partito democratico che ancora manca all’appello. Niente di fatto nel corso della riunione cittadina che si è svolta nella sede storica di piazza Roma. Dopo il mandato esplorativo nei giorni addietro i partecipanti non hanno potuto altro che prendere atto della rinuncia del candidato più accreditato e su cui puntava gran parte del partito cittadino: a rinunciare sia per ragioni professionali che familiari è stato il medico, ex consigliere comunale negli anni ’80 Maurizio Juliano che, ha ringraziato per gli attestati di stima e fiducia ma ha pronunciato l’ “ andiamo oltre” con l’iniziativa da portare avanti da parte del gruppo ristretto che raccoglierà le indicazioni provenienti dagli iscritti. Tutto slittato a fine settimana: venerdì si riunirà di nuovo il direttivo per prendere una decisione ovvero designare–eleggere il coordinatore del Pd del maggiore centro matesino, in una amministrazione in cui il partito ha un ruolo chiave, già sottolineato dall’ingresso alcuni mesi fa di alcuni consiglieri indipendenti (Attilio Costarella, Corrado Pisani). Circa la metà del territorio provinciale casertano non ha proceduto ancora alla nomina dei quadri dirigenti, dell’assetto di vertice e nell’alto casertano spicca la carenza di quello che nel senso comune è il comune capofila. Sarebbe spuntato anche il nome di Domenico Ferraiolo (nella foto) tra i "papabili" a coprire la carica di coordinatore del Pd a Piedimonte Matese. Altri pochi giorni per tentare di riempire le caselle e dare una direzione politica autonoma “coordinata” (con l’amministrazione) il partito leader. Alla riunione ha preso parte anche l’assessore provinciale Renato Ricca oltre al sindaco Vincenzo Cappello ed al suo vice Costantino Leuci.

Fonte: caiazzorinasce