22 giugno 2010

NONOSTANTE LA PIOGGIA TANTA GENTE SI E’ RECATA A FIRMARE PER LA PROPOSTA DI LEGGE PER I PICCOLI COMUNI DI MONTAGNA.


ALIFE. Nonostante la pioggia tanta gente si è recata a firmare per la proposta di legge regionale “Incentivi a favore dei piccoli comuni campani atti a contrastarne lo spopolamento e a favorirne la ripopolazione”, elaborata dal gruppo “Matese 2.0”. La raccolta firme proseguirà nei prossimi giorni preso i singoli comuni dell’alto casertano. Ad Alife, il gazebo è stato allestito nello spiazzale della Cattedrale. “Ringrazio vivamente i giovani del Forum di Alife, ha commentato il Prof. Marco Fusco Presidente del Comitato EDA ce/6, che hanno capito fino in fondo l’urgenza di una legge ad hoc per i piccoli centri. Nei prossimi giorni la proposta di legge, accompagnata dai fogli per la raccolta firme, sarà depositata presso i singoli comuni dell’alto casertano, per favorire una capillare informazione su questa iniziativa e sensibilizzare l’opinione pubblica. Ci sarà tempo fino al 30 giugno, poi la proposta di legge, accompagnata dalle firme dei cittadini matesini, sarà depositata presso la competente commissione regionale al Centro Direzionale Napoli. Tempestivamente informati hanno già garantito tutto il loro impegno istituzionale, diversi consiglieri regionali, pronti a tracciare una sorta di corsia preferenziale nei vari organismi che saranno chiamati in causa per un iter accelerato a livello legislativo. Confidiamo nell’azione dei sindaci per raggiungere tutti gli obiettivi che il gruppo “Matese 2.0” si è posto per cominciare a parlare seriamente di sviluppo e, soprattutto, per trovare i giusti rimedi alla piaga dello spopolamento che sta colpendo le aree interne campane. Lo spopolamento si combatte con atti concreti, facendo proposte serie, non aggravando il bilancio regionale ma rimodulando risorse già disponibili ma utilizzare male. Un esempio: non è più riproponibile la legge 51/1978. Allora, perché non pensare di garantire la copertura finanziaria alla legge sui piccoli comuni, utilizzando le risorse della 51? Tutto questo sarà oggetto di confronto con i nuovi inquilini dell’assise regionale. Al Governatore Caldoro e agli assessori regionali al ramo, ha concluso il Prof. Fusco, chiederemo di leggere attentamente quanto scritto in una recente lettera inviata al presidente del consiglio Silvio Berlusconi, dai presidenti dell’Uncem e di Federforeste Enrico Borghi e Pierluigi Ferrari. Si tratta di un accorato appello per l’adozione di decisioni a favore della “montagna povera italiana”. Si tratta di richieste plausibili, una sorta di clausola sociale a favore della montagna, vale a dire un complesso di vantaggi fiscali e tariffari che, insieme a servizi adeguati, concorrano ad offrire alle popolazioni della “montagna povera italiana” forti ragioni per frenarvi l’esodo e per invertirvi la tendenza all’abbandono. Il prossimo 7 luglio, come già ricordato in precedenza, ci sarà una tavola rotonda, su queste tematiche, in Val Gardena con la partecipazione di esperti, rappresentanti del governo centrale, Governatori, tra questi ci sarà pure il nostro Governatore Caldoro. In quella sede, la regione Campania potrebbe presentare la proposta di legge da noi elaborata, come impegno preciso per combattere lo spopolamento nelle aree più marginali. Come gruppo “Matese 2.0” stiamo lavorando proprio in questa direzione. “


Pietro Rossi

SUCCESSO DELLA QUARTA GIORNATA DI VOLONTARIATO AMBIENTALE SUL MATESE.




CASTELLO DEL MATESE. Si è svolta in località Miralago la terza giornata di volontariato "Matese Pulitio" che nonostante la pioggia incessante ha visto all'opera circa 20 componenti del comitato. questa volta, le istituzioni locali sono state rappresentate dall'intervento "fisico" di Giuseppe Riselli Assessore all'Ambiente del Comune di Piedimonte Matese. Tutti i membri del comitato sono fermamente intenzionati a proseguire nel loro intento, confidando in una maggiore sensibilizzazione degli Enti Pubblici, finalizzata ad un migliore controllo del territorio. Matese Pulito è un comitato spontaneo costituito da giovani volontari residenti in alcuni comuni matesini che dopo gli scempi verificatosi anche dopo della nascita del Parco Regionale del Matese, hanno deciso di riappropriarsi del proprio territorio e di ricominciare da zero, cercando di ridare la giusta dignità ad una delle zone montuose più belle d'Italia.

Pietro Rossi

SUCCESSO DELLA MANIFESTAZIONE CENTRALE APERTA A PIEDIMONTE MATESE.

PIEDIMONTE MATESE. La pioggia ci ha messo lo zampino, rischiando di rovinare la giornata. Ma la perfetta sinergia tra Enel, amministrazione comunale di Piedimonte Matese e associazioni cittadine ha fatto sì che la manifestazione avesse la sua buona riuscita, con la soddisfazione degli organizzatori. Domenica l’energia ha fatto da protagonista nella centrale idroelettrica di piazza Giovanni Caso, che in occasione dell’iniziativa Enel “Centrale Aperta” ha aperto le porte alla cittadinanza, all’insegna della cultura, sport ed anche divertimento, ma soprattutto per avvicinare la gente al patrimonio storico e tecnologico dell’azienda. Molte le iniziative indirizzate ai visitatori che in più di mille hanno varcato i cancelli della struttura, per niente spaventati dal cielo plumbeo. Grandi e piccoli hanno avuto di che intrattenersi fin dal mattino, quando, dopo la santa messa, sono iniziate le visite guidate alle strutture, a cura dei tecnici Enel, e molte altre iniziative. C’è stata la partenza del secondo raduno regionale del Vespa Club e i percorsi guidati nei siti di Madonna delle Grazie e del Parco Archeologico di Monte Cila curati dall’associazione culturale Gu.pa.na, assieme ad esibizioni di tiro con l’arco degli “Arcieri del Matese” e laboratori didattici per bambini a cura dell’associazione “Auser” di Venafro, mentre una mostra fotografica ha fornito un quadro storico della centrale Vanvitelli.
Momento significativo è stata la consegna di una targa al centenario Antonio D’Auria, lavoratore storico dell’Enel, già omaggiato qualche mese fa dall’amministrazione di Vincenzo Cappello in occasione del suo centesimo compleanno. L’attrazione più spettacolare è stata offerta dall’Aeronautica Militare, che ha permesso ai visitatori di fare un’esperienza unica: un giro virtuale in aeroplano con il simulatore di volo Pattuglia Acrobatica Nazionale, lo stesso utilizzato dai piloti delle Frecce Tricolore.
Poi momenti di degustazione con prodotti tipici locali e ancora spettacoli di magia e arte circense, interrotti soltanto dall’irrinunciabile appuntamento con i Mondiali di calcio. Conclusione con il cabaret partenopeo: lo spettacolo musicale “Signori…attenti alle donne” dell’associazione “Napolincanto”.

Michele Menditto

SMANTELLATA UNA PERICOLOSA ORGANIZZAZIONE CRIMINALE DEDITA AL TRAFFICO INTERNAZIONALE DI COCAINA, ARRESTATI 16 AFFILIATI A CAMORRA E ‘NDRANGHETA.

Uno dei maggiori sequestri di droga mai realizzati in Italia, ben 700 chilogrammi di cocaina purissima al 93%, per un valore all’ingrosso sui mercati europei, di circa 120 milioni di euro.
Un’organizzazione criminale di altissimo livello, in cui era stata sancita una vera e propria “alleanza” strategica e finanziaria tra uno dei più importanti ed agguerriti sodalizi ‘ndranghetistici della locride, i “BARBARO” di Platì, ed esponenti del clan camorristico dei “LA TORRE” attivo nel casertano. Una rete di narcotrafficanti internazionali in grado di movimentare ingenti quantitativi di sostanza stupefacente dal continente sudamericano (Colombia e Venezuela) verso il territorio italiano, passando per l’Africa ed i Paesi del Nord Europa. Oltre tre anni di serrate e minuziose investigazioni effettuate con l’ausilio di sofisticate apparecchiature tecniche per l’ascolto delle comunicazioni tra gli indagati e attraverso centinaia di appostamenti e risconti effettuati in Italia ed all’estero. Una complessa indagine economico-finanziaria grazie alla quale è stato possibile individuare e sottoporre a sequestro gli ingenti patrimoni illecitamente accumulati dai membri dell’organizzazione. Sono questi i “numeri” principali dell’operazione denominata “TAMANACO” – dal nome dell’albergo venezuelano in cui avvenivano gli incontri tra i narcos e gli acquirenti italiani – portata a termine questa notte dal G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria di Catanzaro, dal Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata di Roma (S.C.I.C.O.), con la collaborazione della Tenenza di Mondragone (CE), attraverso l’esecuzione di 16 ordinanze di custodia cautelare in carcere ed il sequestro preventivo di beni per oltre 80 milioni di euro. L’operazione, che ha interessato le province di Reggio Calabria, Caserta, Frosinone, Torino Pisa e Monza – Brianza con un impiego di circa 150 finanzieri, ha visto l’esecuzione ai provvedimenti cautelari, personali e reali, disposti dal G.I.P. del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale D.D.A. Contestualmente, sempre su richiesta della Procura di Reggio Calabria ed in stretta collaborazione con il G.I.C.O. di Catanzaro e lo S.C.I.C.O. di Roma, la Polizia di Amsterdam ha eseguito 5 mandati di arresto europeo, nei confronti di altrettanti trafficanti olandesi affiliati all’organizzazione. Le indagini, avviate agli inizi del 2005 dal Gruppo Operativo Antidroga di Catanzaro sotto la direzione della DDA di Reggio Calabria, portavano subito ad individuare una prima importazione di sostanza stupefacente dal Sud America che l’organizzazione (composta come detto e come si vedrà meglio da elementi della ‘ndrangeta reggina e della camorra casertana) stava pianificando con il fornitore sudamericano Vittorio BELGIOVANE cl. 40, un noto broker di origini italiane ma residente stabilmente in Venezuela, referente di un’organizzazione colombiana di narcotrafficanti che egli stesso si pregiava di annoverare tra le prime al mondo per volume d’affari.
La regia italiana dell’operazione era in mano a Giuseppe BARBARO cl. 68, elemento di spicco dell’omonima cosca di Platì (RC), all’epoca latitante per altri fatti e, successivamente, arrestato dai finanzieri del GOA di Catanzaro il 12 dicembre 2008 dopo circa due anni di latitanza.
Quest’ultimo operava in stretta sinergia con altri malavitosi calabresi e, soprattutto, con alcuni esponenti della criminalità organizzata campana e laziale, fra cui Giovanni SCIACCA, cl. 59, Emilio BOCCOLATO cl. 52 e Antonio REA, cl. 51.
In tale ambito, l’attenzione degli investigatori si concentrava sulla figura di Antonio REA, soggetto insospettabile e con uno stile di vita molto regolare e defilato ma che, in realtà, costituiva l’elemento di collegamento tra l’intera organizzazione radicata in Italia e il fornitore sudamericano Vittorio BELGIOVANE, di cui era l’esclusivo referente e portavoce.
Proprio un viaggio di quest’ultimo in territorio italiano nell’agosto del 2005, prontamente monitorato dai militari del GICO di Catanzaro, rafforzava l’ipotesi investigativa secondo cui l’organizzazione era in procinto di concretizzare l’acquisto di una consistente partita di droga.
Il venezuelano, infatti, era giunto da Caracas a Roma Fiumicino per pianificare gli ultimi dettagli dell’importazione che, secondo quanto emergeva dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali, sarebbe dovuta avvenire con la spedizione, via mare, di un container contenente ufficialmente pelli bovine essiccate quale carico di copertura della sostanza stupefacente occultata all’interno.
Grazie ad una minuziosa attività investigativa condotta nei giorni immediatamente successivi all’incontro, si riusciva a risalire al porto venezuelano da cui sarebbe partita la nave (La Guaira), al nome di quest’ultima (“Cala Palma” della Costa Container Lines S.p.a.), al porto di destinazione (Livorno) e, perfino, ai dati identificativi del container su cui viaggiava lo stupefacente (nr. INBU-N368938-2/SEAL). il 14 settembre del 2005, dopo una breve sosta di cabotaggio nel porto di Vado Ligure (SV), la nave giungeva nel porto toscano e, all’apertura del container i militari del GOA di Catanzaro e quelli della Compagnia di Livorno individuavano, occultati sotto un carico di copertura costituito da pelli bovine essiccate, circa 700 chilogrammi di cocaina purissima, uno dei maggiori sequestri realizzati in Italia negli ultimi anni.







LA COCAINA (690 Kg) SEQUESTRATA A LIVORNO
Le indagini successive consentivano di chiarire e specificare ulteriormente coinvolgimenti e responsabilità degli odierni arrestati, in Italia ed in Olanda paese, quest’ultimo, nel quale l’organizzazione italiana poteva contare su una rete di trafficanti locali, già noti alla polizia di Amsterdam.
Trattasi, in particolare, di Pasquale PAGLIARO cl. 65, di origini campane ma stabilmente residente in Olanda, dove agiva in stretta sinergia con una alcuni soggetti olandesi identificati in Jerry GALLANT cl. 53, alias “il codino”, Richard KRAMER cl.63, Suzette DE RIJP cl. 60, alias “la signora” e, in ultimo, ma non in ordine di importanza, Greg REMMERS cl. 48, pluripregiudicato, ritenuto dalla Polizia dei Paesi Bassi, personaggio di notevole spessore criminale.
In tale contesto, preziosa è stata la cooperazione fornita dalla polizia olandese che, in tempo reale, ha assicurato un continuo flusso di informazioni sui soggetti monitorati e sui loro movimenti nonché l’ascolto reciproco delle conversazioni che avvenivano in quel paese.
L’intera attività investigativa si è svolta con il costante coordinamento, anche a livello internazionale, della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, che ha altresì fornito un determinate supporto logistico ai militari operanti, specie laddove si è reso necessario l’impiego di sofisticate apparecchiature tecniche.
Parallelamente alle descritte investigazioni, i finanzieri del GICO di Catanzaro,dello S.C.I.C.O. di Roma e della Tenenza di Mondragone hanno condotto mirate indagini economico-finanziarie, condotte anche con l’ausilio di un innovativo applicativo informatico denoninato “MOLECOLA”, ideato e realizzato dallo SCICO, in collaborazione con la Direzione Nazionale Antimafia, grazie alle quali è stato possibile di ricostruire in capo ai principali indagati notevolissimi complessi patrimoniali costituiti, prevalentemente, da beni immobili, attività commerciali e quote societarie, detenuti sia direttamente sia attraverso l’impiego di prestanome.
L’esame del materiale investigativo raccolto in sede di indagini di p.g. e i successivi accertamenti economico-finanziari hanno permesso di accertare che alcuni indagati, ricorrendo ad un complesso intreccio di rapporti societari in continuo mutamento, erano riusciti ad effettuare notevoli investimenti in beni e società, alcuni dei quali in maniera ufficiale, altri ricorrendo a soggetti prestanome, utilizzando le considerevoli disponibilità finanziarie rivenienti dall’attività delittuosa posta in essere.
I conseguenti provvedimenti di sequestro preventivo emessi ai sensi degli artt. 321 c.p.p. e 12 sexies Legge 356/1992 dal G.I.P. del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale Procura distrettuale, colpiscono i seguenti beni per un valore stimato in 80 milioni di euro:
· 16 attività economiche, fra ditte individuali e società;
· 25 quote societarie, per svariati milioni di euro;
· 7 automezzi;
· 12 immobili tra terreni e fabbricati
· 2 polizze assicurative.
Fra i beni sequestrati spicca una prestigiosa ed esclusiva struttura agrituristica denominata “Tenuta Sciacca”, situata alle pendici del monte Massico, a pochi chilometri dalla riserva naturale del Lago di Falciano.
Un casale del ‘700 finemente ristrutturato, dislocato all´interno di 25 ettari di terreno, capace di ospitare 24 camere e 2 suite, dotate dei più moderni e raffinati comfort, e 2 splendide sale ristorante.

Fonte: Comunicato Stampa Guardia di Finanza

Borse di studio in distribuzione fino a fine giugno. Oltre cinquecento gli studenti beneficiari del sussidio.


CASERTA. Sono in distribuzione presso gli uffici A.Di.S.U. della Sun di corso Giannone a Caserta le carte Super Flash destinate agli studenti beneficiari delle borse di studio per l’anno accademico 2009-2010. A seguito del riparto del fondo integrativo ministeriale di circa un milione e 300mila euro l’azienda ha potuto procedere infatti con lo scorrimento della graduatoria per soddisfare altre 500 richieste di studenti ritenuti idonei che vanno a sommarsi alle oltre 778 già accolte lo scorso mese di gennaio. Nel complesso per l’anno accademico 2009-2010 beneficeranno delle borse di studio quasi 1300 studenti (278 immatricolati e poco più di 1000 iscritti agli anni successivi). Le Super Flash Card verranno distribuite secondo un calendario pubblicato sul sito http://www.adisun.it/. Si tratta di carte prepagate ricaricabili sulle quali saranno di volta in volta caricati gli importi da versare agli studenti. Un metodo innovativo adottato quest’anno dall’ A.Di.S.U. per accelerare i tempi di erogazione del sussidio e migliorare la qualità del servizio offerto. Con questa tessera lo studente potrà prelevare in un qualsiasi sportello bancomat del gruppo Intesa San Paolo presente sul territorio nazionale senza sostenere alcuna spesa e in più potrà beneficiare di tutti i servizi e i vantaggi normalmente riconosciuti alle carte prepagate. La SuperFlash consente infatti di ricevere e disporre bonifici, effettuare pagamenti, fare acquisti on line e non solo. Per ritirare la propria tessera lo studente dovrà presentare all’A.Di.S.U. una fotocopia di un documento di identità in corso di validità.


c.s.

SPAVENTOSO INCIDENTE DELLA STRADA A CERVINARA. IN PROGNOSI RISERVATA UN BAMBINO DI NOVE ANNI DI SANTA MARIA A VICO.


Cervinara. E' ancora in prognosi riservata, presso l'Ospedale Civile di Caserta, il bambino di nove anni rimasto seriamente ferito nell'incidente dele strada occorsogli nella tarda mattinata dell'altro giorno, mentre, a bordo di un forgonato condotto dal padre, transitava lungo la strada a scorrimento veloce ricadente nell zona ASI di Cervinara. Il piccolo, che, con il genitore, un commeriante quarataduenne di Santa Maria a Vico, rientravano nella loro città dopo una dura giornata di lavoro presso il marcato di San Marco dei Cavoti, è uscito molto malconcio dal clash veicolare nel quale è rimasto coinvolto. Per cause ancora allo studio da parte degli inquirenti, il mezzo su cui viaggiavano padre e figlio è venuto involenta collisione con una Seat Ibiza con a bordo due cittadini di Benevento. Si tratta dei fratelli L. e P.D.R., rispettivamente di 24 e 23 anni. Quesi ultimi, a loro volta, in pognosi riservata, sono stati condotti presso gli Ospedali "Rummo" e "Fatebenefratelli", di Benevento. "Nonostante tutto, dice un testimone oculare dell'accaduto, possiamo ritenerci soddisfatti di come sono andate le cose. Infatti, a ben guardare lo scenario dello scontro, che, sarà bene rimarcarlo, è stato frontale, si comprende benissimo che la strage è stata evitata per un soffio appena.



Daniele Palazzo