Elisabetta Pozzi |
ALIFE (Raffaele Raimondo) –
“Cassandra o del tempo divorato”: è il titolo del nuovo spettacolo che, in
prosecuzione della solida Rassegna Teatri di Pietra, Mistras/Mda Produzioni Danza
proporrà, nella magica atmosfera dell’Anfiteatro Romano, l’8 agosto, con inizio
alle 21,30. Se Cinzia Maccagnano ha incantato il pubblico, nella serata di
giovedì scorso, con la sua “Ecuba”, già regina e poi drammaticamente “schiava”,
“senza patria”, “senza figli”, “senza marito” e “vecchia”, un’altra grande
interprete, Elisabetta Pozzi, s’appresta a calcar la scena nelle tormentate
vesti di Cassandra, “una tra le più fragili eroine classiche”. L’articolato
testo del lavoro, firmato Pozzi-Gatti-D’Angelo, sapientemente impasta stralci
di Seneca, Eschilo, Euripide, Massimo Fini e Jean Baudrillard; insomma si offre
come un’intensa rilettura contemporanea dell’antico, maestoso teatro greco e
latino. Accanto alla Pozzi reciteranno Hal Yamanouchi, Carlotta Bruni e Rosa
Merlino, formando un cast di punta che promette emozioni, lampi di genio
creativo, riflessioni profonde. “La figura di Cassandra – rivela la
prim’attrice – mi ha sempre affascinato e nello stesso tempo turbato.
Profetessa non creduta... mi suggerisce la visione di un personaggio
estremamente vivo che può arrivare ai giorni nostri per raccontarci qualcosa
che ci riguarda molto da vicino. La consapevolezza (ora come allora) degli
errori commessi nel passato dai Padri la porta ad essere talmente cosciente e
lucida sul futuro da avvertire l’inadeguatezza del linguaggio per dire del
vivere nel presente, all’ombra della distruzione”. E così “divora” il tempo,
accarezzando attimi d’eternità. Aurelio Gatti, che è l’autorevole “deus ex
machina” della Rassegna, parlando di Alife, l’ha definito un centro
“dell’entroterra casertano, straordinario, sotto alcuni punti di vista, per
integrità..., con un anfiteatro che si popola e raccoglie non solo la sua
cittadinanza, ma anche quella limitrofa”. Ottimista il maestro, pensa positivo,
giacché, a dire il vero, nei fatti il grande pubblico alifano e matesino ha
ancora da scoprire queste auteniche “perle” teatrali di mezz’estate e
contribuir di grosso alla giusta valorizzazione delle preesistenze
archeologiche. L’amministrazione comunale sta facendo la sua parte in questa
direzione, s’adopera per riaccendere i riflettori sugli attrattori culturali
del luogo. Infatti, il sindaco Avecone, che s’avvale di fertili collaborazioni
tecnico-amministrative (basti pensare ai preziosi contributi dell’arch.
Gabriele Venditti e dell’assessore alla cultura Giulio Riccio), ha detto
“Abbiamo affrontato un anno di sacrifici, in termini economici, ma si è deciso
di non trascurare la cultura, semplicemente perché abbiamo la certezza che
senza la cultura non ci può essere progresso”. Un convincimento che merita
un’adesione “di base” più vasta. Intanto, siamo sicuri che a sostenere tale
processo finalmente saranno, prima o poi, soprattutto le giovani generazioni
locali e chissà che nel pubblico dell’8 agosto all’Anfiteatro Romano intravedremo
proprio le avanguardie giovanili d’Alife sensibili a raccogliere e rilanciare,
magari anche dialetticamente, le sfide culturali del nostro “divorato” tempo.