La crisi economica e sociale, che stiamo attraversando, ha portato nella società divisioni, disgregazioni, anche nelle organizzazioni sindacali, ed ha accentuato le disuguaglianze.
Basti vedere le divisioni di CGIL CISL UIL e tra lavoratori pubblici e privati, tra categorie diverse, prevale l'individualismo, l'egoismo, l'indifferenza. I valori dell'unità e della solidarietà, dei diritti, vengono un po' meno, ma cosi siamo tutti più deboli. Io proporrei alla CGIL in occasione del congresso, alcune cose da portare avanti e se possibile iniziare a da fare subito, per recuperare a pieno quei valori. 1) Fare il maggior numero possibile di assemblee, sui posti di lavoro e sul territorio, oltre che a essere un fatto democratico, servirebbe per ascoltare, suggerimenti, proposte, idee, problemi, bisogni, dei lavoratori, pensionati, disoccupati, cittadini. 2) Rivedere velocemente, nella dialettica naturalmente, il grande valore dell'unità, interna alla CGIL e all'unità con CISL e UIL. Per contribuire a unire i lavoratori, di ogni settore, pensionati, unire anche attorno al sindacato tanti cittadini bisognosi, ed unire il paese. 3) Elaborare un progetto politico sindacale, pieno di valori veri, di diritti e doveri uguale per tutti, da proporre alla classe dirigente del nostro paese. 4) I pilastri dello stato sociale, sanità, scuola, previdenza e assistenza, siano difesi, devono rimanere pubblici, semmai vanno elaborati progetti mirati per migliorarli. Sanità che il diritto alla salute sia garantito a tutti in eguale misura. Scuola, che il diritto allo studio, all'istruzione, alla formazione, sia garantito a tutti i cittadini, con l'obiettivo di portare ad una cultura sempre più alta per tutti. Previdenza, portare avanti un programma con l'obiettivo, di garantire una pensione dignitosa per tutti i pensionati. Assistenza, che sia finalmente estesa una rete di servizi su tutto il territorio nazionale, per anziani, diversamente abili, bambini. L'acqua deve rimanere pubblica, per garantire la qualità e il prezzo più basso, accessibile a tutti i cittadini. 5) Il grosso problema del lavoro precario, non se ne può veramente più, va risolto al più presto possibile, affinchè ci sia una garanzia di un posto sicuro per tutti, per giovani e meno giovani, con il lavoro precario, diventa tutto precario per loro, il loro progetto di vita, farsi un mutuo per la casa, costruirsi una pensione, farsi una famiglia,
6) Sicurezza sui posti di lavoro, altro tema estremamente urgente da risolvere nel nostro paese, bisogna portare avanti una strategia di prevenzione degli infortuni e della salute sui posti di lavoro, la vita deve essere messa al primo posto nella scala dei valori. 7) elaborare un progetto per combattere il lavoro nero e una lotta contro tutte le mafie, ogni forma di sfruttamento, bisogna portare avanti una cultura della legalità, del rispetto delle regole, con l'obiettivo di vedere la legalità come valore di alta civiltà. 8) Burocrazia, elaborare un progetto di semplificazione di tutte le pratiche e in ogni settore, per semplificare la vita ai cittadini. 9) Fisco, da tanto che se ne parla, ma poco si è fatto, non è più possibile tollerare un evasione ed elusione fiscale cosi elevata nel nostro paese. Bisogna mettere in atto una strategia efficace, spingere il governo, e tutte le classi dirigenti e tutte le istituzioni, e forze addette ai controlli, a far pagare le tasse a tutti come prevede la legge, far rispettare le leggi. Se tutti le pagassero, ci sarebbe una riduzione del 30% con grande vantaggio per chi già paga onestamente, per i lavoratori dipendenti e pensionati. 10) Come organizzazione sindacale CGIL dobbiamo ascoltare di più i lavoratori, pensionati, la gente, cittadini bisognosi, farne tesoro dei loro suggerimenti, dobbiamo poi adoperare al massimo tutte le nostre forze, le nostre intelligenze, le nostre capacità, le nostre idee, per contribuire a costruire una società unita e piena di valori veri, di diritti uguali per tutti, solidale, una società di alta civiltà, per un futuro migliore e più giusto per nostri figli e per le future generazioni.
Francesco Lena
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