28 dicembre 2008

RITORNANO LE COLLEZIONI MUSEALI DEI REPERTI STORICI.


Piedimonte Matese. Quanto mai opportuna e tempestiva la deliberazione del Consiglio Comunale della Città di Piedimonte Matese, varata il 23 Dicembre scorso su impulso dell’Assessore delegato al recupero delle collezioni pre-romane e romane dell’ex Museo Alifano, Dott. Attilio Costarella (nella foto), che ha tenuto nella massima assise cittadina la relazione esplicativa, e dell’intero gruppo di maggioranza. Opportuna perché stanno per concludersi i lavori del Progetto Integrato Territoriale che ha interessato l’ex Convento di San Domenico, che è proprio quello che le dovrà accogliere al loro ritorno in Città. Per questo, l’Assessore Costarella ed il Sindaco, Avv. Vincenzo Cappello, stanno alacremente lavorando, interfacciandosi con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli dove esse sono custodite, la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei e quella di Caserta e Benevento competente per territorio, l’Università degli Studi del Salento e quella del Molise, per l’assistenza scientifica. L’Amministrazione Comunale, sempre su sollecitazione di Costarella, ha in animo di ottenere analoghe espressioni di voto dalla Comunità Montana zona del Matese e da tutti i Comuni del circondario, affinché possano ritornare nella loro storica sede quelle collezioni che narrano la storia viva della Città di Piedimonte Matese e della media valle del Volturno, dalle lontanissime epoche geologiche in cui il Matese di oggi giaceva sotto il Mediterraneo, alla remota preistoria d’Italia, a Roma, al Medioevo, fino al Risorgimento e ai giorni nostri; una scuola in cui i fossili, oggetti d’arte e di religione, scritture, monete, utensili, hanno rappresentato e potranno continuare a rappresentare gli indicatori muti ma eloquenti di tutta una evoluzione, di tutto un progresso. Il ritorno del materiale archeologico di proprietà comunale ed il prestito di quello di proprietà statale si inquadra a pieno titolo negli sforzi che l’Amministrazione Comunale sta compiendo al fine di ricostituire, quanto più possibile, l’integrità delle prestigiose collezioni dell’ex Museo Alifano, raro esempio della storia della musealizzazione nel Mezzogiorno d’Italia. Esso è anche coerente con l’articolo 102, comma 5, del D. Lgs 22 Gennaio 2004 N. 42, “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”, laddove recita che “Il Ministero può trasferire alle Regioni e agli altri Enti pubblici territoriali, in base ai principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza, la disponibilità di istituti e luoghi della cultura, al fine di assicurare un’adeguata fruizione e valorizzazione dei beni ivi presenti”. Tanto più perchè le prescrizioni relative alla sicurezza dei locali espositivi, dettate dall’allora Soprintendente Prof. Stefano De Caro, sono state ottemperate e il Consiglio Comunale ha recentemente approvato il Regolamento del Museo Civico, laddove l’Esecutivo ne ha designato il Direttore.


Pietro Rossi

Sarro e Cosentino al tradizionale brindisi di fine anno con gli auguri per il 2009 nella sede del PDL a Piedimonte Matese.




COMUNICATO STAMPA



Scambio di auguri domani lunedì pomeriggio nella sede cittadina di Forza Italia. Per il tradizionale brindisi di fine anno con gli auguri per il 2009, il senatore della Repubblica del Popolo della Libertà Carlo Sarro ed i vertici cittadini del Pdl accoglieranno il Sottosegretario di Stato all’Economia e coordinatore regionale di Fi Nicola Cosentino per incontrare gli iscritti ed i simpatizzanti di centrodestra nel Matese. Presenti il coordinatore cittadino di Fi Biagio Molitierno, il presidente cittadino di An Giampaolo Boggia, i presidenti del Circolo del Buon Governo Giacomo Ambra e del Circolo della Libertà D’Abbraccio, i consiglieri comunali del Pdl guidati dal capogruppo Giovanni Ferrantee diversi sindaci del comprensorio, il senatore Sarro ed il sottosegretario Cosentino saluteranno i dirigenti territoriali del costituendo partito unico del centrodestra, brindando al nuovo anno con l’augurio che il 2009 possa essere ricco di successi elettorali per il Popolo della Libertà e di traguardi importanti per il Governo Berlusconi. Lo scambio di auguri sarà anche l’occasione per Sarro e Cosentino per spiegare le tappe di avvicinamento al congresso nazionale di marzo che segnerà la nascita ufficiale del Pdl, con l’unificazione di Forza Italia, Alleanza Nazionale, partiti minori e associazioni e circoli, ed illustrare nel contempo anche le strategie di sviluppo e rilancio dell’economia casertana che il Governo Berlusconi e, con esso, la maggioranza di centrodestra in Parlamento stanno perseguendo sin dal loro insediamento alla guida del paese. “Il tradizionale scambio di auguri-spiega il senatore Carlo Sarro-quest’anno assumerà una valenza doppia perchè da sei mesi siamo al Governo del Paese e perché come Pdl siamo il primo partito e forza di maggioranza in Parlamento. La visita del Sottosegretario Cosentino, oltre che testimonianza chiara dell’attenzione che il centrodestra riserva al nostro Matese, ci darà la possibilità di illustrare i tanti provvedimenti già attuati e messi in cantiere a favore dei cittadini, dall’abolizione dell’Ici sulla prima casa al pacchetto sicurezza, dalla Social Card alla soluzione dell’emergenza rifiuti in Campania, passando per le misure di sostegno, gli incentivi ed i benefici previsti per famiglie, lavoratori e imprese in questo difficile momento di crisi economica, e di recepire le ulteriori istanze che da questo territorio vengono rivolte al Governo Berlusconi attraverso noi che facciamo parte della maggioranza parlamentare”.

Seconda Lettera Aperta dei cristiani di Caserta ai nostri concittadini, sottoscritta dalle associazioni cristiane della Diocesi di Caserta.



Questa “Seconda Lettera Aperta dei cristiani di Caserta ai nostri concittadini” sottoscritta dalle associazioni cristiane della Diocesi di Caserta dopo diciassette anni dalla prima, se non rappresenta una sconfitta di o per una Città intera, lo è, almeno ed intimamente, per le stesse associazioni firmatarie di allora.
Lo è per molte di quelle che, in quel lontano Novembre del ’91, sentirono forte il dovere di impegnarsi, senza strumentalizzazione alcuna, per costruire, come sollecitava il Vescovo Nogaro (nella foto) , il tempo della speranza, sapendo che se la Politica non è tutto, essa non può essere neanche estraneità ma deve, comunque, diventare un dovere anche se è un dovere spesso impossibile.
Una speranza che si ripropone, oggi come ieri, nel nostro Paese, nella nostra regione, nella nostra provincia e nel nostro capoluogo, come un’ icona figlia dello sdegno e del coraggio: lo sdegno per le cose che non vanno ed il coraggio come condizione dell’anima per cambiarle.
A partire da questo senso di sconfitta, molte delle associazioni promotrici della prima lettera avvertono, oggi, di dover di nuovo far proprie quelle motivazioni anche perché spronate dai ripetuti e recenti inviti del loro Pastore, non ultimi quelli del Suo “Responsorio della Pace” : ”Signore dammi la grazia dell’indignazione. La grande leva che innalza le responsabilità e rompe tutte le cortine della malvagità e della indifferenza>>.
Esse, infatti, riconoscono che dal tempo dalla prima lettera e per tutti questi anni, non hanno saputo ben vivere l’impegno e la passione civile che i tempi richiedevano né hanno saputo esprimere la loro indignazione e per questo avvertono l’urgenza di riprovare a spendersi in una rinnovata partecipazione per costruire un nuovo impegno sociale e civile e le condizioni per un reale cambiamento.
Sentono che è tempo di riappropriarsi, con piu’ fermezza, dell’etica della responsabilità e della solidarietà e avvertono, come cristiani, il senso di una loro ulteriore conversione per strappare, parole di Nogaro, <>.
Avvertono che è tempo, oggi come ieri, che la politica sia servizio e prossimità e che come cittadini, indistintamente, ci si responsabilizzi, quotidianamente, sia nel rispetto dei propri doveri che contro le tante proprie piccole illegalità come contrasto sempre piu’ incisivo alle criminalità organizzate, realtà antistoriche
che <>, e che sono, per noi cattolici, presenza antievangelica che rinnega <>.



Avvertono, per questo, che è tempo di abbandonare il rituale dello scontato cordoglio per le vittime delle mafie – don Diana, Imposimato, Nuvoletta, Del Prete, Noviello - o quello della semplice solidarietà ai minacciati perché colpevoli di esempi luminosi di impegno civile - Cantone, Capacchione e Saviano – e di farsi carico di essere, con quest’ultimi, fattivamente in prima linea e, soprattutto, non in pochi.
Sono consapevoli che è tempo di cogliere la realtà di essere in un momento storico dentro il quale si avverte, con affanno e pesantezza, sia l’avanzare di un processo di trasformazioni che determina ulteriore degrado delle condizioni di vivibilità nei centri urbani e negli assetti territoriali che la progressiva marginalizzazione della domanda sociale piu’ debole.
Sanno che è tempo, oggi come quel lontano autunno di inizio anni novanta, di contrastare questo malessere in cui crescono e si allargano, nella nostra Città capoluogo come in tutta la Provincia, nella regione e nel Paese, l’accentuarsi di fenomeni di frantumazione civile, il crescere delle disuguaglianze, l’aggravarsi delle povertà e delle esclusioni sociali, la perdita di identità e la crescente estraneità degli spazi urbani.
Ebbero forte, con la prima lettera , la convinzione – e lo scrissero - che la politica debba nascere - e nasce - da quel che politico non è: il sociale, il civile, il quotidiano e dagli eventi che in questi ambiti si intrecciano. Per questo ebbero forte la percezione che essa avesse bisogno di un contributo - e lo diedero – e di una ricerca che guardasse agli eventi problematicamente, sapendo incrociare matrici sociali e radici di senso.
Tanti di loro, perciò, convennero che di fronte alla prassi politica ridottasi a piatta gestione del quotidiano (che non sempre realizza) e di fronte alla difesa di interessi privati e corporativi (che realizza sempre) andava privilegiato- e lo tentarono - il terreno su cui si avvertiva la pregnante necessità di far incontrare la dimensione ideale con la dimensione istituzionale e organizzativa.
Tentarono, quindi, di far coincidere la contingente gestione dei bisogni con la consapevolezza che, anche nella contingenza, uomini ed eventi sono attraversati da un profetico desiderio di Totalmente altro da “questa politica” affinché si crei una composizione armonica tra bisogni – troppi – e la possibilità di condurre le risorse e le diversità al benessere comune.
Credettero, allora, al desiderio profetico che la politica diventasse prossimità, amore e solidarietà, tutti obiettivi indicati delle quotidiane esortazioni del nostro amato Presule il quale, ora come allora, col Suo costante e appassionato magistero sociale e spirituale continua a motivarci ad essere capaci di realizzare cieli nuovi e terre nuove attraverso una politica affidabile che sappia diventare <>.
Tutto questo non vuol essere amarcord ma solo riproporre, ora come allora, provocatoriamente una domanda angosciante: la politica è, dunque, immodificabile?.
Domanda, questa, non retorica se la si collega al fatto che quella lettera provocatoria del novembre ’91 (e che ebbe eco su tutta la stampa nazionale e che solo per poco tempo segnò una svolta), ebbe come estensori, condivisori e firmatari ( o quanto meno testimoni) tanti soggetti che, successivamente, nella nostra Città hanno esercitato o esercitano il potere politico ed amministrativo.
Non è tempo, con il nostro odierno appello di richiedere pagelle di merito o di demerito sulle diverse esperienze fin qui succedutesi ma solo tempo di riproporre, viste le nostre attuali angosce e paure, l’ansia racchiusa in quel documento del lontano ’91 che poneva due domande: se il modo di far politica sia di per sé e di fatto immodificabile e destinato a restare un’idra con le teste – potere, affari, autorefenzialità, cooptazioni - che si riproducono sempre anche se abbattute e se la questione morale sia destinata a rimanere sempre all’Ordine del Giorno.
E’ tempo, allora, ancora una volta, (riportandoci al Te Deum 2007 del nostro Pastore) di dovere rivivere e riorganizzare questa speranza facendo nostro il Suo invito a guardare oltre l’Orizzonte e dando credito ad ognuno di noi di essere capaci di essere lievito per costruire il Nuovo anche con piccoli segnali ed attraverso la prossimità, la solidarietà, l’impegno, la partecipazione, il volontariato.
E’ tempo di riviverla , dunque, senza demoralizzarsi, questa speranza, anche se dopo 17 anni siamo ancora costretti a dover firmare per una nuova legge elettorale che riconosca una nostra maggior partecipazione alle scelte dei nostri rappresentanti; anche se siamo ancora costretti a dover firmare, come allora per lo statuto comunale, oggi per veder riconosciuto il diritto ad essere ascoltati forti delle 5000 firme raccolte.
E’ tempo di riviverla , dunque e non arrendersi anche se siamo ancora costretti a dover denunciare, come allora, per i tagli a servizi sociali più estesi e pregnanti e contro le disuguaglianze inaccettabili di un walfare sempre meno inclusivo e sempre più incapace di tutelare e promuoverne i diritti fondamentali, in primis quello alla protezione della salute, un bene assoluto che viene caricato sempre piu’, anche per scelte governative, di calvari, di disagi, di patimenti per i pazienti e i loro familiari, in specie per i piu’ deboli, i bisognosi, per non parlare degli immigrati e dei loro figli ai quali – se irregolari - non si riconosce neanche il diritto alla croce rossa per la difesa della propria salute.
E’ tempo di riviverla , dunque, anche se siamo ancora costretti a dover firmare, come allora per l’area ex Saint Gobain e San Leucio, oggi per il Macrico; anche se siamo ancora costretti a denunciare, come allora i ritardi per l’interporto nodale, l’aeroporto di Grazzanise, il Policlinico, etc; anche se siamo ancora costretti a manifestare, come allora, per il diritto al lavoro, contro la disoccupazione, i licenziamenti infiniti, il precariato, e la mancanza di iniziative concrete di sviluppo per arginare l’esodo dei nostri figli.
E’ tempo di riviverla , dunque, la speranza anche se siamo ancora costretti a dover firmare, come allora contro i disastri ambientali, per lo Uttaro, l’acqua, le cave, i rifiuti, la vivibilità, etc; anche se siamo ancora costretti a firmare, come allora, contro l’illegalità e la camorra.
E’ tempo di riviverla , dunque, anche se siamo ancora costretti a subire lo scippo illegale del mancato trasferimento del Rettorato della SUN nel nostro Capoluogo, contravvenendo ad obblighi di legge ben precisi e costringendoci a lottare, per questo, contro le convenienze del potere accademico napoletano.
E’ tempo di riviverla , dunque, anche se siamo ancora una volta costretti a protestare per il mancato cambio del nome di quest’ultima in “Università degli studi di Caserta” mortificandosi cosi una provincia intera alla quale si negano anni di lotte ed un riconoscimento dovutole per appartenenza e identità. Diritto, questo del nome, negato per maldedotte ragioni di prestigio, di potere accademico e di baronie talchè accade che la Seconda Università di NAPOLI resti l’unica università italiana che insiste totalmente in un territorio diverso dal suo nome.
E’ tempo di riviverla questa speranza, esortazione che sappiamo per certo, di ritrovare anche nel prossimo te Deum 2008, perché dono dell’amore del nostro Pastore per l’uomo e, soprattutto, per l’uomo della sua Diocesi, anche se le Sue parole saranno ascoltate nella mestizia di una prossima perdita della Sua guida, una guida che dopo i 18 anni dalla Sua venuta, non ci ha resi del tutto cristianamente maggiorenni e laicamente indipendenti, talchè rimane ancora forte il senso, il valore ed il bisogno della Sua testimonianza spirituale, umana, civile ed irripetibile.
Per questo sottoscriviamo questa ”Seconda Lettera Aperta dei cristiani di Caserta ai nostri concittadini” pronti, anche a dover essere costretti a riconoscere di aver spesso abdicato dalle responsabilità di ognuno di noi e dato spazio alle nostre contraddizioni egoistiche e spesso consumistiche come alle nostre subalternità culturali, civiche e politiche.
Per questo amiamo concludere tale documento con le stesse parole finali della prima lettera:
<>
“Ho amato la mia gente.”
“ E ora vado a pregare”
Questa è la sintesi del testamento spirituale del nostro Padre Vescovo nel momento del Suo commiato, certamente una Preghiera per la Sua gente e per la Sua città, cosicché, alimentati da essa, nasca in tutti, il bisogno di un rinnovato impegno, di un ritrovato fervore e di un orgoglioso riscatto - civile e sociale - che speriamo possa iniziare, anche, da questa nostra riflessione.
Caserta, 27 Dicembre 2008
Firmatarie: AGESCI Zona Caserta I, Azione Cattolica Diocesana , A.C.L.I, Caritas Diocesana, Centro Pastorale Giovanile, Casa Rut, Comitato “Caserta Città di Pace”.

Bollette del’acqua e gestione del servizio idrico:giusto chiedere un consiglio comunale ad hoc.


Piedimonte Matese. Il Partito della Rifondazione Comunista circolo di Piedimonte Matese esprime appoggio ed approvazione nei confronti della richiesta di un consiglio comunale ad hoc rispetto alla gestione del servizio idrico avanzata dall ‘ Idv. Tale seduta dovrebbe servire, a nostro avviso,ha dichiarato il Segretario Vincenzo Sisto (NELLA FOTO), da un lato a ribadire la più netta contrarietà a qualsiasi tentativo di privatizzazione di un bene inalienabile quale per l’appunto l’acqua, e dall’altro a mettere fine una volta e per tutte agli strumentali attacchi portati avanti dalle destre e basati, come spesso accaduto anche per altre questioni, su dei veri e propri capovolgimenti della realtà. E’ infatti ovvio che la situazione in cui versa la nostra rete idrica e che ricade purtroppo sulla testa dei cittadini in particolare attraverso gli aumenti delle bollette, riflette solo e soltanto la pessima gestione del servizio tenuta negli scorsi anni dall’amministrazione di centro-destra che all’adozione del sistema tariffario non fece seguire tutta una serie di adempimenti, a cominciare dal completo censimento delle singole utenze. Del resto ciò non ci meraviglia affatto se è vero come è vero che la stessa parte politica, a diversi livelli, considera l’acqua alla stregua di una merce qualsiasi come dimostra la legge 112 del ministro Tremonti che ne permette di fatto la privatizzazione. Ben venga quindi un consiglio comunale che tratti nello specifico l’argomento e che permetta alla maggioranza tutta di far luce sulla questione e le consenta di illustrare pubblicamente le proposte che ha in cantiere per superare lo stato delle cose.

Pietro Rossi

Riapertura ufficiale dell’Abbazia del Santo Salvatore.


COMUNICATO STAMPA


Nuova Luce alla nostra storia
28 dicembre 2008 ore 19.30
San Salvatore Telesino/BN
Ingresso libero



Dopo i lavori di restauro e un lungo periodo di chiusura, viene ufficialmente riaperta al pubblico l’Abbazia del Santo Salvatore, uno dei monumenti di pregio del Medioevo europeo. ll Comune di San Salvatore Telesino, ha organizzato per l’occasione un evento d’inaugurazione per restituire ai cittadini l’Abbazia in tutto il suo splendore e presentare una rassegna culturale che si svolgerà durante questi giorni di festa, a confermare la naturale vocazione del luogo: uno spazio di storia, cultura e civiltà del passato e del futuro.

Programma

Saluto di benvenuto e cerimonia/Michele Scognamiglio/commissario prefettizio
Restauro dell’Abbazia/Vincenzo Vallone/architetto
L’Abbazia nella storia/Emilio Bove/ storico
La Via Francigena del Sud/Nicola Ciarleglio/direttore Gal Titerno
I canti sacri della tradizione/Don Franco Pezone

>Aperitivo e degustazione di Falanghina Sannio Doc

>Concerto/Polifonica Alphonsiana
>Voce recitante/Antonello Santagata

comunicazione/ tabula rasa eventi http://email7.leonardo.it/webmail/wm_5/redir.php?http://www.tabularasaeventi.net http://email7.leonardo.it/webmail/wm_5/newmsg.php?us=cmVkYXppb25lLmNvcnJpZXJlbWF0ZXNlQGVtYWlsLml0&sid=%7b14336850774956778BA8FC1-4956778BA9791-1230403467%7d&to=info@tabularasaeventi.net
ufficio stampa/Domenico Tescione http://email7.leonardo.it/webmail/wm_5/newmsg.php?us=cmVkYXppb25lLmNvcnJpZXJlbWF0ZXNlQGVtYWlsLml0&sid=%7b14336850774956778BA8FC1-4956778BA9791-1230403467%7d&to=d_tescione@libero.it
responsabile comunicazione/Raffaella Vitelli

I CANTI SACRI DELLE TRADIZIONE RELIGIOSA A S.AGATA DE' GOTI.




Comunicato Stampa




Fermarono i cieli


i canti sacri della tradizione religiosa
Con Ambrogio Sparagna e Peppe Servillo
29 dicembre/08 ore 18.30 Auditorium Ilario Roatta
Villa Fiorita/Sant’Agata De’ Goti/Bn
Ingresso libero




A Sant’Agata De’ Goti in programma il 29 dicembre alle 18.30 Ambrogio Sparagna e Peppe Servillo che interpreta il repertorio dei canti di Sant’Alfonso Maria De’ Liguori, vescovo di Sant’Agata e fondatore dell’ordine dei Padri Redentoristi, che cominciò ad accompagnare il suo lavoro pastorale fra i poveri del Regno di Napoli, con la pratica di canzoncine spirituali composte sia in dialetto che in italiano. Si trattava di canti dall’impianto semplice, che traevano spunto melodico da temi popolari, con cui il missionario insegnava ai “lazzaroni” i fondamenti del cattolicesimo, facendoli protagonisti dei rituali liturgici mediante la creazione di appositi gruppi di preghiera (cappelle serotine).
Molte canzoncine erano legate al ciclo delle festività natalizie e fra queste le famosissime Tu scendi dalle stelle, Quann’ nascette ninno, Fermarono i cieli, altre alla devozione mariana.
Lo spettacolo Fermarono i cieli propone alcuni di questi canti religiosi popolari ed altri appositamente composti da Ambrogio Sparagna e affidati alla voce di Peppe Servillo con un quintetto vocale e un trio di strumenti popolari, tra questi una zampogna gigante, un modello di straordinarie proporzioni (è alta quasi due metri), diffusasi nel regno di Napoli a partire dalla fine del settecento.

Organizzazione Assessorato alla cultura Sant’Agata De’Goti
In collaborazione con Tabula rasa eventi http://email5.leonardo.it/webmail/wm_5/redir.php?http://www.tabularasaeventi.net