S.Maria C.V. - Molto interessante il convegno che sabato 26 marzo u.s. si è svolto a Santa Maria Capua Vetere presso il Teatro Garibaldi – Salone degli specchi. L’incontro, organizzato da Dià-logos, un’associazione senza scopo di lucro, nata nel 2009 dalla spinta aggregativa di professionisti e famiglie accomunati dalla condivisione della filosofia dell’Analisi transazionale e del Movimento scientifico internazionale Psicologia e comunione, il cui principio basilare è quello di guardare ad ogni persona nella sua unicità e nel suo valore.
L’Associazione è attiva sul territorio provinciale e regionale per promuovere servizi sociali, psicologici ed educativi in grado di favorire il benessere della persona, delle famiglie e delle organizzazioni, e di incoraggiarne lo sviluppo e la crescita integrale, sostenendo la piena integrazione dell’Uomo all’interno dei diversi contesti di appartenenza e potenziando le sue competenze relazionali.
Quindi, perfettamente in linea con i principi ispiratori dell’associazione, il convegno ha voluto rappresentare un momento di incontro tra cittadini, rappresentanti delle istituzioni locali, non sono mancati, infatti, i saluti del Consigliere Provinciale e Sindaco del Comune di Castel Morrone, Pietro Riello, operatori e professionisti dell’aiuto, per confrontarsi e riflettere sul tema della relazione costruttiva, concetto cardine della convivenza sociale e premessa al benessere di ogni persona, famiglia o gruppo sociale.
Ne hanno discusso:
Gennaio Iorio, sociologo. Ricercatore presso il Dipartimento di sociologia e scienza della politica dell’Università degli studi di Salerno. Membro della commissione di studi internazionale Social-one, dove collabora al progetto di ricerca sul paradigma dell’Homo Agapicus.
Aldo Masullo, filosofo. Professore emerito di filosofia morale presso l’Università degli studi di Napoli Federico II. Autore di numerose pubblicazioni sul tema dell’intersoggettività. E’ stato insignito della medaglia d’oro dal Ministero per la Pubblica Istruzione. Già senatore della Repubblica e Parlamentare europeo.
Salvatore Ventriglia, psicoterapeuta. Direttore del Centro Logos, scuola di specializzazione in psicoterapia analitico-transazionale ad orientamento psicodinamico. Docente di Psicologia della relazione presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale. Membro della commissione di studi internazionale Psicologia e comunione.
Il programma dell’incontro è stato molto accattivante e coinvolgente, dopo l’accoglienza e la registrazione dei partecipanti, nonchè il saluto delle Autorità, abbiamo potuto applaudire i Signor Davide Russo e Teresa Di Rauso che hanno ballato al ritmo di un tango, molto appassionato e caliente, già questo un primo momento di chiara intesa e comunicazione tra due individui.
Dopo questo momento artistico è iniziata la tavola rotonda vera e propria dal tema: “il senso della relazione oggi”.
Nella sua riflessione Masullo ha inteso proporre la centralità del tema dell’intersoggettività come fondamento non metafisico dell’antropologia e dell’etica. Infatti, da Fichte sino ad Husserl, il problema dell’intersoggettività e della comunità non ha cessato di sollecitare indagini rilevanti, tanto più significative in quanto la questione del rapporto tra gli uomini è problema di fondo del nostro tempo, lacerato tra il bisogno, spesso inespresso, di manifestare il proprio mondo interiore e l’imperativo, talora fortemente inibente, a non coinvolgersi eccessivamente nel vissuto altrui. Tuttavia, notiamolo subito, la crisi etica e antropologica attuale non è ricondotta alla tesi che le scelte etiche, in quanto personali, sono demandate all’individuo consapevole e responsabile delle sue azioni, quasi che si possa sostenere che sussista una dimensione morale appagante senza una personale consapevolezza. Infatti, non si tratta di proporre, come salvaguardia dall’angoscia del decidere, dei denominatori comuni imposti senza condivisione. Il problema è, piuttosto, liberare se stessi per poter essere capaci di ascoltare quel fondo, talora oscuro o anche senza fondo, che è dentro ciascuno e che, pur personalissimo, non può essere demandato alla semplice dimensione del privato. Infatti, avrebbe poco senso la fondazione molto rarefatta dell’io senza quella relazione io-tu che è stata oggetto di ampia tematizzazione nella filosofia contemporanea.
Invece Iorio ha precisato che l’obiettivo è quello di introdurre una riflessione sull’agire agapico al fine di interrogare noi stessi, proponendo l’inizio di un work in progress. Si parte dalla osservazione che nella realtà empirica coesistono molteplici forme dell’agire sociale e che la letteratura sociologica ha più volte evidenziato tramite la tipizzazione, per definire alcuni tratti dell’Homo Agapicus, rappresentativo, non tanto di un tipo ideale quanto di un agire sociale cioè di un agire di Ego il cui senso è caratterizzato dall’atteggiamento di donazione, incondizionatamente verso Alter e dal ricercare il bene e la felicità di quest’ultimo, indipendentemente dalla volontà e l’effettiva restituzione del controdono.
Poi è stata la volta di Ventriglia che nelle sue riflessioni iniziali ha precisato che quando pensiamo alla nostra vita entriamo in contatto con vissuti emotivi profondi e ambivalenti: paura, gioia, tristezza, inquietudine.. Vissuti che traggono origine dalla consapevolezza dei limiti della condizione umana: l’irreversibilità degli eventi, l’imprevedibilità, l’incertezza del futuro, la certezza della morte che non sappiamo quando, ma sappiamo che verrà. Un pensiero al quale si può cercare di sfuggire (e tante persone lo fanno), ma con il quale bisogna fare i conti prima o poi. E allora le domande: “Che senso ha la vita?”, “Che senso ha l’uomo?”, “Che senso ha la sua storia?” non hanno una risposta oggettiva; richiedono la risposta di ogni individuo perché ognuno è chiamato a dare una risposta personale al perché della propria esistenza. Ogni individuo è unico, irripetibile, diverso da qualsiasi altro uomo; ogni storia è unica! Questa unicità fa riflettere sulla preziosità di ogni esistenza, di ogni gesto, di ogni comportamento, di ogni sentimento, di ogni anelito, di ogni cosa che appartiene a lui. Dunque, due concetti emergono dallo sfondo: libertà e responsabilità.
Molti e molti altri argomentazioni sono state affrontate da questi tre illustri relatori, ma io devo, purtroppo, fermarmi qui, essendomi già dilungata troppo, ma non prima di aver accennato all’altro momento artistico offertoci da Rosario Cantone e Giovanni Longobardi che ci hanno fatto sognare sulle note di alcuni brani di George Gershwin.
In conclusione dell’incontro, il Presidente dell’Associazione Dià-logos ha consegnato al filosofo Aldo Masullo il premio “Amico del dialogo” 2011, (Prima edizione), ha cordialmente ringraziato ogni singolo collaboratore, precisando che nell’organizzare questo evento tutti sono stati in grado di attuare quel “senso della relazione” di cui si era discusso.
A cura di Matilde Maisto