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Prof. Pietro Andrea
Cappella |
PIEDIMONTE MATESE. Con proprio provvedimento emesso nei
giorni scorsi, anche il Consiglio di Stato ha bloccato il trasferimento presso
il Consorzio di Bonifica del Sannio Alifano dei 15 dipendenti del disciolto
ente consortile della Valle Telesina. Il massimo tribunale amministrativo era
stato chiamato ad esprimersi direttamente dalla Regione Campania che, nelle
scorse settimane, aveva presentato ricorso per la parziale riforma
dell’ordinanza cautelare della prima sezione del Tar Campania dello scorso mese
di settembre con cui era stata sospesa l’applicazione della legge regionale
n.11 del 12 maggio scorso e sollevata, nel contempo, la questione di
legittimità costituzionale dell’art.3 della norma votata dal Consiglio
regionale della Campania dinanzi alla Corte Costituzionale. In particolare, con
proprio ricorso in appello, la Regione aveva chiesto di riformare la parte
dell’ordinanza in cui veniva sospesa l’esecutività delle note regionali con cui si
intimava il presidente dell’Ente di viale della Libertà Prof. Pietro Andrea
Cappella di assumere i 15 dipendenti, pena la nomina di un commissario ad acta
e lo scioglimento degli organi statutari. I giudici della quinta
sezione del Consiglio di Stato presieduta da PierGiorgio Trovato, in sede
giurisdizionale, hanno però respinto l’appello dell’Ente Regione, accogliendo
in pieni la tesi difensiva del Consorzio sostenuta dagli avvocati Luigi Maria
D’Angiolella ed Eleonora Marzano e
ritenendo “nei limiti della
delibazione sommaria, propria della fase cautelare, di dover condividere
l’impostazione del primo giudice (Tar Campania) in quanto la pendenza della
questione di costituzionalità della norma in esecuzione della quale è stato
adottato il provvedimento impugnato rende necessario il proseguimento, da parte
della Regione, nella gestione del personale di cui si tratta, secondo le
modalità seguire fino ad ora”. Quindi, in attesa del pronunciamento della
Corte Costituzionale sul rispetto o meno degli articoli 3 e 97 della
Costituzione Italiana da parte della legge regionale, la Regione Campania dovrà
continuare a gestire i 15 dipendenti e a preoccuparsi di garantire loro lo
stipendio mensile ed il trattamento salariale previsto dalla normativa vigente,
come accaduto negli ultimi dieci anni, a partire dal 2002 quando i lavoratori
passarono dalle dipendenze del consorzio sannita, poi sciolto per debiti, alla
gestione liquidatoria retta tuttora da un commissario nominato dalla Regione.
Ancora una volta, dunque, il massimo organo giurisdizionale amministrativo
riconosce la legittimità dell’operato sin qui svolto dalla deputazione
amministrativa presieduta da Cappella e boccia il tentativo della Regione di
scaricare sul Sannio Alifano un fardello di 15 dipendenti senza un’adeguata disciplina e
distribuzione, in capo ai vari soggetti interessati (regione, gestione
liquidatoria, consorzio) degli oneri previdenziali ed assistenziali pregressi
nonché degli accantonamenti per il trattamento di fine rapporto, senza contare
la mancata copertura finanziaria del trasferimento e le conseguenze contabili
sul bilancio dell’ente consortile che potrebbero condurre ad uno stato di
dissesto o, comunque, di grave deficit economico-finanziario dello stesso.
Pietro Rossi