Pino Falco - Presidente Parco Regionale del Matese |
PIEDIMONTE MATESE. Vergognoso assistere alla cancellazione di tante piccole comunità che
contano decenni se non centinaia di anni di vita, trasmettendo alle generazioni
che si sono succedute, storia, costumi, gastronomia, identità, dialetti
ecc.. Ancora una volta sono attaccate le
zone marginali, quelle delle aree interne nel nostro caso quelle della
“Ruralità Mediterranea”, che già da tempo vivono condizioni di precarietà
dovute ai continui tagli dei trasferimenti dello Stato. Il pericolo di chiusura
o l’accorpamento dei sei comuni al di sotto dei 1000 abitanti nell’alto
casertano, ha aperto un serrato dibattito in cui si è inserito anche Pino Falco (nella foto) Presidente del Parco
Regionale del Matese il quale molto turbato dal provvedimento ha ribadito il
proprio dissenso. Non posso immaginare, dice Pino Falco, la cancellazione di Letino, Gallo Matese, Fontegreca,
S.Gregorio Matese, Ciorlano, Capriati al Volturno, come entità comunale, come
prodotti di una storia millenaria che ha donato a noi un territorio integro,
tutelato, salvaguardato e oggi utile per salvare tante specie di vita diverse
che rischiano la scomparsa a causa di uno sfrenato modo di saccheggiare il
"Pianeta” da parte di pochi. Annullare
le amministrazioni locali, composte da residenti che hanno capacità di
interpretazione del territorio e animano la vita di questi piccoli borghi nelle
competizioni tra gruppi, significa voler portare alla deriva tante piccole
" NAZIONALITA' ", che in silenzio hanno fatto e subito la storia.
Sarà annullato definitivamente il principio dettato dall'Unione Europea, quello
della SUSSIDARIETA', cioè gestire i territori e le popolazioni da parte delle
istituzioni più vicine. Questi piccoli borghi devono continuare a vivere nella
loro tradizione, nella loro cultura e bisogna che la classe dirigente del Paese
incominci a puntare sul recupero di questi, anche in modo produttivo per
tentare una politica di decongestione delle grandi aree urbane, che ormai nelle
loro periferie non sono più governate dallo Stato, spalmando le popolazioni sui
territori. I Parchi e le Aree Protette
non possono subire questo ulteriore danno, i Comuni sono e devono continuare a
essere i custodi dei territori. Il taglio è giustificato, continua Falco, con il costo della politica,
cioè le indennità che percepiscono gli amministratori locali. Da un conteggio
superficiale e approssimato viene fuori che la politica, cioè gli
amministratori di questi piccoli comuni, nel caso specifico “sei” che rientrano
nel Parco Regionale del Matese, costano molto meno dei compensi di un Manager o
di un Direttore Generale di un grande Comune o di una Provincia. E’ questo il risparmio, annullare
definitivamente i più deboli continuando ad arricchire i pochi forti e
cancellando identità di interi territori e popolazioni. Se il governo centrale
deve correre ai ripari in due mesi con due manovre, conclude Pino Falco, significa che non riesce ad
interpretare l’evoluzione dell’economia mondiale e quindi non ha una politica
vera di rigore e di sviluppo, ma cammina a vista. Dispiace dirlo ma siamo ormai
succubi di una classe politica, ad ogni livello e nel suo complesso, mediocre,
incapace e non all’altezza del compito. Il mondo della cultura, della scienza,
delle religioni deve scendere in campo per governare questa bruttissima fase,
facendo fare un passo indietro all’approssimazione e alla mediocrità. Mi
accingo a scrivere al Presidente della Comunità del Parco, Ermanno Masiello, per far convocare l’organismo contro questi tagli
ingiustificati e inutili, rilanciando il ruolo dei piccoli comuni all’interno
del sistema dei Parchi e delle Aree Protette, quali uniche ancore per salvare
l’enorme presenza di specie di vita diverse e utili luoghi di tutela dei
territori.
Pietro Rossi