L'ultimo è un ex rugbista
genovese di 46 anni: soffriva di asma. Le punture colpiscono cinque milioni di
persone Dieci decessi all’anno in Italia, è questa la media
delle morti dovute a morsi di insetti, su tutti vespe, api e zecche. Ieri
l’ultima vittima, un rugbista di 46 anni, forte fisicamente ma impotente di
fronte alla puntura di un calabrone: soffriva di asma, è morto subito. Degli oltre cinque milioni di
connazionali che ogni anno vengono colpiti da un pungiglione, quindi, soltanto
l'un per cento risulta allergico al veleno iniettato e solo una stretta
minoranza rischia quindi la morte. Com'è accaduto non soltanto ieri mattina
all'ex rugbista genovese, mentre portava a spasso il cane, ma anche a un
cinquantatreenne deceduto nei giorni scorsi all'ospedale San Luigi di Orbassano
(Torino). A Sestri Levante Andrea Donati era molto conosciuto. Da giovane,
terza linea del Cus Genova. Ora allenatore dei bambini. È morto poco prima di
pranzo mentre passeggiava con il suo cane. Ed è proprio per difendere
quest'ultimo da un calabrone molesto che Andrea si è esposto troppo. L'insetto
lo ha punto al braccio. E il collo dell'uomo, che soffriva d'asma, si è subito
gonfiato. Inutile l'intervento tempestivo dell'ambulanza. Il cuore dell'uomo ha
ceduto ancor prima di raggiungere l'ospedale. Gli ultimi casi di
cronaca, insomma, riportano all'attenzione dei media le comuni punture di
insetto tanto frequenti proprio d'estate, dal momento che si è soliti indossare
vestiti leggeri e smanicati. Le punture di insetti quali vespe, calabroni, e
formiche sono eventi che possono registrarsi con una certa frequenza
soprattutto per chi vive in ambienti rurali. Tanto che sia in Europa che
nell'America del Nord le morti per punture di insetti sono più frequenti di
quelle causate da morsi di serpente. In caso di grave allergia al veleno
iniettato dall'insetto, la sopravvivenza è spesso una questione di tempo. «In presenza di una reazione
estesa alla puntura, che interessi per esempio tutto un arto, un apparato o
l'intero organismo - raccomanda Luigi Ferritto, medico-pneumologo della
Clinica Athena-Villa dei Pini di Piedimonte Matese (CE)- è fondamentale rivolgersi subito
al pronto soccorso più vicino per la terapia d'emergenza». Una terapia a base
di adrenalina, cortisone e antistaminici. «Se oltre al classico rigonfiamento
compaiono pure prurito diffuso, difficoltà respiratorie o altri sintomi
sistemici, è fondamentale - ricorda Ferritto - recarsi in ospedale per accertamenti. Ci sono casi
di grave shock in cui la morte può sopraggiungere in 10 minuti». Nell'80%
dei casi, comunque, l'incontro con l'insetto provoca un doloroso, ma passeggero
e lieve, disturbo. Per due persone su dieci la reazione alla puntura può invece
essere più forte, e provocare gonfiori e dolore.