Piedimonte Matese. Alla notizia dell’apertura di altre centrali per la produzione di energia eolica nella zona dell’alto Casertano - Matese è scattato lo stato di allerta delle popolazioni pedemontane preoccupate per l’impatto ambientale che produrranno tali insediamenti. A Tal proposito e bene ricordare che nell’ambito delle attività per la predisposizione del Piano Energetico della Regione Campania, l’ENEA ha avuto, tra gli altri, il compito di effettuare una valutazione del potenziale regionale dell’energia eolica utilizzabile per la conversione in energia elettrica. Quando si parla di energia eolica ci si riferisce all'energia cinetica associata alle masse d'aria che si spostano al suolo da aree ad alta pressione atmosferica verso aree adiacenti di bassa pressione. Limitano l'uso dell'energia eolica non solo la presenza di venti con velocità media annuale di almeno 5 m/s, ma anche la morfologia dei terreni anemometricamente interessanti. Per la incompatibilità con coltivazioni arboree o agricole più specializzate dei seminativi e dei pascoli, i terreni devono avere valore marginale; comunque devono presentare un reddito agricolo inferiore a 10 milioni di lire ad ettaro, affinché sia conveniente il loro sfruttamento energetico anziché agricolo. La scelta di un sito adeguato dal punto di vista anemologico è solo un primo passo verso la realizzazione di un impianto eolico. Ottenere infatti le dovute autorizzazioni non è cosa delle più semplici. Non esistono in Italia procedure specifiche per la pianificazione e la localizzazione degli impianti eolici ma soltanto una normativa generale. Per l'insediamento di parchi eolici si può fare riferimento alla legge 10/91 per la quale l'uso delle fonti di energia rinnovabile è da considerarsi di "pubblico interesse e di pubblica utilità" e alla legge 9/91 che esclude per tali impianti le autorizzazioni ministeriali previste dalla precedente normativa. Non esistono vincoli specifici alla limitazione circa la localizzazione di centrali eoliche, ma esse debbono sottostare alla legislazione generale di tutela del paesaggio, dell'ambiente, della salute e di disciplina del suolo. Tutto ciò impone il rilascio di numerosi nulla-osta da parte di enti, amministrazioni centrali e periferiche dello stato e degli enti locali. I principali aspetti ambientali che incidono sulla accettabilità degli impianti eolici (aerogeneratori) sono rappresentati dall'ingombro territoriale, dall'impatto visivo, dall'inquinamento acustico e dall'interferenza elettromagnetica, che però è molto circoscritta.
• Ingombro territoriale - La superficie interessata nel caso di una centrale eolica costituita da impianti multipli ("wind farms") è piuttosto ampia in quanto, come si è detto, occorre distanziare gli aerogeneratori in maniera opportuna per ridurre al minimo le reciproche interferenze. Si può stimare che una centrale eolica interessi un'estensione di terreno di circa 15 - 20 ettari/MW. E' opportuno, però, sottolineare che solo l'1% di tale territorio risulta fisicamente occupato dagli impianti e dalle strade, mentre la rimanente può mantenere la destinazione originaria, essere utilizzata per il pascolo o per altre attività agricole.
• Impatto visivo - Si possono identificare alcuni dei principali fattori che vengono indicati come ricorrenti motivi di disturbo visivo:
- i colori, l'altezza e la tipologia degli impianti;
- il numero e la disposizione delle pale;
- l'estensione della centrale eolica;
- le modalità e la velocità di rotazione delle pale;
- il contrasto con il paesaggio;
- la visibilità degli impianti.
Attualmente il problema viene affrontato e analizzato con tecniche di valutazione
paesaggistica che fanno ricorso a fotomontaggi, modelli in scala e simulazioni al computer.
• Inquinamento acustico - In Italia vige la prescrizione sui livelli di rumore previsti dal DPCM
1/3/1991 che stabilisce, in rapporto a diverse tipologie territoriali e periodi, limiti da un minimo
di 40 dB(A) ad un massimo di non oltre 70 db(A). L'attuazione del decreto è però soggetta ad
adempimenti da parte dei comuni che devono delimitare il proprio territorio in riferimento alle
aree definite. Fatto salvo il rispetto dei limiti acustici territoriali stabiliti dal DPCM, esistono criteri
riportati nella letteratura scientifica che fanno riferimento al concetto di "differenziale", cioè
all'aumento di rumore rispetto a quello di fondo. In base a questi criteri si possono stabilire
preliminarmente le distanze minime che devono essere rispettate per singola casa/cascina, aree
residenziali o di residenza turistica.
• Interferenze elettromagnetiche - Gli aerogeneratori possono essere fonte di interferenza
elettromagnetica a causa della riflessione e della diffusione delle onde radio che investono la
struttura. Gli effetti di questo fenomeno possono essere studiati e calcolati facendo ricorso a modelli
matematici predittivi che permettono di individuare, in maniera conservativa, la zona oltre la quale
il rapporto tra segnale e disturbo è tale da non incidere sulla qualità del radioservizio. La
misurazione degli effetti è possibile attraverso prove sperimentali. Sulla base di quanto riportato a
questo proposito in letteratura sulla caratterizzazione di macchine di media taglia (200-500 kW di
potenza) si ritiene che il rischio di tali disturbi possa considerarsi irrilevante per gli aerogeneratori
della attuale generazione che utilizzano pale in materiale non metallico e antiriflettente.
Pietro Rossi