NAPOLI - Si
è appena conclusa a Palazzo Santa Lucia la riunione indetta dal presidente
della Giunta Regionale della Campania Vincenzo De Luca sull'emergenza
coronavirus, invitando a partecipare tutto il mondo produttivo. Per Coldiretti
Campania era presente il direttore regionale Salvatore Loffredo, che ha chiesto
al presidente De Luca di sostenere le imprese agricole e il sistema
agroalimentare campano con un intervento deciso verso l'accelerazione dei
pagamenti di Agea, agevolando anche l'accesso al credito bancario. Gli effetti
del coronavirus cominciano a farsi sentire anche sul sistema agricolo
regionale, con rallentamenti nelle consegne sulle piattaforme del Nord Italia
ed europee, oltre alle flessioni sul mercato mondiale. A tale proposito è stato
chiesto alla Regione Campania un intervento risoluto anche per contrastare le
fake news sui rischi del trasporto delle merci dall'Italia nel mondo. Il
contraccolpo sul settore turistico regionale sta cominciando a colpire anche
gli agriturismi, dove si registrano ingiustificate cancellazioni di
prenotazioni. Infine, Coldiretti Campania ha apprezzato la decisione del
presidente De Luca di non chiudere i mercati in vendita diretta sul territorio
regionale. Coldiretti ha già avviato dallo scorso fine settimana una iniziativa
di comunicazione sui social rivolta ai consumatori dal titolo "La campagna
non si ferma", dove gli agricoltori della rete Campagna Amica invitano
i cittadini ad acquistare con fiducia il cibo sano e autentico prodotto dai
contadini.
Pietro
Rossi
SAN POTITO SANNITICO
- In seguito ai Consigli Regionali del Molise tenutisi in modo monotematico in data 24/02/2020 e del 28/02/2020 con mozione
trasmessa al Presidente del Consiglio Regionale, al Presidente della Giunta
Regionale ed all’Assessore all’Ambiente della Regione Molise,ha commentato in un nota il Presidente della Consulta del Matese Vincenzo D’Andrea (nella foto), è emersa la
chiara manifestazione di contrasto tra quanto valutato dai preposti organi
tecnici, nazionali e regionali e le approssimative scelte politiche, in merito
alla perimetrazione del nascente Parco Nazionale del Matese. La mozione
bipartisan ha chiaramente messo in crisi le decisioni politiche, emerse da
criteri non tecnici e diversi dalle finalità della norma istitutiva delle Aree
Naturali Protette (Legge 394/91) ma proiettati ad approssimative valutazioni
dettate da logiche, verosimilmente slegate da meri criteri amministrativi. L’attenzione
della società civile e degli stakeholder del nascente Parco, in primis
le tante Associazioni (non solo ambientaliste) riunite nella “Consulta del
Matese” presieduta da Vincenzo D’Andrea, ha dato ragione alla motivazione
di creare sinergie efficaci. Una strategia comune ed univoca che continuerà,
interfacciandosi con tutte le forze politiche, di entrambi le Regioni
amministrative interessate dal processo costitutivo, vigilando sulla puntuale
applicazione della norma e del disegno della perimetrazione, della zonazione e
del collegato Disciplinare che l’ISPRA ed il Ministero dovranno tradurre nel
documento definitivo. L’attenzione delle
Associazioni della Consulta del Matese su iniziative singole e sinergiche, sarà
continuo anche nelle azioni propositive, soprattutto in previsione della
rivisitazione e redazione di un nuovo documento ufficiale della Regione Molise.
Altrettanto le Associazioni continueranno ad essere attive nel sollecitare la
Regione Campania, ad oggi latitante e ingiustificatamente distratta dal
prossimo appuntamento elettorale regionale. Il supporto delle Associazioni
della Consulta del Matese sarà immutato, purché le finalità della norma quadro
sia rispettata integralmente, anche col supporto delle professionalità
qualificate. In definitiva le
Associazioni confermano quanto già ribadito in precedenti comunicati, riassunti
nei seguenti punti: basarsi sulle “valenze ambientali” già tracciate da ISPRA e
presentate dal MATTM alle Comunità, con integrazioni/correzioni che tengano
conto delle intime necessità di talune aree; evitare tutte le aree
condizionanti e detrattive nei confronti di un’Area Naturale Protetta ma
includendo assolutamente le aree da rinaturalizzare in corso di sviluppo,
deturpate dall’intervento antropico ma comunque di enorme valore naturalistico,
culturale e socio-economico; Tener conto, per le linee di confine, ogni
elemento inequivocabile quale importanti corsi d’acqua o vie di comunicazione e
non linee tracciate a convenienza dell’uno o dell’altro singolo (o lobbistico)
“portatore di interesse”; La “zonizzazione” deve derivare innanzitutto dall’esigenza
delle valenze naturalistiche ma tenendo fortemente conto delle esigenze
tradizionali delle popolazioni indigene, basandosi esclusivamente sulle
attività economiche e sociali “sostenibili” per tali aree e per finire le
“norme provvisorie di salvaguardia” devono essere supportate da “regolamenti”
specifici per le attività da svolgersi, in rapporto a quanto previsto
dall’art.11 della L. 394/1991.
Pietro Rossi