PIEDIMONTE MATESE. Entro il 26 marzo molti studenti italiani dovranno scegliere la scuola superiore da frequentare. La riforma Gelmini ha ridotti gli indirizzi: sei ai licei, undici negli istituti tecnici( tra settore economico e tecnologico) e sette negli istituti professionali ( divisi tra servizi e industria-artigianato). Considerate le modifiche che apporterà la riforma, non si riesce ancora a capire se cambierà qualcosa rispetto alle indicazioni di orientamento che si davano gli studenti di terza media impegnati a scegliere tra licei, istituti tecnici e professionali. Gli interrogativi sono tanti per capire come la riforma garantirà una scuola di qualità e più vicina al mondo del lavoro e soprattutto in che modo, ci siamo rivolti al Prof. Marco Fusco (nella foto) Presidente del Comitato EDA CE/5 per saperne qualcosa di più. La riforma, precisa il Prof. Fusco, modifica profondamente e in modo maldestro gli indirizzi ed il rischio è che per effetto del taglio di orari e delle materie di indirizzo specifico le imprese non trovino più nella preparazione dei futuri diplomati le competenze che cercavano. Per licei e tecnici cambia poco. Per i professionali statali prima si aveva la qualifica in tre anni, oggi è stata abolita e sono obbligatori 5 anni. Per uscire dopo tre anni è necessario iscriversi ai Centri di formazione professionale regionali, i Cfp.
- Prof. Fusco si parla di riduzione dell’orario scolastico, ma oggi ci sono scuole dove si farro ore di lezione da 50 minuti( ora saranno tutte di 60 minuti). Ridurre l’orario significa ridurre il tempo sui banchi?
- Per i più già oggi le ore sono da 55 o da 60 minuti. Con la riforma le ore da passare sui banchi caleranno sicuramente per i più bravi, i meno bravi invece dovranno passare più tempo a scuola poiché la riforma prevede ore di recupero. Recuperi per i quali già oggi non ci sono più fondi e il dubbio è che finiranno per pagarli i genitori.
- Si sottolinea che con la riforma per tutti ci saranno più matematica, più inglese, più scienze. Considerata la riduzione dell’orario significa che alcune materie, a seconda dell’indirizzo scelto, non si studieranno più?
- Non cambierà molto nei lciei tradizionali, i tagli colpiranno i licei sperimentali, i tecnici e i professionali. Oltre ad una riduzione generalizzata per le scienze, diminuiranno in molte scuole le ore di matematica e di inglese. Spariranno in alcune classi diritto e geografia, ma le diminuzioni di ore più importanti sono quelle delle materie di indirizzo specifico di tecnici e professionali, come meccanica, elettronica, chimica, informatica, ecc.
- Oltre alla riforma è già previsto il taglio di 87.400 mila posti di lavoro degli insegnanti entro il 2012: come si rifletterà questo sulla qualità della scuola e come si valuteranno fli insegnati da premiare?
- Con meno insegnanti e più studenti(in Italia il numero di studenti è in costante aumento da circa 10 anni) avremo classi più numerose(28-30 invece di 20-25). Gli insegnanti non potranno dedicare il tempo di prima ai più deboli, aumenteranno poi i problemi di disciplina. In queste condizioni è logico pensare che sarà più difficile trasmettere passione nelle materie da insegnare. Come valutare gli insegnanti è un mistero,, il governo doveva fare un decreto per spiegarlo, ma è in ritardo.
- Cambierà qualcosa negli orari e nelle materie di studio per tutti gli studenti che dal 2010-2011 frequenteranno le classi dalla seconda alla quinta superiore?
- Per le quinte l’anno prossimo non cambia nulla. Le seconde, terze e quarte invece dovranno svolgere gli stessi programmi di prima, ma con meno ore di lezione settimanale. Chi due, chi quattro in meno a seconda delle scuole. Impossibile. Si salvano solo i licei tradizionali, perché la riforma in pratica non li cambia.
- Per anni si è detto che la scuola è troppo nozionistica e che si dovrebbe sperimentare di più anche per appassionare maggiormente gli studenti. Si faranno più ore di laboratorio?
- In realtà le ore di laboratorio diminuiranno poiché ci sarà un taglio del 30 per cento degli insegnanti di laboratorio e dei fondi per i lavoratori. Già da molto tempo abbiamo dovuto rinunciare ad esempio a nuove sperimentazioni nei laboratori di chimica: non ci sono fondi per acquistare i reagenti, per fortuna abbiamo ancora un po’ di quelli comperati negli anni ’60 e ’70…
- Il pedagogista Mario Polito sostiene che “oggi si caricano gli studenti di troppe informazioni che non riescono a metabolizzare. La scuola dovrebbe ridurre l’ossessione per i contenuti favorendo di più l’emergere dei talenti di ciascuno”. Che ne pensate? E in che direzione va la riforma?
- Polito ha ragione in generale, anche se gli studenti più bravi metabolizzano senza problemi. La riforma però non si occupa affatto di questo, si limita a dire che “bisogna certificare le competenze”, peraltro senza dire come, e che sui contenuti ogni scuola farà come le pare.
- Oltre alla riforma si parla anche di anticipare l’apprendistato da 16 a 15 anni d’età. Condividete?
- E’ una pessima idea. E’ un altro modo per dare meno scuola ai giovani.
- In conclusione Prof. Fusco, con la riforma aumenterà l’autonomia scolastica. Ma chi deciderà in merito alle scelte didattiche dei vari istituti?
- Oggi la didattica è di competenza degli insegnanti, riuniti nel collegio dei docenti della scuola. E’ in corso il tentativo di togliere ai docenti questa responsabilità per trasferirla ad altri( amministratori, industriali, commercianti…) Su questo punto il Consiglio di Stato ha bocciato sonoramente l’idea della Gelmini.
Pietro Rossi