La politica dei tagli lineari mascherata da spending review è una scelta sbagliata, che mette a rischio non solo posti di lavoro, ma anche quei servizi ai cittadini e alle imprese che vogliono dire sviluppo, crescita, occupazione, coesione sociale. E’ una scelta che va contrastata con forza attraverso la mobilitazione dei lavoratori pubblici e tutte quelle forme di pressione che un sindacato responsabile può mettere in atto. Ma anche e soprattutto attraverso un’azione coraggiosa e determinata di proposta e di concretezza rispetto alle nostre idee. Con l’obiettivo di neutralizzare gli effetti negativi dei provvedimenti e di rilanciare a tutti i livelli i nostri progetti di riorganizzazione degli enti, del lavoro, dei servizi pubblici. Il decreto 95/2012, anche dopo la conversione in legge, è infatti inefficace per molti versi, dannoso per altri. Delude le attese di chi, come la Cisl, si aspettava misure serie per aggredire sprechi e malfunzionamenti strutturali della Pa e inaugurare finalmente un impiego razionale e produttivo delle risorse finanziarie, materiali, professionali. La politica – il governo e la maggioranza così come gli amministratori regionali e locali ‐ non ha saputo né voluto approfittare di una “revisione” della spesa pubblica, di per sé necessaria, per mettere in moto un ridisegno complessivo degli assetti istituzionali e una riorganizzazione profonda del sistema dei servizi. Per questo ancora una volta tocca a noi, come sindacato responsabile, riprendere la barra del cambiamento. A partire dal calendario degli incontri che abbiamo ottenuto al Ministero della Pa e dalle aperture che dovranno consentire ai lavoratori pubblici una tutela vera dal rischio che comportano i tagli lineari agli organici: l’esame congiunto sulle eventuali eccedenze, la condivisione dei criteri di gestione dei processi di mobilità, il confronto sulle carenze e sui profili professionali da inserire nella Pa dopo il blocco del turn‐over. E poi attraverso la definizione all’Aran un “accordo quadro sulle relazioni sindacali”, che assicuri ai sindacati e agli eletti nelle Rsu gli strumenti e gli spazi per contrastare gli amministratori che non riducono sprechi e disorganizzazioni, e affiancare invece i dirigenti onesti che riorganizzano gli enti e i servizi insieme ai lavoratori. La partita non si giocherà, infatti, solo al centro. Ma dovrà svilupparsi attraverso l’attivazione di una rete di iniziative regionali, territoriali, aziendali definite sulle singole materie oggetto della spending review. Puntando ad ottenere con tutte le amministrazioni centrali e locali, incontri e strumenti per attuare una riorganizzazione vera ente per ente, anche in assenza di decisioni da parte del governo. In particolare come Cisl Fp daremo battaglia per:
‐ L’ apertura di tavoli di confronto in ogni amministrazione, sull’impatto delle norme
del dl 95/2012 e sulle modalità utili a bloccare gli effetti dannosi del decreto,
‐ la costruzione di proposte concrete di riorganizzazione del lavoro, dei servizi e della spesa che rilancino il ruolo di iniziativa e di innovazione che deve continuare a caratterizzare la Cisl Fp, facendo leva sulla norma relativa ai piani di razionalizzazione (art. 16, dl 98/2011) che rappresenta lo strumento più forte a nostra disposizione,
‐ il rilancio del ruolo dei delegati Rsu, nel rispetto dell’Intesa del 3 maggio sottoscritta con noi da Governo, Regioni ed autonomie locali, affinchè la discussione sulla revisione degli organici coinvolga i rappresentanti dei lavoratori e si estenda alla verifica delle professioni che mancano, delle competenze da costruire, della formazione da garantire per mantenere e migliorare il livello dei servizi (obiettivo puntualizzato dallo stesso decreto),
‐ la pianificazione di iniziative efficaci e visibili, che coinvolgano anche il livello
confederale e la categoria dei pensionati, in modo da costruire un crescendo di
mobilitazione che abbia nella concretezza delle proposte e dei risultati il tratto
distintivo della Cisl,
‐ l’apertura delle iniziative di discussione, sensibilizzazione e protesta al coinvolgimento dei cittadini e delle associazioni che di volta in volta si ritengano utili ad una politica di alleanze sociali. Gli effetti di una malintesa spending review, che taglia gli organici pubblici senza tagliare i costi inutili si dispiegheranno infatti anche e soprattutto sulla collettività: dalla riduzione dei servizi, all’aumento di bollette e utenze, al rischio isolamento delle piccole comunità locali colpite dalla soppressione di ospedali, tribunali, uffici pubblici. I tagli mascherati da spending review sono una scelta che va contrastata con forza attraverso la mobilitazione dei lavoratori pubblici e tutte quelle forme di pressione che un sindacato responsabile può mettere in atto
Comunicato CISL-FP