22 settembre 2011

MISTERO A SABAUDIA(LATINA), DOVE, UCCISO A COLTELLATE E BRUCIATO NELLA SUA CASA, HA TOVATO LA MORTE ANTONIO AVERSANO, PENSIONATO 66ENNE DELLA PROVINCIA DI CASERTA


Antonio Aversano
Giallo a Sabaudia, in provincia di Latina, per il misterioso omicidio di cui è rimasto vittima Antonio Aversano, pensionato 66enne,originario di Caserta, ma residente da anni nella meravigliosa cittadina laziale. Tutto come una scena da film d’azione all’americana. Il corpo dell’uomo, ammazzato a coltellate e poi dato alle fiamme, è stato trovato semi-carbonizzato sul letto della sua abitazione, sita in via Ezio del citato centro dell’Agro Pontino. I primi a capire che, nel luogo di dimora di Aversano qualcosa non andava sono stati alcuni dei suo vicini di casa, che, notando la grande quantità di fumo che fuoriusciva dall’appartamento in cui la triste e spietata Signora con la falce è andata a prendere la vita dello sfortunato cittadino casertano, hanno allertato i Vigili del Fuoco di Terracina e sollecitato l’intervento sul posto di un’unità operativa del 118. L’allarme vero e proprio, però, è stato lanciato da un amico della vittima, che, alle ore 8.00 di questa mattina, aveva con lui un appuntamento. Insieme avrebbero dovuto recarsi presso viticoltore della zona per acquistare una partita di vino da bere in occasioni conviviali. All’ora pattuita, l’interessato si porta presso la porta d’ingresso della casa in cui abita Antonio Aversano. Suona più volte, ma, da dentro, nessuna risposta, Allora lo chiama sul cellulare, ma, anche qui, silenzio tombale.Presentendo che forse gli era capitato qualcosa, l chiamante ha pensato di allertare il fratello del 66enne. Quando i Carabinieri sono penetrati nell’inferno che, dopo il consumarsi del raccapricciante fatto di sangue, era diventata l’abitazione dell’ucciso, hanno pensato di trovarsi al cospetto di un caso di suicidio. Hanno, però, dovuto ricredersi. Infatti, in quell’ambiente, troppi erano gli elementi che invalidavano quella tesi. Il più eclatante di essi la scoperta di alcuni fendenti sul corpo del malcapitato, in particolare, nelle zone del petto, della braccia e della schiena. Il carnefice, dunque, aveva prima accoltellato la sua vittima per poi cospargerne di liquido infiammabile il corpo esanime e dargli fuoco insieme all’intera casa. E’ stato solo per caso se non i sono riscontrate ulteriori conseguenze. Infatti, i militari di Sabaudia hanno trovato aperti i rubinetti del gas. Forse l’assassino voleva cancellare eventuali impronte tracce del suo passaggio in loco con un gran botto? Gli esami autoptici effettuati dal Dottor Silvestro Mauriello sul cadavere rinvenuto nella villetta in cui è passata inesorabile la morte hanno evidenziato che Aversano, il cui decesso si fa risalire tra l’una e le tre della scorsa notte, è stato colpito con 14 fendenti prima che il suo killer desse fuoco all’appartamento. In queste ore, gli inquirenti stanno, ascoltando anche le interessanti testimonianze di alcuni vicini di casa del non certo fortunato pensionato, tentano di ricostruire le ultime ore di vita del morto e, così, di trovare indizi che permettano di risalire all’autore di questo orribile delitto. Considerato che nell’abitazione in cui l’anziano partenopeo ha terminato cruentamente la sua parabola  terrena non è stato trovato un benché minimo segno di effrazione, si propende che la vittima abbia aperto lui stesso al suo massacratore e che, quindi, quest’ultimo era persona che l’ucciso conosceva e di cui si fidava. Gli investigatori interessati al caso ritengono che l’omicidio di Aversano abbia uno sfondo di natura sessuale. Infatti, a quanto da loro accertato, l’ucciso avrebbe avuto tendenze omosessuali. Attualmente, le attenzioni di chi è chiamato a fare luce su questo nuovo fatto criminoso sono appuntate su quanto riferito da due testimoni che parlano di un’autovettura Punto color verde acqua e di un robusto uomo di mezza età visti aggirarsi in via Ezio la notte della tragedia e, soprattutto, sul coltello da cucina, sporco di sangue, trovato a poca distanza dal letto di morte di Antonio Aversano. La speranza è quella di trovare un qualche elemento identificativo dell’assassino, vale a dire una impronta digitale o una traccia di D.N.A. Per i suoi molteplici interessi e per il suo carattere buono e sempre volto all’altruismo e al maggior bene dl quanti o conoscevano e lo stimavano,  Antonio Aversano era molto amato e considerato nella città che, dopo Napoli, aveva nel cuore. Tra le sue passioni, ricordiamo l’amore per il canto(memorabili i suoi tanti ed applauditi concerti in occasione del Sabaudia Musica Festival, che lo ha visto esibirsi anche con il rinomato coro dell’Annuntiatae Cantore, le frequentazioni del gruppo folkloristico “Michele Cestra”, che spesso ha seguito anche all’estero, non disdegnando nemmeno di mettere mano al portafogli per sostenerne le spese, il grande trasporto emotivo che lui, prefetto conoscitore di diverse lingue estere, aveva posto negli gemellaggi tra la città di Sabaudia e le “consorelle” Saint Medard en Jelles(francese) ed El Vendrell(spagnola), per i viaggi e  la scoperta di nuovi posti  nuova gente con cui rapportarsi, per la buona lettura e per tutto quanto è vera cultura. Personaggio coltissimo, Tonino, come tutti i locali lo indicavano, era un uomo eccezionale, una persona di grande squisitezza d’animo, uno uomo vero. In lui, era forte anche il senso di Dio. Al punto ce, assiduo frequentatore della locale Parrocchia dell’Annunziata, recentemente aveva prestato la sua persona e il suo sapere per un corso di lingua italiana per stranieri, giunti da noi per esigenze di lavoro e qui residenti in pianta stabile. In conclusione, al di là dei fattori di emotività e contrizione che provocano fatti del genere, l’immatura morte di Tonino ha suscitato in tutta la cittadinanza di Sabaudia anche moti di rabbia e risentimento verso un omicida senza scrupoli che, forse per uno stupido raptus, ha cancellato per sempre una figura più che preziosa per la sua comunità di appartenenza.

Daniele Palazzo