Cristina Palumbo |
PIEDIMONTE MATESE. In
questo periodo di crisi profonda della vita politica del nostro paese, si è
aperto forte il dibattito nelle varie forze politiche e nella vita sociale alla
ricerca di soluzioni. L’impegno dei cattolici in politica è stato il tema
portante del Convegno organizzato dall’Associazione “Don Luigi Sturzo” tenutosi
alcune settimane fa a Piedimonte Matese che ha aperto un dibattito su cui si
sono confrontati associazioni, chiesa locale e politici. L’Azione Cattolica Italiana ha fornito per anni un
importante contributo alla formazione di una classe politica ispirata ai valori
evangelici e che ha scritto pagine di rilievo della politica italiana. A tal
proposito abbiamo rivolto alcune domande al Presidente Diocesano dell’A.C.
Dott.ssa Cristina Palumbo.
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Dott.ssa
Palumbo in questo momento di crisi cosa pensa dell’impegno dei cattolici in
politica?
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Come presidente
diocesano dell’Azione Cattolica, sento molto vivo il tema dell’impegno dei
cattolici nel sociale e ancora di più in politica. L’attuale situazione è più complessa, perché
anche l’azione cattolica, come del resto tutta la realtà associazionistica
italiana, sta attraversando un forte periodo di stasi. La crisi, infatti, che
sta imperversando, a differenza di quanto si vede in tv, non è solo economico –
finanziaria, ma anche e soprattutto sociale e culturale. Di conseguenza anche
la classe politica ne paga le conseguenze e non meno il mondo dei laici
cattolici impegnati.
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Perché i Cattolici si dovrebbero impegnare in politica?
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Tutti i cittadini
hanno il dovere di partecipare, e questo è uno dei principi cardine delle
democrazie. Partecipare, scegliendo tramite le elezioni, i legislatori e i
governanti. Partecipare, anche in altri modi, alla formazione degli
orientamenti politici e delle scelte legislative. Anche i cattolici, in primis
come cittadini, sono chiamati a partecipare alla vita pubblica: “I fedeli laici non possono affatto abdicare
alla partecipazione alla vita politica, ossia alla molteplice e varia azione
economica, sociale, legislativa, amministrativa e culturale destinata a
promuovere organicamente e istituzionalmente il bene comune”, come ci
ricorda Giovanni Paolo II nell’esortazione post sinodale Christifideles laici,
che rappresenta una vera magna charta per il laicato cattolico.
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Chi sono i Cattolici in politica?
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La storia della
politica italiana dello scorso secolo, che ha posto le basi alla nascita
dell’odierna repubblica, come è ben noto, è stata anche il frutto del copioso
contributo che i cattolici hanno dato. L’associazionismo cattolico, del resto,
accantonato il pericolo di strumentalizzazione politica, continua a
rappresentare una scuola di formazione di tanti che decidono poi di impegnarsi
in prima linea. Si tratta di qualificare un
servizio alla persona e alla società, che mentre nel volontariato
associazionistico ha un carattere informale e poco visibile, nell’impegno
politico invece assume un’ufficialità e una maggiore incisività. Ma si tratta
pur sempre di un servizio, che fonda nella gratuità e nella corresponsabilità
l’elemento di qualificazione.
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Cattolici in politica, in che modo?
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Questa grande
eredità ci spinge ad assumere con
responsabilità il difficile compito dell’impegno civile e politico, tenendo ben
presente l’esempio di coerenza che questi testimoni ci hanno dato. Le emergenze
da affrontare sono tante e tutte impellenti. Innanzitutto riaffermare l’urgenza
di contribuire direttamente alla crescita della comunità ecclesiale e della
società civile in cui viviamo. Essa si pone nella logica del portare frutto nei
diversi ambiti della vigna del Signore. Dal mio punto di vista mi sento di dire
che la nostra associazione, all’inizio di questo nuovo triennio, intende porsi
in un atteggiamento di piena disponibilità e dialogo con tutti i cattolici che
intendono davvero impegnarsi in politica, senza pregiudizi di sorta,
soprattutto dedicandosi ad un appassionato dibattito nella progettazione e
nella individuazione delle priorità su cui lavorare. Alla stagione del dietro
le quinte, deve subentrare quella del confronto serio e sincero. L’Azione
cattolica penserà a quelle forme, tipo laboratorio o altro, in cui far
continuare, con la collaborazione degli assistenti e sotto la guida del nostro
Vescovo, l’impegno irrinunciabile alla ricerca del bene comune nella logica del
servizio e non del potere.
Pietro Rossi