Aveva
trovato un barboncino di piccola taglia
che si aggirava smarrito, impaurito e vistosamente denutrito nella zona di Piazza
Dante, a Napoli, lo aveva sfamato e coccolato, gli aveva preparato un
giaciglio, dandogli ospitalità a casa sua. Non solo. Si era premurata di
ricercare i padroni della bestiola, informandosi presso amici e conoscenti. Non
riuscendo, però, a trovare le persone cercate, aveva deciso di tenersi quel
grazioso cagnolino, sottoponendolo all’applicazione del microchip. Per questo,
l’altra sera, ad una settimana dal ritrovamento dell’animale, una donna ucraina
di 49 anni è stata aggredita e violentemente malmenata da un gruppo di cinque persone(tre uomini e due
donne), che la hanno affrontata e picchiata in via Domenico Soriano(siamo
sempre in zona Dante) mentre portava a spasso il suo nuovo “amico”. La cinquina
di aggressori(uno di loro l’ha perfino colpita alla nuca con un casco da
motociclista), che non hanno portato via alla malcapitata né soldi, né oggetti
preziosi, impossessandosi solo del barboncino, si sono qualificati come i
padroni legittimi dell’animale a cui la
donna del paese dell’Esteruopeo si era affezionata. Sul posto dell’aggressione,
gli Agenti della Sezione Volanti della Questura del capoluogo partenopeo, che
hanno accompagnato l’ucraina in ospedale. La donna, però, ha rifiutato il
ricovero, venendo comunque dichiarata guaribile in venti giorni. In conseguenza
della brutta avventura capitatale, la protagonista della bella e commovente
storia di generosità ed accoglienza verso una bestiola che, da come si
presentava, aveva assoluto bisogno di cure ed affetto e solo quelle ha
ricevuto, ha sporto denuncia in Procura contro ignoti. Una notizia, questa, che
lascia esterrefatti ed increduli. Esterrefatti perché, dopo aver abbandonato a
se stesso un delizioso ed indifeso cagnoletto, i suoi sedicenti padroni ,
invece di ringraziare la persona che lo ha rifocillato e rimesso in condizioni
fisiche ottimali, la insultano e la picchiano a tal punto da rischiare di ucciderla
a colpi di casco da motociclista; increduli per l’estrema violenza con cui un
gruppo di individui che definire rozzi ed incivili sarebbe sicuramente
riduttivo ha inteso “punire” una persona buona che ha fatto più del suo dovere
civico. Anzi, per amore di una bestiola che, data la sua condizione, aveva
bisogno di tutto, non ha esitato ad intaccare il suo sicuramente non
stratosferico introito mensile. Come recita un antichissimo adagio popolare
napoletano, “Chi fa ’o bben addà murì accis”!, nel senso che il bene che si fa non
è mai apprezzato da nessuno. Questo anche il morale del discorso intorno ad un
angelo di donna che ha fatto di tutto e di più per amore del barboncino che le è stato
portato via così brutalmente. Ma in che mondo viviamo!?, c’è da domandarsi.
Daniele Palazzo