CASERTA – Un team di artificieri del 21° Reggimento Genio Guastatori di Caserta, di cui è comandante il Colonnello Massimo MARGOTTI, è al lavoro per disinnescare un ordigno bellico di 500 libbre ritrovato a Salerno. Per l’operazione di disinnesco è stato fatto sgomberare un intero rione per complessive 5.000 persone. Nella città dello sbarco Alleato, e proprio in coincidenza con l'anniversario dell'armistizio, il conflitto che qui terminò esattamente 65 anni orsono, fa sentire ancora i suoi effetti. La scoperta dell’ordigno è stata fatta mentre nel sottosuolo di via Michelangelo Schipa, erano in corso i lavori per la realizzazione di box per auto. La bomba è stata spostata di qualche metro da una pala meccanica, una manovra incauta che ha determinato il rischio, concreto, di esplosione. Lo spostamento, infatti, potrebbe aver attivato l'innesco chimico. Gli artificieri casertani della Caserma “AMICO” al momento non possono eseguire alcun intervento sulla bomba: in tale circostanza l'esplosione può avvenire nel giro di 144 ore dall'innesco (a decorrere dal primo pomeriggio di lunedì, dunque, devono trascorrere sei giorni): Una volta trascorso questo periodo gli esperti possono intervenire per neutralizzare definitivamente l'ordigno. In serata, dopo un vertice tra forze dell'ordine, prefettura, sindaco e Protezione civile, è stato emesso l'ordine di sgombero, che riguarda gli abitanti in un raggio di oltre 250 metri da via Schipa. Sono stati allestiti alloggi di fortuna in alcune scuole e allo stadio Arechi è stata attrezzata una tendopoli per ospitare per sei giorni gli sfollati. Parte delle famiglie si sono invece sistemate presso amici e parenti. Ad avvertire la popolazione i notiziari serali delle emittenti locali, i volontari della Protezione civile e il classico “passa parola”. Gli uomini del Genio dell’Esercito rappresentano quanto di meglio c’è in giro per il mondo. I pilastri su cui si basa la capacità Eod (Explosive ordance disposal, bonifica ordigni esplosivi) di un’unità del Genio sono tre: l’addestramento pratico e operativo; l’aggiornamento continuo delle informazioni sugli armamenti esistenti e l’acquisizione e uso di strumenti professionali con i quali operare. Quest’ultimo aspetto viene continuamente migliorato con l’acquisizione e la diffusione di strumentazioni che tendono a far diminuire il rischio che corre l’operatore Eod, alle prese con gli ordigni inesplosi. La specializzazione di questo personale viene data da un continuo addestramento sul campo e dall’aggiornamento delle conoscenze sul materiale bellico diffuso nell’intero globo. La quantità d’informazioni è quanto mai vasta e deve essere periodicamente aggiornata. La differenza fra il conoscere e non conoscere le caratteristiche di un ordigno fa la differenza fra la vita e la morte. Per questo motivo, lo scambio di conoscenze con gli altri Paesi che operano sul terreno costituisce una base fondamentale di lavoro. I team Eod italiani, sono composti da personale specializzato e con una grande esperienza maturata in molti teatri operativi. Le capacità individuali di questo personale sono di particolare rilievo visto l’alto grado di specializzazione raggiunto dagli istituti di formazione che gestiscono un’enorme quantità di conoscenze, riguardanti quasi tutti gli ordigni conosciuti e che vengono continuamente aggiornati con un flusso incessante di notizie tra operatori e sede centrale.
NUNZIO DE PINTO