AGRO CALENO - Dietro la calma apparente che sta attraversando gli
ultimi mesi, sta venendo alla luce, passo dopo passo, il reale grado di attacco
che l’Agro Caleno ha subìto e sta subendo in termini di devastazione ambientale
e di speculazione. Da mesi e dal basso, come Comitato per l’Agro
Caleno: No centrale a biomasse, abbiamo avviato un’inchiesta documentata
con video e foto che dimostrano la presenza di amianto, rifiuti speciali,
liquami e materiali inquinanti nell’area ex Pozzi, e che ha alimentato da più
parti alzate di voci per chiedere interventi di contrasto alla costruzione
della Centrale a Biomasse targata “Iavazzi Ambiente”. L’intenzione delle
comunità di vederci chiaro ha quindi messo in evidenza attraverso le inchieste,
i presidi e le manifestazioni, il reale stato di devastazione ambientale in cui
versa l’area industriale della Ex-Pozzi, riuscendo a far emergere non solo il
degrado, ma anche la consapevolezza che quel sito ad oggi risulta essere
terra di nessuno, grazie alla cortina di fumo che ha permesso alle
istituzioni di fingere di non vedere lo stato delle cose (saranno forse i fumo
della vicina Centrale Termoelettrica?). Tutto è dimostrato da quanto accaduto
nel mese di Dicembre, cioè quando è stato richiesto alla Polizia locale di
Calvi Risorta di effettuare un sopralluogo sul sito di proprietà degli Iavazzi.
I vigili urbani, comunicando di aver effettuato un sopralluogo dell’area, hanno
fatto sapere che non sono stati rilevati materiali inquinanti. Da ciò
due sono gli scenari che appaiono chiari: la folta documentazione allegata alla
richiesta è stata totalmente ignorata; inoltre, ancora più allarmante, i
materiali inquinanti documentati da foto e video sono stati rimossi dall’area
con modalità oscure. Come comunità dell’Agro Caleno intendiamo vederci chiaro
in tutta questa vicenda, mantenendo alta l’attenzione e la tensione, perché
oltre ai paraocchi con cui si finge di non vedere lo scempio, il rischio
imminente è proprio legato ai lavori che si stanno svolgendo sul sito. Infatti,
da alcuni giorni operai in tute bianche con mascherina e protezioni, stanno
lavorando sul sito per rimuovere l’amianto che è presente massicciamente
nell’area. Pretendiamo quindi di sapere cosa sta accadendo, chi sono gli
operai che stanno rimuovendo rifiuti speciali, con quale autorizzazione stanno
lavorando e, soprattutto, cosa stanno togliendo, dove andrà e perché stanno
eseguendo questi lavori. A tutto
questo, si aggiunge anche la cecità che vede colpite le amministrazioni
locali di Sparanise, Pastorano e Calvi Risorta, che continuano a
rinnovare l’affidamento per lo smaltimento dei rifiuti organici alla ditta
“Impresud Srl”, di proprietà di Iavazzi. Un gesto che dimostra l’intenzione
da parte di queste amministrazioni di non voler allontanare Iavazzi dal nostro
territorio e quindi di non voler mettere un freno all’avanzata del gruppo
imprenditoriale marcianisano sul territorio caleno. A tal proposito, come
già sottolineato precedentemente, continueremo a chiedere il diniego di
assegnazione d’appalto alla ditta Iavazzi Ambiente Spa, oppure a società
riconducibili al suo gruppo aziendale, in riferimento alla legge regionale sul
riordino del servizio di gestione dei rifiuti, che vede l’ attivazione di
un ATO provinciale e vari STO su base locale. Su questo, saremo irremovibili! Non
saranno certo poche tute bianche ad intimorirci. Il lavoro di inchiesta e di
denuncia continuerà frenetico e a tappeto, ma soprattutto la nostra opposizione
sarà ferma nel mandare via dal territorio Iavazzi e nel contrastare chi vuole
speculare sui nostri territori. Seppur grande sembri essere la confusione sul
territorio caleno, le nostre idee sono chiare e abbiamo la certezza che solo le
Comunità difendono le comunità, quindi senza il bisogno di militarizzare il
territorio, come invece vorrebbe il decreto fuochi. Dal nostro canto, non abbasseremo la guardia
per non vedere le nostre vite affossate dalle mire speculatrici di
imprenditoria troppo spesso collusa e di istituzioni sorde alla richiesta di
intervento della cittadinanza, come sta accadendo anche nel caso della cava
Fabbressa (su cui a breve sveleremo importanti novità) sempre sul territorio di
Calvi Risorta.
Comitato per l'Agro Caleno: NO Centrale a Biomasse